lunedì, Aprile 29, 2024
No menu items!
Home Blog Pagina 61

VENERDÌ 10 NOVEMBRE ESCE IN RADIO E IN DIGITALE “IL GIORNO UNO” IL SINGOLO D’ESORDIO DI $TEEL

Da venerdì 10 novembre 2023 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica “Il giorno uno”, il primo singolo di $teel.

“Il giorno uno” è un brano che trasmette emozioni positive e riesce a riscaldare l’anima di chi lo ascolta. Questa canzone nasce da una semplice melodia canticchiata dall’artista su un beat casuale, quasi come se fosse una serenata dedicata a una persona amata. Attraverso un processo di lavoro intensivo sia sull’artista che sulla canzone stessa, è maturata in un’opera artistica completa.

Spiega l’artista a proposito del brano: “Mi sono allenato, ci ho messo tutto me stesso per registrarla, seguivo i consigli per le vocalità , mi ricordavo i rimproveri degli amici sulle tonalità, facevo più take per poter ampliare le vocali in modo diverso durante la rec, ho fatto esercizi con il diaframma e con le melodie base grazie agli insegnamenti di un coach, e sono uscito dalla sala registrazioni tutto sudato ; di tutte queste esperienze ne ho fatto tesoro e non vedo l’ora che venga pubblicata!

Perché questo è il mio miglior risultato fino a oggi ottenuto! Domani chi sa?! Ma adesso arriva $teel! Buon ascolto!”

Biografia

Davide Calvi in arte $teel, vive a Crevalcore, un paese in provincia di Bologna. Fin da ragazzino, partecipa alle Battle Freestyle Rap, utilizzando questa forma di espressione come mezzo di divertimento e creando i suoi testi nella sua cameretta. Qui, li registrava con il telefono o si recava in studi di registrazione di amici, vivendo momenti indimenticabili.

Inizialmente, la musica rappresenta per lui una fonte di gioia e realizzazione personale, ma crescendo, inizia a notare la crescente strumentalizzazione e la commercializzazione nel mondo musicale. Questo lo ha spinto a dimostrare a se stesso che è possibile vivere della propria passione. Così, ha fondato I Puma, una crew composta da ragazzi che si sono impegnati nell’organizzazione di Contest Freestyle nella zona della bassa bolognese. Il loro obiettivo è quello di promuovere la musica in ogni modo possibile, senza compromettere la loro autenticità. Ogni membro del gruppo possiede un carattere dominante, proprio come un vero puma, ma lavorano insieme per creare un movimento che sia in grado di intrattenere e istruire il pubblico che li segue. L’obiettivo principale è divertirsi e, al contempo, condividere un messaggio attraverso la musica.

La musica è sempre stata per $teel una fonte di insegnamento e disciplina, perché non solo genera felicità a sé stesso ma anche in chi lo circonda, creando sensazioni uniche.

Dopo aver esplorato anni di hiphop, rap e tutti i suoi sottogeneri, $teel ha fatto la conoscenza della Up Music, un’etichetta discografica che, dopo ben due provini, gli ha offerto un contratto, aprendo le porte ad una nuova fase della sua carriera artistica.

“Il giorno uno” è il singolo d’esordio di $teel disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 10 novembre 2023.

image_printStampa Articolo

E che Corona sia!

Fabrizio Corona è come un camaleonte, e mi riferisco soprattutto alla lingua, tanto lunga e in grado di catturare prede facilmente; poi non avendo orecchie, i camaleonti, sono sordi, e un po’ pure Corona, tant’è vero, che in alcune occasioni è riuscito a non sentire ragioni. 

Appare chiaro, guardando alle sue vicende giudiziarie, si è comportato come una mosca, prendendo una pausa dal camaleonte, che sbatte contro il vetro della finestra in cerca di uno spiraglio, per uscire.

Infine c’è Il cambio di colore, nel caso del camaleonte riguarda le emozioni, che appaiono visibili. La visibilità delle emozioni, per Corona è come un abito che calza a pennello, per lui, equivale a trovare, sempre, una nuova vita da vivere.

È tornato in tv, sui giornali, si muove parecchio, più che può, e non è “Ndo cojo cojo”, anzi, addirittura, pare stia collaborando con la procura, al caso “Scommesse”. Sarà vero?

E subito dopo, si narra che è stato querelato, per diffamazione, da qualcuno.

Si fatica a stargli dietro, perché mille ne pensa e mille ne fa.

Corona stupisce, appena ne ha l’occasione, diventa tenero quando parla di suo figlio, si commuove. In fondo, perché stupirsi? Non è un alieno! 

Corona è un essere umano, che può piacere oppure no!

Lui non dà l’impressione di preoccuparsi dei suoi detrattori, e neanche sembrerebbe desideroso di accaparrarsi i fan; Corona vive, vive, vive più che può, bene o male! Bene o male? Speriamo che il punto interrogativo e il punto esclamativo, nel suo caso, riescano a trovare un accordo, ovvero, chi va e chi resta, in questo “Bene o Male”, troppo spesso attribuito a Corona.

È evidente che a lui piaccia, molto, svelare i segreti, sbalordire con lo scoop più sconvolgente del momento, oppure organizzare il suo nuovo business, per accumulare soldi.

Lui è Fabrizio Corona, non è conveniente dimenticarlo, perché sennò poi ci si aspetta che faccia altro, ma altro cosa?

Lasciargli incarnare il suo personaggio e non tentare di ostacolarlo è l’unica possibilità che abbiamo di interessarci alle sue storie o fregarcene altamente, senza investire molta energia!

E che Corona sia! 

In attesa di altre sue rivelazioni su fatti, persone e cosaggini, per interessarcene o fregarcene, liberiamo il Corona che è in noi! Direbbe il Guru di turno, che ama e odia il Corona che è in lui o in sé stesso, fate vobis, maccheronicamente parlando.

A cura di Maria Grazia Grilli

image_printStampa Articolo

Seminario di Medicina Ayurvedica a Rimini

L’11 e il 12 novembre si terrà a Rimini, presso l’Hotel Aqua, un seminario intitolato “Ayurveda: la scienza della salute”, tenuto dal dott. Antonio Maranò. L’ayurveda è un sistema di medicina tradizionale originario dell’India, che si basa su una visione olistica della salute e del benessere, concentrandosi sull’equilibrio tra mente, corpo e spirito: in particolare, il giusto bilanciamento tra le energie vitali che regolano il corpo (Vata, Pitta e Kapha) è fondamentale per una buona salute. L’ayurveda, inoltre, si concentra sulla prevenzione delle malattie e sull’individuazione delle cause che originano i disturbi, più che sulla mera guarigione dei sintomi. 

Il dott. Maranò è uno specialista che da oltre trent’anni pratica la medicina ayurvedica, ha seguito il percorso formativo di medicina universale unificante del dott. Nader Butto e fa parte del corpo docente della Scuola triennale di Ayurveda Maharishi. Integra con l’approccio ayurvedico la medicina convenzionale e, focalizzando l’attenzione su stile di vita e conflitti emotivi, realizza interventi finalizzati al mantenimento di uno stato di salute ottimale. Per ulteriori informazioni sul seminario e per parteciparvi, è necessario contattare il numero 348/9999501 o la mail francescaalasia@icloud.com.

a cura di Massimiliano Longobardo

image_printStampa Articolo

Il Napoli vince 2 a 0 contro la Salernitana con i goal di Raspadori ed Elmas

Terza vittoria consecutiva in trasferta per il Napoli di Garcia che vince 2 a 0 sulla Salernitana 

Il Napoli comincia bene il primo tempo e dimostrando la superiorità sia tattica che tecnica sulla Salernitana allenata da Pippo Inzaghi.

Pressing a tutto campo e dopo varie parate del portiere Ochoa arriva il goal di Raspadori al minuto 13 del primo tempo su assist di Lobotka.

Raspadori si libera in area e segna il vantaggio per gli azzurri ed il Napoli segna il goal del vantaggio.

Nella ripresa vari cambi sia per il Napoli con gli ingressi di Simeone, Elmas e Lindstrom e di Cajuste.

Elmas dopo vari errori di impostazione in campo pesca il jolly e con un’ azione solitaria segna il goal del 2 a 0 per il Napoli. 

Il Napoli ha l’occasione per chiudere la partita ed andare sul 3 a 0 ma l’azione del Napoli è in fuorigioco.

Il Napoli vince a Salerno per 2 a 0 con la terza vittoria consecutiva in trasferta.

Ora dopo il campionato arriverà la Champions League con la gara di ritorno al Maradona tra il Napoli e l’Unione Berlino che si giocherà mercoledì 8 novembre.

a cura di Christian Russo

image_printStampa Articolo

Al Circolo Nautico Posillipo assegnati i riconoscimenti del Premio “Posillipo Cultura del Mare e dello Sport”

Per la sezione Sport è stato premiato l’atleta di salvamento montese Gaetano Lubrano Lobianco.

Lo scorso 30 ottobre, presso il salone dei trofei del Circolo Nautico Posillipo, ha avuto luogo la sesta edizione del Premio “Posillipo Cultura del Mare e dello Sport”. Diverse personalità di spicco dello sport e della cultura sono stati insignite di importanti riconoscimenti: Giovanni Malagò, presidente del CONI, «per aver dedicato con passione, etica, impegno e competenza gran parte della sua vita al mondo dello sport», Francesco de Core, direttore de “Il Mattino”, Stefano Valanzuolo, critico musicale, Andrea Ballabio, fondatore del Telethon Institute of Genetics and Medicine, Eugenia Carfora, dirigente scolastico dell’Istituto “Francesco Morano” di Caivano. Per la sezione Giornalismo, dedicata a Massimo Milone, ha ritirato il premio Gianfranco Coppola, caporedattore della testata giornalistica regionale RAI; per la sezione Sport, il presidente del Posillipo Aldo Campagnola, affiancato dal suo vice Maurizio Marinella e dal consigliere allo sport Antonio Ilario, ha consegnato all’atleta di salvamento, originario di Monte di Procida, Gaetano Lubrano Lobianco, reduce dall’oro conquistato nella staffetta 4×50 mista agli Europei juniores di Polonia, la targa intitolata ad Antonio Marino, capitano rossoverde del team di canoa polo, scomparso lo scorso anno in un incidente. Lubrano Lobianco ha così espresso la sua soddisfazione: «È stato un onore ricevere questo riconoscimento che rappresenta per me il coronamento di tutti gli sforzi e della mia dedizione al nuoto per salvamento. Esprimo il mio apprezzamento per l’organizzazione dell’evento, che mi ha dato peraltro la possibilità di incontrare e conoscere persone di grande valore. Ringrazio il mio team, il Circolo Nautico Posillipo, il mio allenatore Gianpaolo e la mia famiglia». Intanto un’altra atleta flegrea, la nuotatrice Viola Scotto Di Carlo, al Meeting Nazionale di Potenza “Halloswimeeting”, pochi giorni fa ha fatto registrare un nuovo primato personale nei 100 farfalla, in vasca da 25 metri.

a cura di Massimiliano Longobardo

image_printStampa Articolo

Carriera e stile di vita nel segno di Rossini: intervista esclusiva a Nicola Alaimo.

Il baritono sulla sua carriera, passando per gli incontri professionali che gli hanno cambiato la vita e l’amore incondizionato per il “Cigno di Pesaro”.

Nicola Alaimo è uno dei baritoni italiani più noti al mondo, grazie a una carriera belcantistica costellata specialmente di ruoli rossiniani. Degno erede di suo zio Simone, con il quale condivide la vocalità e il repertorio, dall’infanzia è circondato di musicisti e melomani: “zio Simone ha vinto il concorso ‘Maria Callas’ nel 1980, quando io avevo due anni. Già a quell’età quindi arrivavo a canticchiare ‘La Calunnia’ o la cavatina di Figaro (entrambe dal “Barbiere di Siviglia”, n.d.r.), crescendo a pane e Rossini. Lui è il compositore che ho cantato ad oggi di più dacché credo sia perfetto per la mia voce. Diciamo che per me Rossini è stato come un papà”.

Tra le 14 opere rossiniane debuttate da Nicola Alaimo sono due a folgorarlo sin dai primi giorni di studio: la “Cenerentola” e il “Guillaume Tell” (in versione francese): “la ‘Cenerentola’ è un’opera completa e ricca, della quale ho interpretato tutti i tre ruoli di basso, ma quello che mi piace di più è Dandini, per il quale ci sono delle pagine bellissime. Per quanto riguarda il ‘Guillaume’ io ebbi l’onere di cantarlo in francese a Parigi e il giorno dopo il giornale ‘le Figaro’ definì il mio francese perfetto”. Non solo opere folgoranti per il Maestro, ma anche personaggi che ricorda benissimo per la difficoltà tecnica e il lungo periodo di studio: “quello del Duca d’Ordow nel ‘Torvaldo e Dorliska’ (di Rossini, n.d.r.) credo sia un ruolo difficilissimo. Nel 2017 accettai la sfida di cantarlo a Pesaro”.

Ricordando l’ampio repertorio il Maestro riflette sul suo tipo di voce e sul metodo di studio da adottare per un ruolo:  “mi ritengo un baritono sia cantabile che brillante, che però sposta la sua attenzione sulla parola. Per me la dizione è fondamentale e di per sé va oltre la vocalità”.

“Prima di debuttare ‘Falstaff’ ho affrontato un periodo di studio di un anno e mezzo, stessa cosa per ‘Nabucco’ a Ginevra. Il tempo è il miglior amico di un cantante. Si tratta di una componente fondamentale che non deve mai mancare prima di ogni produzione”.

I ricordi di un giovane appassionato, figlio della sua Sicilia, sbarcato a Pesaro.

Il teatro del mio cuore è il Massimo di Palermo. All’epoca, però, quando cominciavo a frequentare era chiuso e così restò per 24 anni. Gli spettacoli si facevano al Politeama. Mia sorella Annarita è da trent’anni nel coro del Massimo, quindi io grazie a lei avevo l’abbonamento in prima fila. Davanti a me avevo direttori come Stefano Ranzani, Gianandrea Gavazzeni e cantanti come Giuseppe Giacomini e Mirella Freni. Nel 98’ il Massimo riaprì e io vinsi un’audizione che mi fece prendere parte alla produzione dell’’Aida’ andata in scena in occasione della riapertura della sala”.

Dal 2017 Nicola Alaimo è cittadino onorario di Pesaro, città dove peraltro risiede con la sua famiglia: “amo questa città e sono orgoglioso di essere ambasciatore della cultura pesarese nel mondo”. Il baritono inoltre riferisce alla nostra redazione una notizia in anteprima, vale a dire la sua partecipazione al Rossini Opera Festival 2024 nel ruolo di Gamberotto dell’”Equivoco stravagante”, che sarà anche il suo 15° debutto rossiniano in carriera. Dal 2010 sono già tredici le volte in cui il Maestro Alaimo è salito sul palcoscenico del ROF.

Il baritono ricorda il Maestro Alberto Zedda, pietra miliare della cultura rossiniana, suo mentore e direttore.

Lui ci ha sempre provato a convincermi di dargli del tu e a chiamarlo Alberto, ma io non ce la facevo. Fu il primo grande Maestro che nel 2000 mi disse che io avessi un talento, ma secondo lui non ero ancora pronto e avrei dovuto aspettare altri dieci anni. Rimasi un po’ spiazzato, ma puntualmente il Maestro nel 2010 mi chiamò per interpretare Dandini nella ‘Cenerentola’”. Zedda ha curato per anni le edizioni critiche di moltissime opere di Gioachino Rossini oltreché che prendere parte a moltissime produzioni del Festival, divenendo un patrimonio  vivente della cultura, direttore dell’Accademia Rossiniana, al quale oggi è intitolata.

Eravamo alle prove di uno ‘Stabat Mater’ (di Rossini, n.d.r.) per una tournée a Bilbao e San Sebastian. Il Maestro volle farmi interpretare la parte per basso ma io non me la sentivo, perché la partitura arriva a certe note che il mio diapason non raggiunge. Lui volle convincermi a tutti i costi, al punto da venire a trovarmi a casa mia per provare. Anche lì non andò così bene, ma mi resi conto che il Maestro Zedda fu felicissimo. Alla fine si arrese soltanto quando, a Bilbao, all’indomani della prima recita, a colazione, mi feci trovare senza un briciolo di voce, tanto era stato lo sforzo del giorno prima”.

Era davvero un esempio di dedizione e passione. Negli ultimi periodi lui fu molto riservato e la notizia della sua morte fu per me un fulmine a ciel sereno. È stato un innovatore, una colonna portante del ROF. La città di Pesaro dovrebbe intitolargli una piazza con tanto di statua. Ci manca, e anche tanto”.

La fine del racconto con la speranza di un vicino ritorno al San Carlo.

Da tempo Nicola Alaimo manca a Napoli e probabilmente non tornerà per i prossimi tre anni, vista la sua agenda abbastanza piena: “il mio debutto a Napoli fu come Escamillo (nella “Carmen” n.d.r.) e poi tornai come Dulcamara (nell’”Elisir d’amore” n.d.r.). Quella sala è la più bella del mondo, ci sono stato troppe poche volte e mi piacerebbe tornarci”.

intervista a cura di Giuseppe Scafuro

image_printStampa Articolo

Gennaro Amitrano, il parrucchiere di Sorrento laureato in Scienze Politiche.

Gennaro si definisce appassionato di capelli. 

Le passioni non hanno limiti e Gennaro incarna perfettamente questa idea.

Quando parla trasmette pace, ed è evidente la sua grande sensibilità.

Si vede a colpo d’occhio che è un uomo appagato.

Gennaro si è laureato, con fatica, quando già faceva il parrucchiere.

La sua storia è straordinaria, avrei bisogno di pagine e pagine, per raccontarla tutta, è essenziale dire, a mio parere, quanto la sua vita sia piena di delicatezza, di vittorie, di generosità, di desideri realizzati, di scelte inusuali e coraggiose. 

È sempre impegnatissimo: due negozi, sì, uno anche a Termini poco distante da Sorrento, la famiglia: moglie, due figli, e non dimentichiamo sé stesso; sempre in movimento e con tante idee.

Gennaro, quando ti ho chiesto: “Tu, perché fai il parrucchiere?”, hai risposto che è la tua grande passione. Mi racconti?

La passione è nata dal mio modo di vedermi, e soprattutto, nel rapporto con i miei capelli, sì, già da ragazzo coltivavo il desiderio di voler stare bene, esteticamente, con i capelli, che avevo molto lunghi e voluminosi. Ero sempre insoddisfatto quando andavo dal barbiere, tutto è nato dall’insoddisfazione.

E quando ti ho chiesto: “Perché ti sei laureato?”, hai risposto, che era un tuo desiderio. Come si concilia un desiderio e una passione, che non hanno nulla in comune? O hanno qualcosa in comune?

Il desiderio e la passione penso che abbiano molto in comune, perché io, personalmente, parto dal desiderio di fare qualcosa che mi piace e, in quel qualcosa che mi piace, metto passione, vanno insieme, una cosa non esclude l’altra.

Due negozi, una moglie, due figli, la laurea: giornate faticose?

Faticose fino a un certo punto, sono cose che ho desiderato, voluto, non mi sono state imposte, anche perché io sono estremamente libero, nessuno mi deve imporre niente, e quindi, benché in alcuni momenti mi pesi, mi sia pesato, sono riuscito sempre, pure in circostanze importanti, a non far vincere la pesantezza.

Certamente può apparire impegnativo, c’è la responsabilità, nel senso che, o le cose si fanno bene o è meglio non farle, poi a volte il risultato può non essere ottimo. Talvolta, quando si fa qualcosa che piace è possibile avere dei momenti di scoraggiamento, penso che sia del tutto normale.

Avendo la possibilità di ripensamento, c’è qualcosa che non rifaresti?

Rifarei tutto quanto, perché, generalmente, quando mi muovo, per realizzare qualcosa, non improvviso, ma penso, pondero, e poi parto, sono sempre molto convinto di ciò che faccio; è normale che lungo il percorso si incontrino delle difficoltà, però il desiderio e la determinazione spingono ad andare avanti.

Tanta vita realizzata, manca ancora qualche traguardo?

Credo di non essere mai arrivato, non so se questo sia un difetto o un pregio.

A volte ho difficoltà a guardare nel medio o lungo raggio, nel senso che mi dico: “Non è che sono più così giovane!”. Faccio un po’ fatica ad avere l’entusiasmo che avevo prima, però comunque non smetto mai di pensare al futuro e, per questo, sono stato anche accusato da mia moglie, sì, mi diceva, quando vivevo una grande insoddisfazione: “Tu guardi molto al futuro e così facendo non vivi il presente.”, aveva ragione; oggi ho imparato ad apprezzare il presente, però mi affaccio sempre, in ogni caso, al futuro, perché non saprei vivere senza progetti, senza poter pensare di realizzare ancora di più, principalmente, per dare tutto quello che posso ai miei figli, perché io sono innamorato di loro, mi sono prodigato affinché avessero sempre ciò di cui hanno bisogno, e sono felice quando stanno bene, mi piace coccolarli.

In realtà, io amo molto dare benessere e felicità alle persone che mi stanno intorno.

Nel mio lavoro, do moltissimo, devo essere soddisfatto prima io, e la mia soddisfazione è di vedere soddisfatte le mie clienti. La mia felicità si manifesta nell’accontentarle!

Ogni tanto, mi dicono: “Mi hai letto nel pensiero, è la prima volta che mi capita, era proprio quello che volevo”. Cogliere il colore giusto, la pettinatura giusta, è importante, perché la persona poi quando si guarda, allo specchio, si riconosce; cerco di individuare, di capire, subito i desideri di chi ho di fronte.

La laurea come incide, se incide, nel tuo lavoro?

Incide tantissimo, innanzitutto nelle relazioni, perché avendo una cultura si riesce a capire di più, a entrare meglio nel pensiero delle persone.

Inoltre, per gestire il negozio o, addirittura, per comprendere di più nei corsi di aggiornamento. Mi è capitato che mi dicessero: “Sei diverso dagli altri nell’apprendere.”; incide persino nel saper utilizzare determinati prodotti, che sono più complicati da usare, perciò posso dire che influisce molto, e non è la laurea in sé o la conoscenza a incidere, ma l’ampiezza di vedute che ne consegue.

In realtà a me sarebbe piaciuto iscrivermi a Medicina, è quello che ho sempre amato: fare il chirurgo, però poi ho scelto Scienze Politiche, perché mi sentivo ignorante.

Sono cresciuto con il desiderio di voler sapere sempre di più, e questo tipo di laurea mi ha dato un’apertura a livello globale. Scienze Politiche tocca un po’ tutti gli argomenti: storici, economia, materie giuridiche. È molto completa, e in qualche modo, culturalmente, mi ha completato.

Gennaro, hai un messaggio, per chi volesse realizzare i propri desideri?

Prima di tutto, per realizzare i propri desideri bisogna avere gli stimoli giusti e non porsi mai dei limiti, anche se è bene riconoscere i propri; è fondamentale essere motivati, costanti, determinati e avere anche spirito di sacrificio. È importante, perché alla fine in ogni percorso se non c’è quell’impegno assiduo, che si ha quando veramente si crede in qualcosa, non si arriverà da nessuna parte.

Occorre avere delle forti motivazioni, e molte volte scegliere di dare priorità a ciò che è di primaria importanza, per sé, e quindi perseguire il proprio scopo, nel tempo, perché, come tutte le cose, non è che si ottengano con uno schiocco delle dita, per cui è necessario insistere anche nei momenti in cui si incontrano delle difficoltà: affrontarle, continuare a perseverare, crederci e avere molta determinazione.

a cura di Maria Grazia Grilli

image_printStampa Articolo

Al TEATRO STORCHI di MODENA si terrà da domani la decima edizione del PREMIO PIERANGELO BERTOLI, sul palco Manuel Agnelli e tanti altri personaggi.

Domani, sabato 4 novembre, e domenica 5 novembre, al Teatro Storchi di Modena (Largo Garibaldi, 15 – inizio evento ore 21.00), si terrà la decima edizione del PREMIO PIERANGELO BERTOLI, l’evento dedicato al cantautore sassolese, realizzato con la direzione artistica di Alberto Bertoli e Riccardo Benini.

I biglietti sono acquistabili sul circuito Vivaticket.it e presso il Teatro Storchi di Modena fino ad esaurimento posti.

Domani si terrà lo spettacolo Le canzoni di Pierangelo”, nel corso del quale il grande attore NERI MARCORÈ interpreterà i più noti brani del cantautore sassolese duettando con ALBERTO BERTOLI in un evento unico, mai andato in scena finora.

Nel corso della stessa serata di sabato 4 novembre si esibiranno gli 8 Nuovi Cantautori del PREMIO PIERANGELO BERTOLI – NUOVI CANTAUTORI selezionati tra gli oltre 350 candidati. Questi i nomi: MARCO ARATI da Reggio Emiliacon il brano “Quattro anni luce”e la cover “La Bala”EMANUELE CONTE da Treviso con “Proiettile Bambolina” e la cover “Chiama Piano”,  MARCO SFORZA da Reggio Emilia con “Italia Divina Commedia” e la cover “Una Strada”ENIF (nome d’arte di Francesca Fiandaca) da Torino con “Fango” e la cover “Due occhi blu”, il duo MASALA & FORESTA (nomi d’arte di Miriam Masala e Jo Foresta) da Savona con “Frastuono” e la cover “I Fiori che tu”, MICCI (nome d’arte di Mattia Miccichè) da Palermo con il brano “Due Mondi” e la cover “Così”NAPODANO (nome d’arte di Daniele Napodano) dal Belgio con “Storia di un Ratto” e la cover “Cose del Passato” e PIER (nome d’arte di Pierfrancesco Speziale) da Pescaracon “L’abbraccio di Pompei” e la cover “E così nasce una canzone”.   

Al termine delle esibizioni ad uno di loro sarà assegnata la Targa Michele Merlo, conferita per il miglior testo. Il vincitore e riceverà un premio in denaro di € 1.000 e renderà omaggio a Michele Merlo interpretando un brano del giovane cantautore scomparso.

I Nuovi Cantautori e Alberto Bertoli saranno accompagnati, nel corso delle due serata condotte da Andrea Barbi, dalla band composta dai musicisti di Pierangelo Bertoli che vede Marco Dieci al pianoforte e chitarra, Moreno Bartolacelli alle tastiere, Guido Pelati alle chitarre, Gigi Cervi al basso, Marco Bolgiani alla batteria e dalla voce di Monica Guidetti per i cori.

Il giorno seguente, domenica 5 novembre, MANUEL AGNELLI riceverà il Premio Pierangelo Bertoli, a FULMINACCI verrà conferito il Premio Pierangelo Bertoli – Italia D’oro, MARIO VENUTI riceverà il Premio Pierangelo Bertoli – A Muso Duro e infine a NOEMI sarà consegnato il Premio Pierangelo Bertoli – Per Dirti T’amo.

Gli artisti saliranno sul palco del Teatro Storchi di Modena per ritirare i premi e regalare al pubblico delle esibizioni inedite.

Di seguito le motivazioni redatte dal critico musicale Paolo Talanca in merito al conferimento dei Premi agli artisti selezionati.

MANUEL AGNELLI – PREMIO PIERANGELO BERTOLI

«C’è stata una stagione musicale in Italia dove sono proliferati i gruppi rock che preservavano l’indipendenza e l’autenticità della canzone, per raccontare il presente da un punto di vista musicale. Gli Afterhours, da un certo momento in poi, sono diventati il simbolo di quel movimento, e Manuel Agnelli, il loro fondatore, il leader e la voce in grado di fare da riferimento. Gli dobbiamo tanto, anche come operatore culturale riflessivo e competente, e come cantautore che, anche nella recente esperienza solista, cerca sempre una strada propria, un proprio linguaggio e un punto di vista non omologato dalle sirene dei click della rete e dalla liquidità di oggi».

FULMINACCI – PREMIO ITALIA D’ORO

«Fulminacci rappresenta la freschezza e la capacità di saper scrivere canzoni che arrivano immediatamente, dopo aver attraversato il cuore e l’immaginario: perché è lì che prendono sostanza. Della scuola romana più recente prosegue l’attitudine, ma il linguaggio è del tutto contemporaneo e racconta il mondo di oggi con l’inconfondibile marchio di fabbrica del poetico realismo. Se la canzone d’autore riesce a proseguire la sua strada importante in un difficile scenario come quello odierno, è anche grazie a voci come la sua».

MARIO VENUTI – PREMIO A MUSO DURO

«Mario Venuti viene dal rock indipendente, quello che era in grado di indirizzare il mercato attraverso una propria esclusiva cifra stilistica, cantando “le proprie canzoni per la strada e affrontando la vita a muso d’uro”. E così ha attraversato gli anni Novanta in una Catania raggiante di vita musicale. Da lì sono venute alcune delle cose migliori dell’Italia della canzone e lì si è forgiato il suo stile tra il pop e la canzone d’autore, sempre schietto, chiaro e coinciso anche nell’impegno sentimentale: il più difficile, il più vero».

NOEMI – PREMIO PER DIRTI T’AMO

«Noemi è oggi una delle artiste più importanti del panorama italiano: un prestigio acquisito sul campo, perché la sua voce, il suo graffio, la sua cifra artistica riescono a rappresentare un unicum, un carattere proprio che si fa stile e poetica. Perché le vere interpreti completano la scrittura di un brano con la performance: portano la canzone nel loro mondo e non prestano mai la propria voce senza cantare se stesse».

Nel corso della stessa serata gli 8 NUOVI CANTAUTORI si esibiranno nuovamente per aggiudicarsi il PREMIO PIERANGELO BERTOLI – NUOVI CANTAUTORI, inoltre, NUOVO IMAIE assegnerà a uno dei finalisti un premio di € 10.000 finalizzato alla realizzazione di un tour, mentre, grazie a Acep/Unemia sarà conferita una borsa di studio di € 1.500.

Infine da quest’anno, tutti gli 8 Nuovi Cantautori riceveranno una borsa di studio del valore di €1.200 offerta dal Centro Internazionale di Alta Formazione delle Arti del Mediterraneo di Montescaglioso (MT).

Il vincitore del PREMIO sarà decretato da una giuria composta da: Paolo Giordano (giornalista per “Il Giornale”), Daniele Lucca (operatore culturale Club Tenco), Desirèe Lombardi (membro del direttivo del Club Tenco), John Vignola (giornalista, critico musicale e conduttoreradiofonicodi Rai Radio 1), Fio Zanotti (produttore e arrangiatore per artisti quali Adriano CelentanoeAnna Oxa), Paola Gallo (giornalista ed esperta musicale), Maurizio Tirelli (pianista e compositore), Marco Ligabue (cantautore e chitarrista italiano, vincitore del Premio Lunezia), Mirco Pedretti (responsabile Giovani e Cultura Arci Modena), Alberto Bertoni (autore e compositore), Bruna Pattacini (moglie di Pierangelo Bertoli) e infine la Band Premio Bertoli avrà a disposizione una sua scheda voto.

Da questa edizione il Premio Pierangelo Bertoli si avvale del Patrocinio del Club Tenco, la cui collaborazione vede anche la presenza di membri del Club all’interno della giuria che valuterà i Nuovi Cantautori, sancendo così un’importante unione tra due manifestazioni che promuovono e sostengono la canzone d’autore.

Il Premio Pierangelo Bertoli è indetto dalla Associazione Culturale Montecristo, con il sostegno della famiglia Bertoli e con il patrocinio di Regione Emilia-RomagnaComune di ModenaComune di Sassuolo e del Club Tenco.

Le due serate sono realizzate con la collaborazione di BPER BancaSIAE (Società Italiana Autori ed Editori), Assoservizi GroupA Zeta GommaCantine Riunite CivLusienn Beauty & Spa Modena, Arci Nazionale Circuito MusicaleArci Modena coordinata da Mirco Pedretti.

image_printStampa Articolo

Disagio sulle autostrade liguri per il noto stilista Alviero Martini

Alviero Martini stilista affermato e noto per il brand 1 A Classe vittima come tanti automobilisti dei disagi delle autostrade liguri 

Il noto stilista Alviero Martini ha raccontato sui social la sua disavventura per percorrere circa 300 km di autostrada restando bloccato per 6 ore prima di raggiungere la destinazione dove era atteso per Look of the Year.

Gli hanno confermato il disagiato tanti suoi followers sui social che gli hanno manifestato solidarietà e allo stesso tempo hanno detto che loro vivono questo disagio quotidianamente.

La protesta è rivolta contro le autostrade liguri disseminate da incidenti lungo tutta la tratta attraversata da innumerevoli contrattempi dovuti a incidenti.

Nonostante i tanti disagi è stata pagata per intero la tratta.

Alviero Martini seguitissimo sui social con oltre 1 milione di followers creatore del famoso brand 1A Classe ha voluto dare la sua testimonianza per sollevare una protesta civile contro le autorità e l’inadeguatezza e disagi che tanti automobilisti italiani vivono quotidianamente attraversando le autostrade liguri.

Ci auguriamo che l’appello e la protesta del noto stilista Alviero Martini possa quanto meno spronare le autorità competenti ad evitare al più presto continui disagi che subiscono tanti automobilisti italiani che vivono un calvario infinito e che per lavoro non possono non attraversare quel tratto autostradale che nel 2023 non dovrebbe essere ancora oggi così inadeguato e soprattutto lento causando continui ritardi sul lavoro di ciascun automobilista che deve percorrere quotidianamente quel tragitto.

a cura di Christian Russo

image_printStampa Articolo

Francesco, il Papa, dal respiro lungo.

L’intervista che avrei voluto fare, ma che sicuramente non potrò realizzare, sì, perché sono trascorsi mesi da quando ho inviato una mail, chiedendo di intervistare Papa Francesco, e non ho ricevuto alcuna risposta. Mai dire mai, però!

Nella mail non ho allegato le domande, ovviamente.

Coltivo da un po’ di tempo il desiderio di intervistare Papa Francesco.

Dapprima era un pensiero che si insinuava nella mia mente e faticava a primeggiare, ma non mi lasciava, poi è divenuto più solido, così ho cominciato ad ascoltarlo: ascolta oggi, ascolta domani, alla fine ho deciso di agire.

Non è che non mi rendessi conto di quanto fosse audace la mia idea, perché non essendo famosa e neppure una giornalista del New York Times, quante speranze potevo avere? A volte, però, ci si può avventurare lo stesso, in luoghi apparentemente non accessibili.

E così eccomi qui con Papa Francesco a dialogare. Pare vero! Beata immaginazione!

Certamente, Papa Francesco è molto più spigliato di me, io sento un po’ di tensione, ma lui non sembra dare troppo peso a questo mio sentire e così mi lancio.

È un’occasione indescrivibile, posso chiedere tutto ciò che voglio, indubbiamente non è che io ora debba raccontare Francesco, ma certamente posso dire che, per me, è uno degli esseri più sorprendenti di quest’epoca. 

È il Papa dal respiro lungo, non perde un attimo di aria. Ecco perché stargli accanto può risultare faticoso o una gioia immensa, dipende da certi valori e aspirazioni, a ognuno i suoi, le sue, e quindi ognuno ha il Papa che merita. Qualcuno lo critica, qualcuno lo evita, qualcun altro lo ama, ma tutti lo seguono: chi praticando la religione, chi perché ce l’ha su con lui e via camminando, se non proprio discorrendo.

I suoi occhi sono pieni di dolcezza e a me non sembra sia interessato, soltanto, a fare ciò che deve e a nient’altro, anzi.

Ecco le domande, ahimè, senza le risposte:

Papa Francesco, trovo interessanti, profonde, e aggiungerei molto coraggiose, alcune sue parole. MI riferisco a quando afferma di essere contrario a ricondurre la (complessità) delle cose, come la guerra, per esempio, alla (distinzione) tra buoni e cattivi e che sarebbe bene abbandonare lo schema di “Cappuccetto rosso”, ovvero, che cappuccetto rosso è buona e il lupo è cattivo.

Possiamo approfondire questa distinzione, che non andrebbe fatta?

Anni fa, non ricordo con precisione quando, nella “Giornata mondiale della gioventù”, che venne trasmessa da Rai 1, ho visto, a un certo punto, un uomo che raccontava la sua esperienza: si era drogato, per buona parte della sua vita, aveva ucciso una persona, era stato in galera, poi scontata la pena aveva commesso un altro omicidio; infine si era illuminato e aveva chiesto perdono a Dio, per le sue azioni. Mi colpì molto il fatto che lei fosse a pochi metri, e ascoltasse attentamente; fui sorpresa, per la scelta di far raccontare un’esperienza di quel tipo. Qual è l’insegnamento? Tutti possiamo sbagliare e cambiare?

Francesco, lei ha “Stanato”: preti, suore e seminaristi, dicendo: “Anche i preti e le suore hanno il vizio del porno”, perché lo ha detto pubblicamente? Io un’idea, del perché l’abbia detto, me la sono fatta. Forse ha voluto sottolineare che il male è ovunque, non c’è da stupirsi, c’è soltanto bisogno di non farsi stritolare da esso, avendo in mente la meta: il bene. Mi sbaglio? Cosa l’ha spinta a dirlo?

Uno degli argomenti più disastrosi da affrontare, per lei, credo sia la pedofilia, che alcuni preti hanno praticato, incuranti del proprio ruolo. Mi può raccontare, brevemente, se ha incontrato degli ostacoli, nel cercare di risolvere la questione?

Ho pensato, in varie occasioni, che i “Potenti” tenessero le persone nel bisogno, ossia, senza lavoro e con pochi soldi, per poterle ricattare e sfruttare, costringendole ad accettare l’inaccettabile, più facilmente. Mi piacerebbe conoscere il suo punto di vista, anche se avendo ascoltato spesso le sue parole su vari argomenti, immagino un po’ la risposta.

La pace nel mondo si manifesterà quando si realizzerà la pace nel cuore di tutti gli uomini e di tutte le donne?

Papa Francesco, lei, come chiunque, immagino che pianga, si diverta, si arrabbi, eccetera. Come vanno le sue emozioni?

Prima di salutarci, può farmi l’identikit della fede, affinché diventi inconfondibile?

A cura di Maria Grazia Grilli

image_printStampa Articolo