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Un valida alternativa alla musica di oggi che viene proposta dai Tendha

L’ispirazione artistica dei Tendha deriva dalla passione per le colonne sonore dei videogiochi anni ‘80/’90, realizzate attraverso la combinazione di non più di quattro strumenti virtuali contemporaneamente.

I Tendha infatti compongono combinando due linee melodiche (le voci), una terza linea per le note più gravi (riproposta dal clarinetto basso) e una quarta caratterizzata da sequenze di rumori percussivi (eseguiti dalla batteria). L’assenza di uno strumento armonico apre quindi le porte ad un tipo di composizione libera dai vincoli teorici. 

Ciao Tendha, cosa nasce “Tendha”?
Ciao! Tendha, oltre ad essere il nome della nostra formazione, è anche il titolo del nostro primo singolo. L’idea è quella di partire da un brano che identifichi a pieno le sonorità dell’intero progetto. Il brano descrive ambientazioni e situazioni sonore evocative, ispirate dalle nostre diverse esperienze musicali come il progressive rock, la musica elettronica, il jazz e l’hip-hop.
La scelta di svincolarsi dal testo è una caratteristica che lascia campo libero all’espressione dell’arte visiva in ogni sua forma, con la possibilità di trattare diverse tematiche. Infatti il videoclip, attraverso l’uso di simboli come le forme geometriche e gli elementi naturali, racconta della coesistenza di più identità di genere all’interno di ogni persona.

La prima cosa che ho notato è il vostro genere musicale, diverso e più particolare rispetto a quello che siamo abituati a sentire in radio nel quotidiano. Cosa vi ha spinto ad avvicinarvi a questo genere?
La nostra ispirazione deriva dalla passione per le colonne sonore dei videogiochi anni ‘80/’90, realizzate attraverso la combinazione di non più di quattro strumenti virtuali. Infatti abbiamo composto combinando due linee melodiche (le voci), una terza linea per le note più gravi (riproposta dal clarinetto basso) e una quarta caratterizzata da
sequenze di rumori percussivi (eseguiti dalla batteria).

Un brano prettamente musicale (composto da suoni strumentali tra cui anche la vostra voce). Che consenso vi aspettate da parte del pubblico musicale?
E’ un progetto che nasce dall’esigenza di esprimersi senza l’utilizzo di testi e non si pone la questione della fruibilità. Fatta questa premessa ci auguriamo che il nostro impegno nel produrre materiale artistico di qualità possa ottenere un riscontro positivo presso il pubblico.

Quanto tempo avete impiegato per realizzare il brano?
Come tutte le altre composizioni “Tendha” nasce da frammenti che hanno trovato la loro forma dopo circa un anno di elaborazioni. Anche se le prime bozze risalgono a tre anni fa.

Come mai la scelta di questo nome d’arte?
Il termine Tendha deriva da un oggetto che in Final Fantasy si puo’ ottenere per il recupero delle energie. Fa quindi parte del contesto videoludico in linea con la filosofia di scrittura dei brani 8-bit oltre che rappresentativo di un luogo di vicinanza e condivisione.

Da quale/i artista/i prendete ispirazione?
Band come: Gogo Penguin, Kruangabin, Mammal Hands, Portico Quartet, The Comet is Coming, Sons of Kemet, Chromb!, Jin Jim, Koma Saxo, come i più storici Esbjörn Svensson Trio sono formazioni che hanno raggiunto un suono di insieme unico e riconoscibile e rappresentano per noi un punto di riferimento.

Vi piacerebbe ricevere una proposta di collaborazione?  
Certo! Le collaborazioni sono il modo più naturale di condividere sonorità diverse. Lo sono anche per quanto riguarda le produzioni di arte visiva.

Progetti a breve e lungo termine?
Abbiamo già registrato e mixato in studio un altro singolo e stiamo lavorando alla realizzazione del video clip. Ci piacerebbe inoltre poter organizzare al più presto dei live per poter avere un riscontro diretto da parte del pubblico.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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