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Party è la voglia di tornare ad essere liberi come prima. Così il duo Liam-Care svelano un modo per uscire dalla pandemia

La collaborazione tra Liam (Simone Vianello) e Care (Davide Caregnato) nasce nel marzo 2020 in circostanze del tutto casuali, ma dettate da una condizione sentimentale condivisa da entrambi, la quale si tradurrà nell’esigenza di esprimersi e sfogarsi nella musica.

Facilitati dal background artistico di Liam, i due cominciano a lavorare subito ad un nuovo progetto insieme per poi sottoporlo alla casa discografica Bit Records, la quale ne rimarrà entusiasta tanto da proporli alle nuove proposte di Sanremo Giovani 2020.

Il primo singolo partorito da questa nuova collaborazione, Liam feat. Care, intitolato “Cuori Bianchi”, esce nel novembre 2020 introducendo un genere musicale il quale unisce sonorità che spaziano dall’indie al pop passando anche per il rap e l’elettronica, definendo così un sound difficilmente catalogabile nel mondo discografico moderno.

Ciao, cosa vi ha spinti a scrivere e cantare “Party”?
Liam: In realtà non c’è un vero motivo. Una canzone si scrive e basta, in base a delle sensazioni che coltivi internamente e che hai bisogno di esprimere e sputare all’esterno. Se bisogna scrivere una canzone, mai darsi obiettivi, se cominci a darteli, l’ansia da scrittura ti opprime e ti limita.
Care: Penso di parlare a nome di tutti se dico che mai come in questo periodo si sia creata l’esigenza di sentirci liberi. “Party” simboleggia questa volontà.

Anche se in questo particolare periodo il termine “party” sembra quasi una parola taboo, vietata. Insomma c’è comunque voglia di ritrovarsi proprio come ad un party?
Insieme: C’è sempre bisogno di un Party. Siamo giovani, liberi, e abbiamo voglia di divertirci e spaccare il mondo. Party può essere un buon modo per uscire mentalmente da questo difficile periodo di pandemia.

Quanto tempo avete impiegato a scrivere il brano?
Liam: Un brano si può scrivere anche in più giorni. Questo è il caso. L’abbiam completata a Torino assieme a Bit Records per presentarla a Sanremo Giovani nel 2020, ma poi non è stata scelta. Sta di fatto che a settembre era già pronta e masterizzata.
Care: È sempre difficile rispondere a questa domanda. Il testo l’abbiamo scritto in qualche ora però per definire bene la struttura del brano ci abbiamo impiegato più giorni consultandoci anche con i nostri mentori della casa discografica tra registrazioni e aggiustamenti vari.

Autotune: sì o no?
Liam: Certo. Tutti lo usano, in un certo senso. L’autotune è la correzione della voce. Ma c’è chi lo usa per correggere e chi come strumento vero e proprio. Noi rientriamo nel primo caso.
Care: Si noi lo utilizziamo per delle correzioni che rendono sicuramente più armoniosa la musicalità del brano, altri invece lo usano come un vero e proprio strumento. So che molte persone pensano all’autotune come una scorciatoia
essendo un filtro che altera la voce io personalmente non ci vedo nulla di male.

Come mai la scelta di questo nome d’arte?
Liam: Liam deriva da William, che significa forza di volontà nella generazione anglosassone. Ma oltre che alla forza di rialzarsi, bisogna avere la forza di cadere nel vuoto, Così ho tolto una parte del nome William, e ho tenuto solo Liam.
Care: Vorrei avere una bellissima storia da raccontarvi ma non esiste, Care è il diminutivo del mio cognome “Caregnato”. Sono me stesso.

Quanto la TV (mi riferisco ai talent show e ai vari programmi televisivi musicali) ha influenzato la musica italiana negli ultimi anni?
Liam: Tantissimo. Se non sei in TV, se non hai seguito nei social, se non parlano di te come persona, allora pochi prenderanno in causa la tua musica. Purtroppo però, come in ogni ambito, nei talent show e nella televisione italiana, se non hai agganci, supporto economico e conoscenze interne, riesci a fare poco nulla. L’unica soluzione è costruirsele.
Care: Penso che la TV abbia influenzato significativamente la musica negli ultimi anni. Però sono dell’idea che non si possa adattare la propria arte a degli standard televisivi, perché verrebbe meno al motivo per cui è stata creata.
Quello che sento dentro lo posso scrivere. Studiare una “hit” a tavolino non fa per me.

Non so se qualcuno vi ha già fatto notare che con questo brano mi ricordate il duo Benji e Fede augurandovi quindi anche lo stesso successo. Pensate, magari, di continuare la vostra collaborazione?
Liam: Io credo di collaborare con Care anche in prossimi progetti, perchè la musica che facciamo funziona e sa prendere il pubblico. Ho sempre detto però che amo anche la mia carriera da solista e do priorità a quella visto che è stata proprio lei a portarmi dove sono adesso, con i miei sforzi, i miei sacrifici e la mia dedizione. Le due cose possono benissimo convivere.
Care: Io e Liam abbiamo un progetto assieme che continuerà per un periodo indefinito, abbiamo già pronte molte altre canzoni insieme e non vediamo l’ora di farle uscire. Per ora siamo due singoli che collaborano però non mi sento di escludere un progetto da duo. Stiamo a vedere!

Chi è l’artista che hai come riferimento musicale?
Liam: A livello di produzione amo artisti come Kygo (produttore, compositore e polistrumentista tropical) e Ryan Tedder (frontman degli One Republic e produttore di molti altri artisti). In Italia mi piacciono artisti come Irama, Ultimo, Blanco, Fasma, Lazza. Nessuno di loro però è un mio riferimento, mi piace essere originale in quello che faccio e penso mi venga anche molto bene. Care: Vado molto a periodi ultimamente ho scoperto Fasma e devo dire che è di grande ispirazione per me. Potrei citare anche altri artisti come Irama, Blanco, Rkomi.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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