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I MAGISTRATI ONORARI UNITI NELLA PROTESTA

La Consulta della Magistratura Onoraria, l’unione delle Associazioni rappresentative dei GOT, VPO e GdP, dopo altri otto mesi impiegati nell’attesa, rivelatasi inutile, dell’emersione dall’attuale stato d’illegittimità della categoria, dà corso all’estremo strumento di protesta: l’astensione collettiva dal lavoro.
È stata, infatti, proclamata dal 12 al 17 ottobre 2020 l’astensione dei Magistrati Onorari GDP, GOT e VPO dalle udienze civili e penali e dalle altre attività d’istituto, secondo le modalità previste dai codici di autoregolamentazione dello sciopero, come approvato dalla CGSSE.
Lo Stato italiano persiste:
• nel disconoscere la necessaria applicazione dei principi europei al caso dei magistrati onorari;
• nel negare il diritto alla previdenza, ad un trattamento economico proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto, alle ferie retribuite, all’assistenza per malattia e all’indennità di maternità.
L’Unione Europea vaglierà ora, con un’attenzione senza precedenti, la tenuta del Paese in base alle proposte di riforme strutturali che il Governo comunicherà, al fine di poter ricorrere agli stanziamenti del Recovery Fund.
Il disinteresse, pressoché assoluto, verso 5000 componenti della Magistratura Onoraria viene denunciato dalla Consulta, affinché lo si valuti in sede di riconoscimento dei fondi economici.
Lo Stato avalla soluzioni che limitano l’impiego dei magistrati onorari, a totale detrimento dell’efficienza della giustizia italiana, già ben nota per la lentezza e la farraginosità, facendo esattamente il contrario di ciò che chiede oggi l’Europa all’Italia, ossia accelerare la giustizia. 
L’adeguamento ai principi sanciti dalla CGUE e dalla Commissione Europea e il rispetto del vincolo dei fondi del Recovery Fund, valorizzerebbero le professionalità acquisite nei decenni dai magistrati onorari, garantirebbero indipendenza ed imparzialità alla metà della giurisdizione italiana, preverrebbero future cause collettive di natura giuslavorista, che andrebbero ulteriormente a gravare sul sistema giustizia italiano, con conseguenti ulteriori ritardi di notevole portata.

a cura di Rosalba Lisbo Parrella

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Redazione StreetNews.it
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