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Sindaco Codogno: “Campanella? Finalmente un bel suono” 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

“Finalmente un bel suono. Quello della campanella di questa mattina, primo giorno di scuola è decisamente un bel suono”. Così’ all’Adnkronos Francesco Passerini, sindaco di Codogno, dove oggi 4000 studenti tornano a scuola dopo che erano state chiuse il 22 febbraio scorso, all’indomani del primo caso accertato di Coronavirus in Italia.  

“Le lezioni si sono interrotte senza suono della campanella perché la giornata non era terminata – ha ricordato Passerini – quindi sentirlo ora è bellissimo, emozionante e attenua i brutti ricordi dei mesi passati. Bambini e ragazzi sono contenti di tornare in classe, sorridono sotto le mascherine: meritano di tornare alla normalità, alla loro vita, a crescere con gioia senza più gli incubi che hanno dovuto vivere”.  

“Abbiamo lavorato tanto per essere pronti – ha aggiunto Passerini – i servizi sono tutti pronti, mascherine gel e tutto il necessario e abbiamo fatto tutto per non gravare sulle famiglie”.  

 

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Conclusa l’VIII edizione del Premio internazionale di Poesia “Cipressino d’Oro

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Grande successo per l’VIII edizione del Premio internazionale di poesia “Cipressino d’Oro”, che si è svolta sabato 12 settembre 2020 presso l’auditorium della Parrocchia San Paolo della Croce di Follonica. L’evento ha avuto luogo nel rispetto delle previsioni normative volte a contrastare la pandemia da Covid 19 che, fra l’altro, ha visto costretta l’organizzazione ad annullare il consueto appuntamento di maggio per la cerimonia premiativa della nota manifestazione culturale follonichese.

La vincitrice del Cipressino d’Oro 2020, promosso dal Club Kiwanis di Follonica, è stata Rosanna Spina con la poesia “Cum grano salis”. Il concorso kiwaniano, grazie al proficuo lavoro del responsabile Loriano Lotti, della giuria di qualità e dei collaboratori, anche quest’anno ha raggiunto traguardi inaspettati: le liriche pervenute sono state diverse centinaia e i partecipanti, di tutte le età, provengono da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Il tema di questa edizione, sicuramente molto impegnativo, era “Il pensiero omologato e la dipendenza emotiva nell’era tecnologica”, sul quale ogni candidato ha dato libera espressione alla propria vena creativa, restituendo contributi sui quali riflettere, al di là della sana competizione, come insito nello spirito di ogni concorso.

Anche quest’anno Madrina d’Onore della manifestazione letteraria è stata la giornalista e critico letterario Daniela Cecchini di Roma, che fa parte della giuria, insieme all’editore e poeta Gordiano Lupi e allo scrittore Patrice Avella. Terminato da parte dei giurati l’accurato lavoro di valutazione delle singole opere, è stata stilata la classifica generale ed ai primi dieci classificati, come prevede il regolamento del Premio, nel corso della cerimonia di premiazione, il Kiwanis Club ha consegnato le diverse opere realizzate dall’artista Gian Paolo Bonesini, che ogni anno collabora al Premio internazionale di Poesia “Cipressino d’Oro” donando le sue creazioni. Oltre la vincitrice assoluta Rosanna Spina, gli altri classificati fino alla decima posizione sono: 2° Gloria Venturini “Orizzonti caduti” 3° Sergio Pieri “La tastiera” 4°Cristina Biolcati “Il nuovo Medio Evo” 5° Alessandro Biagioni “Il libro” 6° Cristina Gorelli “Le mani che ho perso” 7° Maria Grazia Franceschetti “L’amico digitale” 8° Mara Righetti “Naviga il mondo su un computer” 9° Tiziana Munari “I giorni di Luca” 10° Emilio Ferro “Computer ben programmati” Nel corso dell’evento, la cui conduzione è stata affidata come sempre alla bravissima Irene Scrivini, è stato conferito un “Premio all’Eccellenza” al missionario laico Claudio Turina per il costante impegno profuso nell’attività umanitaria che porta avanti da decenni in varie aree geografiche del mondo particolarmente povere e sottosviluppate.

Istriano di nascita, ma residente a Venezia da diverse decine di anni, si occupa di volontariato nell’ambito sociale e una parte del suo percorso l’ha compiuto accanto a Madre Teresa di Calcutta, diventando Missionario laico della Carità (LMC). Attraverso l’Associazione “Gocce d’amore univarsale” di cui è il fondatore, attualmente sta portando avanti in Ghana iniziative volte dell’alfabetizzazione degli abitanti e alla loro assistenza medico-sanitaria, con l’obiettivo di insegnare loro anche un mestiere. Quest’anno è stato conferito il “Premio alla Cultura” allo scrittore viareggino Andrea Genovali per l’appassionata e cospicua attività letteraria orientata a tematiche sociali e culturali, attraverso la stesura di saggi storici e poesia d’impegno civile volti a salvaguardare e valorizzare la memoria storica, aulico patrimonio di verità da tramandare ai posteri. I Premi speciali sono i seguenti: – Premio speciale “Emozioni in versi” al poeta fiorentino Carmelo Consoli, Presidente della Camerata dei poeti di Firenze.

– Il 1° premio della “Sezione Giovani” è stato conferito ai fratelli Riccardo e Gianluca Corapi con la poesia “I ragazzi del ventunesimo secolo” – Il “Premio speciale alla poesia civile” è andato ad Andrea Fanetti con la poesia “Alza la testa”. – Il “Premio alla filastrocca per bambini” è stato consegnato a Lucilla Lazzarini con la poesia “Il confine”. La serata si è conclusa con una cena conviviale presso il suggestivo ristorante “in mezzo” al mare “Piccolo mondo” di Follonica, dove è stato anche festeggiato il 33° Compleanno del Kiwanis. Il servizio fotografico è stato realizzato da Massimo Batisti di Foto Apple.

a cura di Rosalba Lisbo Parrella

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Giappone, partito Abe sceglie Suga come successore 

[FONTE Adnkronos]

Il Partito liberaldemocratico giapponese ha scelto il 71enne segretario generale come nuovo presidente 
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Angelo Iannelli vince il Premio Arte Teatrale e Cinematografica

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Fiumi di applausi a Sant’Elia Fiumerapido al Festival dell’Amicizia 2020 per l’artista eclettico. La prima edizione del Festival dell’Amicizia 2020 tenutasi a Sant’Elia Fiumerapido in una villa storica, in provincia di Frosinone, l’11 settembre davanti a un gremito pubblico per riportare l’arte teatrale e cinematografica nella ciociaria. Tale evento è stato organizzato da Assoprom Italia Associazione Culturale nell’ambito della conclusione del Festival dell’amicizia. Nell’occasione di questa bellissima kermesse hanno calcato il red carpet del cinema storico Arena Scotto diverse personalità importanti. A vincere la prima edizione dell’ambito premio nazionale arte teatrale e cinematografica l’attore e regista Angelo Iannelli, noto a tutti per l’Ambasciatore del Sorriso e per le sue iniziative sociali, il cui premio gli è stato conferito dal sindaco di Sant’Elia Fiumerapido, avv. Roberto Angelosanto.

La menzione del premio conferito è la seguente: per essersi distinto con grande maestria nell’interpretazione teatrale della maschera di Pulcinella dandone nei suoi spettacoli testimonianza umana, morale, culturale e cristiana sostenendo attivamente la vita sociale attraverso il suo sorriso. Dopo la premiazione l’artista poliedrico Iannelli ha sbalordito tutti con un sua performance della maschera di Pulcinella portando una ventata di allegria e spensieratezza. Lo stesso sindaco si è complimentato oltre al Pulcinella artistico anche per il suo ultimo capolavoro letterario “Viaggio nella Pandemia – La sfida di Pulcinella. La serata è stata condotta magistralmente dalla voce del noto presentatore Erennio De Vita.

a cura di Rosalba Lisbo Parrella

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Il saluto dell’ex atleta per incoraggiare la Callipo a poche ore dal debutto nella stagione 2020-21

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In casa giallorossa è tempo di emozioni forti. L’ingresso in campo di domani significherà per la Tonno Callipo l’inizio di una nuova avventura che custodisce in sé l’essenza di un passato considerevole e intenso. Un ventennio di battaglie agonistiche sul palcoscenico della Serie A a cui il Club calabrese è giunto percorrendo una strada in salita secondo il progetto del presidente Pippo Callipo, artefice dell’ardua impresa di far attecchire il volley nel cuore dei calabresi.

Alla vigilia di un atteso esordio stagionale è tempo di ricordi e di bilanci ma anche di qualche rito benaugurale come crediamo che possa essere il messaggio rivolto ai nostri ragazzi direttamente dall’ex giocatore Vincenzo Simeonov che vestì la maglia della Callipo per tre stagioni consecutive dal 2008 al 2011:

Date anima e cuore per la vostra squadra senza risparmiarvi mai e con la determinazione di chi crede nel progetto di una società seria e che nel tempo ha dimostrato di voler bene ai suoi atleti, di saperli ricompensare e farli sentire protagonisti dei suoi successi. Non è corretto pensare di andare a Vibo tanto per ‘svernare’ facendosi bene i propri conti: in questo posto non nevica, c’è un buon clima, si sta bene e pagano puntualmente. Sarebbe come commettere un’ingiustizia nei confronti del presidente e della sua famiglia”.

Le parole dell’ex schiacciatore bulgaro classe ’77, che nel campionato italiano ha lasciato orme indelebili, diventano la perfetta congiunzione tra passato e presente. Un passato che risale a dodici anni fa quando la formazione giallorossa si presentava nuovamente da ‘matricola’ nel Campionato di A1 dopo un anno di ‘passaggio’ dalla A2. Anno in cui il suo arrivo a Vibo Valentia fu tra le novità più significative e capaci di far sussultare di gioia il pubblico calabrese.

Uno dei mostri sacri della pallavolo, un misto di potenza fisicità che fino ad allora era stato solo un avversario, un temibile e fortissimo avversario, avrebbe giocato per la Callipo. Il suo ingaggio fu un prezioso regalo che il presidente Pippo Callipo fece ai tifosi dopo aver mantenuto la promessa di abbandonare la serie A2 nel più breve tempo possibile. L’entusiasmo di un’intera città si tramutò in un’accoglienza indimenticabile: “Erano in tanti a darmi il benvenuto e da quel giorno mi hanno sempre trattato con i guanti di velluto facendomi sentire come un principe. È stata un’esperienza che mi ricorda molto il film ‘Benvenuti al Sud’ perché è vero che quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte. Prima per ambientarsi poi perché non vorrebbe andare più via”.

Tra le fila della squadra calabrese Simeonov portò una corposa esperienza maturata sul campo con le maglie di club come Cuneo, Montichiari, Padova e Piacenza ed anche il suo carisma da leader allacciando fin dalle prime battute un rapporto speciale con la dirigenza: “nessuno di noi veniva considerato un numero ma parte di una grande famiglia. Un rapporto che molti giocatori hanno coltivato anche dopo essere andati via da Vibo al punto che spesso tornano per fare visita al presidente. Questo è indicativo della bellissima atmosfera che si respira e che si ripercuote positivamente anche sul gruppo degli atleti”.

Sei arrivato nella stagione 2008-09, con esperienze positive alle spalle e vari trofei vinti. Cosa ti ha convinto a fermarti a Vibo?

Arrivavo dalle mie migliori stagioni e avevo deciso di cambiare anche rischiando per qualcosa di nuovo. Ricordo che prima di firmare il contratto ho voluto conoscere il presidente che mi ha accolto negli uffici della sua azienda. Fin dalle prime battute sono stato affascinato dalle sue parole che ho ancora ben impresse nella mente. Mi ha parlato del rapporto diretto e familiare che ha con i suoi dipendenti e mi ha invitato a dare il meglio di me quando avrei indossato la maglia su cui è riportato il nome Callipo come simbolo di una realtà imprenditoriale sana e di successo. Dopo un discorso così non ho avuto bisogno di pensarci tanto e sono diventato uno di loro. Il primo anno siamo stati la sorpresa del campionato perché una squadra neopromossa che fa i play-off con Trento, e per due volte porta il punteggio sul 3-2, con la grossa possibilità di vincere al tiebreak, perdendo una volta 16-14 e l’altra 17-15, è una soddisfazione immensa e inaspettata”.

Sei rimasto a Vibo tre stagioni, ma è soprattutto quella prima annata eccezionale (380 punti e 27 ace), col 7° posto finale, poi eliminati nei play off da Treviso. In panchina prima Gulinelli e poi Uriarte, cosa ricordi di quella stagione?

La prima stagione dovevamo ancora conoscerci, c’era tanta gente che passava di categoria, ragazzi all’esordio in A1 e quindi l’inizio è stato travagliato. Poi col cambio di allenatore a gennaio, alla Coppa Italia, abbiamo giocato i preliminari e dopo una gara molto brutta la società ha deciso di cambiare tecnico anche perché Gulinelli, se non ricordo male, aveva deciso di fare un’altra esperienza. Arrivò Uriarte e noi ragazzi diventammo una squadra molto unita. Mancavano sei partite alla fine della stagione e dopo aver fatto quadrato c’è stata proprio una svolta. Vincendo tutte le gare restanti e arrivammo carichi ai play off, contro Trento (settima contro seconda) e furono partite memorabili. Gente entusiasta, palazzetto di Vibo stracolmo. Un bel ricordo, sia la gara a Trento che a Vibo, contro i futuri campioni d’Italia”.

Invece le due annate successive, come sono state?

La seconda 2009-10 ho avuto un gravissimo infortunio che mi ha tenuto fuori per due mesi, quindi sono rientrato prima di Natale perdendo di fatto mezzo campionato. Questa stagione non andò molto bene anche perché non eravamo riusciti a tenere la stessa squadra dell’anno precedente. Da una stagione all’altra una parte della rosa cambiava. Questo si verificava perché i giocatori più interessanti venivano intercettati dai grandi club del Nord come è stato per Raphael, Diaz, Anderson e tanti altri. Purtroppo un gruppo coeso si crea nel tempo, non si può pretendere di crearne uno nuovo e poi chiedere subito i risultati. So che è stato difficile anche per il presidente trattenere dei giocatori di quel calibro perché ovviamente come sponsor unico non può competere con le capacità economiche delle corazzate del Nord. Io sono rimasto per tre anni perché volevo aiutare la società perché ero comunque il giocatore con più esperienza e ho indossato la fascia di capitano per due anni. Nel 2010-11 abbiamo cambiato tanti altri giocatori, tra cui due bulgari e anche loro hanno avuto molti infortuni e non hanno potuto rendere per le loro potenzialità. L’altro cambiamento ha riguardato la panchina dove arrivò Di Pinto. Insomma fu una stagione un po’ sfortunata”.

Tanti compagni di squadra da Raphael a Ferraro, da Cozzi a Contreras, da Andrae a Cicola, da Marquez a Tencati, Coscione e Anderson. Cosa ricordi?

Con Coscione sono stato nelle giovanili di Cuneo, quindi lo conoscevo da tanti anni avendoci giocato anche prima. Con Tencati abbiamo fatto tante sfide da avversario, quindi ero molto contento quando arrivò da noi. Raphael l’avevo visto solo in Russia e come ha dimostrato poi con la carriera fatta a Trento e in Brasile è un giocatore di indiscutibile valore. Però il giocatore che mi ha impressionato di più è Anderson: quando è entrato in palestra il primo giorno io ho subito detto all’allenatore Di Pinto che quel ragazzo era un fenomeno e diventerà il giocatore più forte del mondo. Ed infatti ci sono andato vicino, se non il più forte è tra i due o tre più forti al mondo ancora oggi. Un ragazzo con un’abnegazione incredibile ed una gran voglia di fare, di imparare, di conoscere”.

Fuori dal campo eravate un bel gruppo, c’erano delle cose che vi legavano?

Vibo è un posto piccolo quindi si conoscono tutti. Quindi le serate di poker nella palazzina dove vivevamo tutti i ragazzi. Ogni giovedì quando non c’era il turno infrasettimanale c’era l’abitudine di andare tutti a Pizzo a mangiare il pesce o la carne. Non abbiamo mai avuto screzi tra noi, in questo ci ha aiutato anche il posto, la tifoseria, gente cordiale che ci invitava spesso a cena e a pranzo. Ad un certo punto era anche difficile rifiutare sempre l’invito quindi a volte eravamo contenti quando eravamo 2-3 giorni in trasferta così eravamo un po’ più liberi senza impegni extra pallavolistici (ride). Da quelle parti ho trovato gente di cuore. Le mie titubanze iniziali non erano sulla società ma sul posto ma in poco tempo mi sono dovuto ricredere. E poi Vibo non potrò dimenticarla mai perché è lì che nel 2010 è nata la mia prima figlia”.

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Scuola, mascherine e gel: al via un anno straordinario 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

Il suono della campanella, da Codogno a Roma, dà il via al nuovo anno scolastico. Un anno particolare che vede come protagonisti mascherine chirurgiche, gel igienizzante, banchi nuovi e non tradizionali e distanziamento in classe e nei corridoi. L’emozione è forte per il rientro in aula dopo sei mesi di assenza e lontananza. Non saràla stessa cosa degli anni passati, non ci si può abbracciare e i piccoli non potranno giocare come prima, ma, come riferiscono alcuni presidi e professori ‘è comunque un inizio, importante per tutti gli studenti’.  

Importante per studenti e non solo il rispetto delle regole, delle norme igieniche, del distanziamento. Tanta ansia ma anche tanta voglia di tornare.  

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Coronavirus, in India oltre 92mila casi in 24 ore 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

Sono stati nuovamente superati, per il terzo giorno consecutivo, i 90mila casi di coronavirus in India in 24 ore, dove il totale dei decessi riconducibili al Covid-19 è vicino agli 80mila. Lo riporta il ministero della Sanità di Nuova Delhi, che ha aggiornato a 4.846.427 il totale delle persone contagiate in India, 92.071 in più rispetto a ieri. Il record indiano era stato registrato venerdì, quando sono stati 97.570 i casi i 24 ore. 

Sono invece 79.722 le persone che hanno perso la vita per complicanze legate al coronavirus, 1.136 in un solo giorno. Le autorità sanitarie locali parlano invece di 3.780.107 guariti. L’India è al secondo posto, a livello mondiale dopo gli Stati Uniti, per Paese maggiormente colpito, mentre è il terzo per numero di vittime dopo Stati Uniti e Brasile. 

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Trump ‘sfida’ il Covid: no mascherina e distanze in Nevada 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

Senza mascherina e senza il rispetto del distanziamento sociale, come dimostrano le immagini diffuse dalla Cnn. Così il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ”sfidato il coronavirus” e le leggi in vigore nel Nevada in un incontro elettorale che si è tenuto per la prima volta da mesi completamente all’interno ieri sera in uno stabilimento di Henderson. All’evento hanno partecipato più di cinquanta persone, ignorando di fatto i continui appelli della comunità scientifica al rispetto del distanziamento sociale per contenere la diffusione del Covid-19. 

Per oltre un’ora, come riporta la Cnn, Trump ha incontrato i suoi sostenitori, molti dei quali senza mascherina. ”Dite al vostro governatore di aprire il vostro Stato”, ha detto il presidente americano, sostenendo che gli Stati Uniti sono ”all’ultima svolta” nella pandemia. ”Tra 51 giorni vinceremo il Nevada e vinceremo altri quattro anni alla Casa Bianca”, ha proseguito Trump. 

Kathleen Richards, portavoce della città di Henderson, ha detto alla Cnn che l’evento ha violato le norme in vigore nel Nevada per contrastare la pandemia e che potrebbe essere revocata la licenza al proprietario dello stabilimento, sostenitore di Trump, dove si è svolta la riunione. Poco prima dell’evento elettorale il governatore democratico del Nevada, aveva detto che Trump stava prendendo “azioni sconsiderate ed egoistiche che stanno mettendo in pericolo innumerevoli vite qui in Nevada”. 

Tim Murtaugh, direttore della comunicazione della campagna di Trump, ha giustificato l’evento tenuto all’interno sostenendo che, se gli americani possono partecipare alle manifestazioni di piazza, ”giocare d’azzardo in un casinò o dando alle fiamme piccole imprese durante le proteste”, possono anche ascoltare il presidente. L’ultimo evento tenuto da Trump all’interno risale allo scorso giugno a Tulsa, in Oklahoma. In seguito si è assistito a un record di casi di Covid-19 in città. 

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