sabato, Maggio 18, 2024
No menu items!
Home Blog Pagina 1158

Vaia: “Stato emergenza da solo non basta” 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

“Ora più che mai serve mantenere alta l’attenzione. Abbiamo più volte ribadito che tutta la società, in ogni suo segmento, deve essere riaperta e consentire con prudenza un progressivo cammino fino alla fine. Lo stato d’emergenza da solo non basta”. Lo evidenzia all’Adnkronos Salute il direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. “Non siamo ancora alla fine – precisa il direttore – ci devono orientare ancora prudenza ed equilibrio”.  

“I cittadini lo sanno ma bisogna essere coraggiosi ed assumere adesso, in maniera unitaria, le scelte coraggiose ed innovative: dalla scuola, ai trasporti e alla sanità. E – conclude Vaia – soprattutto investire remunerando adeguatamente gli operatori di questi settori”.  

image_printStampa Articolo

ENRICO RUGGERI smentisce le voci di corridoio ai microfoni di “Lingue a Sonagli”

Enrico Ruggeri è uno dei pochi cantautori ancora in attività che ha scritto la storia della musica italiana. Dagli esordi di “Contessa” con i Decibel fino alla doppia vittoria del Festival di Sanremo prima con Raf e Tozzi con “Si può dare di più” e poi come solista con “Mistero”, è sempre stato sulla cresta dell’onda. Scrittore, autore per interpreti, speaker radiofonico e conduttore tv, non ha mai dato limiti alla sua creatività e non ha voglia di farlo ora. Lo chiarisce in modo netto a Lingue a Sonagli, il salotto sgualcito di Radio Rock ideato e condotto dal cantautore Bussoletti.

Voci di corridoio dicono che Ruggeri non voglia più incidere dischi, e lui commenta: «Non ho mai detto una cosa simile! Il concetto che volevo esprimere era più esteso e valutava il ruolo del disco tradizionale in questi anni dove tutto invecchia presto. Un tempo quasi tutte le canzoni di un mio album venivano scoperte dagli ascoltatori mentre ora la comunicazione batte solo sui singoli lasciando le altre tracce ai veri appassionati. Forse si deve tornare a pubblicare solo canzoni uniche per poi pensare di raccoglierle in un IP come si faceva negli anni Sessanta. Ci sto ragionando».

L’ospite si pronuncia, poi, sul fenomeno dei “leoni da tastiera”: «Oggi l’Italia è divisa in due tifoserie. S’è visto anche recentemente con i due assembramenti, quelli di destra e quelli riuniti per Floyd. Ogni fazione ha accusato l’altra di non rispettare le distanze e le indicazioni di contenimento del contagio. E’ la prova che abbiamo da ridire sempre e solo con chi non la pensa come noi. Nessuno ragiona davvero in modo critico, tanto che si leggono solo giornali e siti delle proprie idee senza mai mettersi in dubbio e senza mai andare a vedere quello che pensa l’altra parte. L’artista invece non comunica verità ma riflessioni e la differenza sta tutta là».

Ruggeri parla, infine, del suo programma in onda su RAI2: «E’ stata una piccola rivoluzione del sabato sera. Io non sono un conduttore classico, ma uno che racconta storie e così ho impostato lo show in modo diverso rispetto alla liturgia tradizionale. Quelle sette prime serate sono state un fiore all’occhiello perché sono venuti a suonare amici bravissimi anche meno noti dal mondo indie, tipo i Coma Cose, e dal mondo rap, tipo Anastasio».“Lingue a Sonagli” è un programma ideato e condotto da Bussoletti in diretta radiofonica tutti i mercoledì su RadioRock.Ighttps://www.instagram.com/lingueasonagli/?hl=it

image_printStampa Articolo

Covid, 201 casi a Bologna da focolai Tnt e Bartolini 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

I casi di positività relativi al focolaio alla Tnt di Bologna sono saliti a 43, mentre quelli riconducibili alla Bartolini sono 158. Lo comunica l’assessore alle Politiche per la salute dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, nel corso di una intervista a SkyTg24 

“Con Bartolini – spiega Donini – abbiamo già 158 persone positive e alla Tnt siamo arrivati a 43 (ieri erano 29), per un totale di quasi 700 tamponi eseguiti sia ai lavoratori che ai loro familiari, e ai contatti dei familiari dei lavoratori. E abbiamo un ricovero in ospedale. Quindi diciamo che è una situazione circoscritta, ovviamente va assolutamente seguita con il contact tracing”. 

image_printStampa Articolo

Bill Gates: “Vaccino a chi ha bisogno, non a miglior offerente” 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

“Se lasciamo che i farmaci e i vaccini vadano al miglior offerente piuttosto che alle persone che vivono nei posti in cui c’è maggior bisogno, avremo una pandemia più lunga, ingiusta e letale”. E’ il monito lanciato in video dal miliardario filantropo e fondatore di Microsoft Bill Gates, in occasione di una conferenza virtuale su Covid-19 organizzata dall’International Aids Society. “Abbiamo bisogno di leader che prendano queste dure decisioni – ha continuato Gates – su una distribuzione basata sull’equità e non semplicemente guidata da fattori di mercato”.  

image_printStampa Articolo

“Ci risiamo, nuovi ricoveri Covid”: lo sfogo di un infermiere di Cremona 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

“Ci risiamo. In reparto abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti Covid con gravi insufficienze respiratorie. Per ora la cosa è limitata, non come a febbraio o marzo o l’inizio di aprile. Ma il coronavirus non si è dimenticato di fare il suo lavoro, e da bravo virus fa quello che deve: infetta nuovi ospiti per sopravvivere. Niente di più e niente di meno. Noi esseri umani, invece, dall’alto della nostra intelligenza ed evoluzione tecnologica e scientifica, facciamo finta che non esista”. E’ lo sfogo su Facebook di un infermiere dell’ospedale di Cremona, una delle province che nei giorni clou dell’emergenza Covid-19 è stata fra le più colpite.  

Le sue parole, il selfie pubblicato che lo ritrae bardato e con mascherina, toccano un nervo scoperto. Il ricordo dei giorni drammatici di marzo-aprile è ancora vivo nei cremonesi. E il post di Luca Alini, questo il nome dell’autore, diventa virale. Piovono i commenti. Tanto da spingere l’Asst a precisare che “non sono i casi gravi di marzo. Ci sono stati dei ricoveri in questi giorni in reparti ordinari, in parte legati a focolai già noti, come peraltro già spiegato pubblicamente nei giorni scorsi”. Ma, tiene a precisare l’ospedale, la terapia intensiva “resta Covid-free”, agognato traguardo raggiunto “ormai 5-6 settimane fa”.  

Il post dell’infermiere è datato 9 luglio e si riferisce al giorno prima. Quale sia oggi la situazione a Cremona lo spiega più approfonditamente all’Adnkronos Salute il direttore sanitario della struttura, Rosario Canino: “La premessa d’obbligo è che siamo lontani anni luce dalla crisi di marzo-aprile. Possiamo definirla una situazione abbastanza tranquilla, attenzionata ma tranquilla. Da venerdì scorso abbiamo avuto dei ricoveri, in tutto parliamo di 10 pazienti, 8 in Malattie infettive e due in Pneumologia. Di questi ultimi solo uno è in ventilazione non invasiva col casco. Le condizioni di tutti sono stabili e non c’è preoccupazione né si deve fare allarmismo”.  

Canino ribadisce che “occorre sempre molta attenzione, perché in zona si sono rilevati focolai. Due dei pazienti che sono stati ricoverati in questi giorni sono riconducibili a due focolai identificati (Viadana e l’azienda di ovoprodotti Parmovo). Ma non sono arrivati tutti in un colpo solo. Certo in quei giorni ci preparavamo a festeggiare l’uscita dall’ospedale degli ultimi due pazienti Covid, che sono stati poi effettivamente dimessi insieme anche a un altro paziente che era fra i nuovi ingressi. Questo traguardo è slittato. Ma speriamo di poterci riavvicinare al più presto”.  

I pazienti “che abbiamo in questo momento – tiene a ribadire il direttore sanitario – hanno un quadro di polmonite ma non insufficienza respiratoria, tranne il paziente sotto ventilazione non invasiva. L’invito alle persone è a non abbassare la guardia sulle misure di contenimento dell’infezione: distanziamento fisico, mascherina e lavaggio delle mani. Senza seminare il panico, è importante continuare sulla strada dell’attenzione”.  

image_printStampa Articolo

“Malattia delle vetrine”: ne soffrono più di 3000 campani, parte da Napoli il Network con 16 ospedali in rete

Nasce a Napoli il Network per l’AOP, l’arteropatia obliterante periferica, nota come “malattia delle vetrine”,  di cui soffrono più di 3000 campani. La patologia è  ostruttiva  di tipo arterosclerotico, provoca cioè il restringimento delle arterie. E se a livello cardiaco e cerebrale i rischi ben noti sono ictus e infarto, negli arti inferiori il rischio è la mancata irrorazione dei tessuti  con conseguente necrosi  e amputazione dell’arto. I primi sintomi sono dolori al polpaccio e alla gamba che provocano una zoppìa intermittente. Da qui il nome “malattia delle vetrine” perché impedisce a chi ne soffre di camminare bene per il dolore  e costringe le persone a fermarsi  come quando passeggiano per lo shopping. I principali fattori di rischio della malattia sono l’età avanzata, l’ipertensione, il fumo, l’ipercolesterolemia ed il diabete mellito; il “piede diabetico” per esempio  è una  delle principali complicanze di cui soffrono i pazienti diabetici.  Il Network per l’AOP ha come obiettivo quello di creare un nuovo modello assistenziale per i pazienti con AOP e mette in rete 16 Ospedali campani e nasce da una iniziativa del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università Federico II di Napoli.

In ogni struttura ospedaliera un’équipe multidisciplinare composta da chirurghi vascolari e cardiologi prenderà  in carico i pazienti che vanno incontro a rivascolarizzazione arteriosa – sia essa chirurgica che endovascolare – degli arti inferiori. Questi pazienti, come osservato  in uno studio internazionale, sono particolarmente a rischio di eventi avversi, sia legati al cuore (i.e. infarto) che agli arti (i.e. amputazioni)1. Allo stato attuale, solo una parte ristretta riceve una terapia medica adeguata e che rispetti le raccomandazioni delle linee guida internazionali. I ricercatori coinvolti nello studio si occuperanno proprio di accertare che dopo la procedura di rivascolarizzazione i pazienti ricevano una valida terapia medica e che questa venga adeguatamente seguita nel tempo (consentendo , per esempio, ai pazienti di avere controllo appropriato della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo) : “L’ interazione tra il chirurgo vascolare e il cardiologo è fondamentale – afferma il Prof.Giovanni Esposito – Ordinario di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia, Emodinamica e UTIC dell’A.O.U. Federico II – perchè l’approccio alla patologia deve essere  di tipo chirurgico e farmacologico. In passato,  l’ischemia del piede diabetico, causata proprio dall’arteriopatia obliterante, risultava inevitabilmente nell’amputazione, con tutti i rischi connessi. Nell’arco di un anno infatti la mortalità dei pazienti amputati è di uno su tre, in alcuni casi anche di uno su due. Oggi invece le terapie farmacologiche associate alle tecniche di rivascolarizzazione come stent e by-pass, permettono di evitare l’amputazione grazie alla riapertura delle arterie e al ripristino della circolazione nel piede. E in questo percorso il peso della terapia farmacologica è aumentato enormemente; basti pensare che oggi i farmaci riescono a ridurre del 35% le amputazioni. Se consideriamo che in italia vengono eseguite 70.000 amputazioni l’anno, di cui 30.000 a causa di fattori ischemici – le altre derivano da incidenti – con la giusta terapia farmacologica si evitano almeno 10.000 amputazioni. Le terapie farmacologiche di maggior successo sono quelle antitrombotiche con anticoagulanti orali e quelle con farmaci in grado di ridurre il colesterolo: questi farmaci hanno ridotto drasticamente non solo i casi di infarto – per cui erano nati –  ma anche le conseguenze più severe ed invalidanti della malattia periferica.

Nella strategia terapeutica per i pazienti con AOP è importante agire sull’aterosclerosi. Tra i   trattamenti di prima scelta, raccomandati dalle linee guida internazionali, vi sono i farmaci ipolipidemizzanti come le statine o le associazioni con ezetimibe. Le statine possono contribuire efficacemente a ridurre gli eventi cardiovascolari più gravi (il 26% in meno) e la necessità di amputazioni. Tuttavia nei casi di un inadeguato raggiungimento del livello target di colesterolo LDL < 55mg/dl, le linee guida suggeriscono l’aggiunta, a tali terapie, di farmaci inibitori del PCSK9, per ridurre in modo significativo il rischio di eventi cardiovascolari nei pazienti con arteriopatia periferica.

Ma anche il fattore tempo è importante, come ricorda il Prof. Eugenio Stabile, Associato di Malattie dell’Apparato cardiovascolare, responsabile del Programma Infradipartimentale di trattamento integrato dell’arteriopatia periferica e corresponsabile dello studio AMT-Leader con il Prof Giovanni Esposito: “Questa malattia è diffusa più di quanto si pensi ed evolve lentamente, per cui viene spesso trascurata. Invece è fondamentale rivolgersi subito al medico se si nota una ferita che tarda a guarire sul piede o  se si prova dolore al polpaccio perché possiamo essere subito indirizzati dagli specialisti. E poi noi stessi possiamo fare tanto per prevenirla e contrastarla, con uno stile di vita sano ed una terapia medica adeguata”.

La costituzione del  “Network per l’AOP” – conclude il Prof. Esposito – consentirà anche di evitare ai pazienti di essere ricoverati in ospedale a causa dell’insorgenza di accidenti cerebrovascolari, cardiovascolari e ridurrà l’impatto sociale delle invalidità attraverso la prevenzione delle amputazioni e, non ultimo, creerà un modello terapeutico all’avanguardia in Campania. Questo modello sarà capace di mettere in collegamento i vari specialisti con il fine unico di fornire un trattamento integrato dell’arteriopatia periferica e ci aiuterà a rendere non più necessari tanti “viaggi della speranza” fuori regione”.

Il Centro di Cardiologia della Federico II sarà il centro di coordinamento per i 16 centri aderenti all’iniziativa; la rete nelle cinque province campane assicurerà ai pazienti sottoposti a rivascolarizzazione a causa dell’ AOP una presa in carico uniforme e standardizzata che migliori la loro qualità e aspettativa di vita. La rete si rivolgerà a un target potenziale di circa 1.100 pazienti. La piattaforma informatica faciliterà il coordinamento tra il centro referente e quelli  aderenti, favorendo una gestione assistenziale uniforme. Questi sono i centri aderenti a cui i pazienti possono fare riferimento:

1.      AOU Federico II Napoli

2.      AORN – Ospedali dei Colli Ospedale Monaldi, Napoli

3.      A.S.L. Napoli 1 Centro Ospedale del Mare

4.      A.S.L. Napoli 1 Centro Ospedale dei Pellegrini

5.      Casa di Cura Villa dei Fiori, Acerra (Napoli)

6.      Clinica Mediterranea, Napoli

7.      AO Cardarelli, Napoli

8.      AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, Salerno

9.      PO San Luca, Vallo della Lucania (Salerno)

10.  Casa di Cura Salus, Battipaglia (Salerno)

11.  Ospedale di Eboli “Maria SS. Addolorata”

12.  AORN Sant’Anna e San Sebastiano, Caserta

13.  Clinica San Michele, Maddaloni (Caserta)

14.  Ospedale  San Giuseppe Moscati, Avellino

15.  Clinica Montevergine, Avellino

16.  AO San Pio, Benevento

image_printStampa Articolo

Coronavirus, nel Lazio 19 nuovi casi 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

“Oggi registriamo un dato di 19 casi. Dei nuovi casi due terzi sono quelli di importazione (12). Di questi casi di importazione 8 hanno un link con voli di rientro dal Bangladesh già attenzionati. Due altri casi provenienti da India, uno dall’Ungheria e uno dall’Egitto. La situazione è sotto controllo ma non bisogna abbassare la guardia. La diffusione è moderata frutto per lo più di casi di importazione”. Lo sottolinea l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato nel bollettino odierno dell’Unità di crisi Covid-19 della Regione Lazio.  

“La comunità del Bangladesh sta collaborando attivamente e prosegue senza sosta l’attività ai drive-in per il contact tracing. Abbiamo aperto anche i drive-in del San Giovanni e piazzale Tosti. Nella Asl Roma 1 un caso positivo nelle ultime 24 ore si tratta di una donna asintomatica individuata al tampone domiciliare e contatto di un caso già noto – ricorda D’Amato – Nella Asl Roma 2 dei 7 nuovi casi sono 6 quelli riferiti all’esito dei tamponi sulla comunità del Bangladesh richiamati al drive-in con link con voli internazionali da Dacca già attenzionati”.  

“Nella Asl Roma 3 sono quattro i nuovi casi giornalieri e di questi due riguardano persone di nazionalità Bangladesh con un link con voli di rientro dal Bangladesh già attenzionati. Un caso riguarda una donna di 45 anni di nazionalità egiziana con link familiare di un caso già noto – conclude l’assessore – Nella Asl Roma 6 un caso nelle ultime 24 ore si tratta di una donna di rientro da Budapest (Ungheria), sono state avviate le procedure del contact tracing internazionale”.  

Per quanto riguarda le province “registriamo sei casi nelle ultime 24 ore nella Asl di Latina si tratta di due uomini di nazionalità indiana e di rientro dall’India senza collegamenti tra loro e per i quali sono state attivate le procedure del contact tracing internazionale. Gli altri quattro casi riguardano un unico nucleo familiare di Formia posto in isolamento”, evidenzia D’Amato. “Rieti si conferma per il quarto giorno consecutivo Covid-free, mentre a Frosinone rimane un solo caso in isolamento. Si registrano zero decessi nelle ultime 24 ore”, conclude l’assessore.  

image_printStampa Articolo

Coronavirus, boom di volontari per il vaccino tedesco 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

Boom di candidature per il trial del vaccino tedesco contro il coronavirus. Quattromila volontari hanno presentato la loro candidatura all’Ospedale universitario di Tubinga dove è in corso la sperimentazione del prodotto sviluppato dalla CureVac.  

“E’ una situazione di privilegio, diversa dagli altri trial. Normalmente abbiamo problemi a trovare abbastanza volontari”, ha spiegato il direttore dello studio, Peter Kremer, precisando che non tutti i volontari saranno selezionati.  

A metà giugno è iniziata la sperimentazione del vaccino di CureVac su un primo gruppo di persone (fino a ora 50) per dimostrare la tollerabilità del prodotto. Fino a ora nessuno ha denunciato effetti collaterali.  

image_printStampa Articolo

Aperitivo Artistico – Palazzo Venezia

Dopo la grande partecipazione dei precedenti appuntamenti ritorna ‘Aperitivo Artistico’,  il nuovo Format che riapre la magica sinergia tra Palazzo Venezia Napoli e NOMEA

Appuntamento venerdì 17 Luglio h. 21.30 per questo momento di condivisione concepito all’interno del suggestivo Giardino Pensile del ‘700 situato nel cuore del centro storico di Napoli.

Il pubblico sarà immerso in questo spazio aperto con luci soffuse, nel quale la performer Veronica Parmiciano alternerà  il  particolare Violino a  Led con quello Elettrico in un coinvolgente percorso musicale 

Nella caratteristica Casina Pompeiana un’installazione dell’ Artista Pasquale Manzo che esporrà delle meravigliose sculture in carta pesta. 

Questo Happening sarà completato con un gustoso aperitivo di benvenuto ed un bicchiere di Falanghina Doc offerto dalla Cooperativa ‘Resistenza’ proveniente dall’uva coltivata sul fondo ‘Amato Lamberti’ confiscato alla Camorra

Tutto l’evento rispetterà le norme vigenti.  Contributo € 15 con prenotazione obbligatoria – Posti Limitati

0815528739 – 3282694680 – palazzovenezianapoli@gmail.com 

image_printStampa Articolo

Zingaretti: “Pd sostiene ogni iniziativa del governo anti-Covid” 

[FONTE Adnkronos]

Il segretario del Pd in un tweet sull’ipotesi di prolungare fino al 31 dicembre lo stato d’emergenza: “Chi nel mondo non lo ha fatto sta pagando un prezzo drammatico”. Salvini: “Libertà non si cancella con decreto” 
image_printStampa Articolo