domenica, Aprile 28, 2024
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“La notte della stella”

“La notte della stella” è il titolo del libro di don Gennaro Matino, presentato nella Cattedrale di Sorrento in collaborazione con la Libreria Tasso, lunedì, 18 dicembre, scorso; “Le conseguenze del Natale” è il sottotitolo.

Siamo seduti, arrivano don Carmine, il parroco, e don Gennaro; camminano con passi lenti, parlano, tra di loro, sottovoce, poi si fermano, si voltano, rimangono in piedi, e don Carmine, semplicemente, dice pochissime parole, con il suo solito modo: lucido, essenziale e preciso; infine passa la parola a don Gennaro.

Appare immediatamente molto informale, don Gennaro, al punto da rimanere in piedi tutto il tempo. All’inizio la mia mente cercava una ragione plausibile, per questa sua scelta, ma poi smettendo di pensare, ascoltando e osservando, ho capito!

don Gennaro, mentre parlava, faceva impercettibili passi verso di noi, perciò, per un istante, sembrava che parlasse soltanto con me, poi con un’altra persona, poi con un ragazzino, insomma questo suo stare in piedi e andare verso, lo faceva essere vicino, fisicamente, oltre che con il cuore, a chi ascoltava.

In fondo, cosa ci si poteva aspettare, se non questo, da don Gennaro: parroco della Santissima Trinità di Napoli, scrittore, docente di teologia pastorale, editorialista; don Gennaro ha guardato negli occhi la povertà estrema, andando in missione in India e in Brasile.

È importante sottolineare che le sue azioni sono sempre coerenti, nelle attività che svolge, con ciò in cui crede, tanto da dimettersi, dando prova concreta della sua coerenza, nel 2013, da moderatore della Curia arcivescovile, da vicario della comunicazione, e da responsabile del Giubileo di Napoli, per protesta contro l’arcivescovo, che in piena campagna elettorale ha l’ardire di ricevere Mario Monti; don Gennaro in quell’occasione esprime tutto il suo disappunto: “Che amarezza la Chiesa schierata con i poteri forti”. 

Come si fa a non ammirare, per non osare dire, amare, un esemplare di essere umano come don Gennaro? Chiaramente, “Esemplare”, visto e considerato, è il termine più giusto da utilizzare.

Dal 2021, nominato dall’arcivescovo di Napoli, è pro-vicario generale dell’arcidiocesi e responsabile del XXXI Sinodo della Chiesa di Napoli.

E arriviamo a oggi, alla presentazione del suo libro: “La notte della stella”; colpisce il fatto che don Gennaro leghi con grande sensibilità, ma soprattutto naturalezza, il Natale ai fatti “Nostri”: “Noi stiamo ragionando del Natale e la Terra dove è nato il Natale è sottosopra. Mai avremmo immaginato di celebrare il Natale in un momento come questo, in cui la parola pace è difficile da pronunciare, in una possibilità compiuta.” E ancora: “È difficile parlare del Natale nei tempi che stiamo vivendo, se pensiamo che sono stati uccisi più di mille e cinquecento bambini. 

È possibile ignorare la vita? La vita ha bisogno di esperti in umanità!

C’è bisogno che qualcuno dica che si può ancora sognare la pace, tra gli esseri umani. Io ne ho bisogno!” E aggiunge: “Il Natale è il nutrimento, per i cercatori di futuro.”

don Gennaro ha parlato di Dio, del vagito di un bambino che squarcia la notte, e che dice: “C’è ancora speranza”; ha parlato della stella, dei significati dei personaggi nel presepe, e scherzando, ma non troppo, ha ricordato che Maria e Giuseppe erano giovanissimi; Maria aveva quattordici anni e Giuseppe a malapena diciotto: “Non lo fate troppo vecchio Giuseppe nel Presepe, per favore!”

In più, ha tenuto a ricordare che quest’anno è l’ottavo centenario della prima rappresentazione del presepe di Greggio.

Prima di salutarci, ha risposto, in maniera ironica, alla domanda: “Qual è il più bel presepe che ha visto?”: “Il più bello è quello che faccio io! Per te è quello che fai tu! Così come Eduardo diceva, che il più bello era quello che faceva lui!” Riferendosi, ovviamente, a una commedia di Eduardo De Filippo: “Natale in casa Cupiello”.

Concludo con le parole che don Gennaro ama ripetere parlando del suo libro: “La notte della stella è la notte più luminosa dell’anno, che possa essere anche, per questo nostro tempo, che molto spesso fa i conti con l’oscurità, avere speranza di luce, per squarciare le tenebre del momento”.

A cura di Maria Grazia Grilli

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Redazione StreetNews.it
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