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Dopo un periodo di difficoltà JM ritorna nel panorama musicale convertendosi in Fioriti

FIORITI, all’anagrafe umbra Matteo Fioriti, è l’ibrido tra il cantautorato italiano e le affascinanti sonorità d’oltreoceano.

Dal 2016 ha collezionato oltre duecento date in tutta Italia, sempre in solitaria, in compagnia della sua voce e della sua chitarra.

In questi anni ha spesso condiviso il palco con artisti del calibro di The Zen Circus, Calcutta, Lo Stato Sociale, Canova, Rkomi, Shade e molti altri.

Nel 2020 inizia la produzione dei nuovi brani nel suo Home Studio tra le colline umbre, studio dal quale esce questo suo primo singolo, “Check”, per l’etichetta JAP Records con distribuzione Artist First: un nuovo capitolo, un nuovo mondo.

Ciao Fioriti, cosa ti ha spinto a scrivere e cantare “Check”?
Ciao! Purtroppo i miei ultimi 3 anni non sono stati tra i più semplici per me… Check è il frutto di tanti pensieri scritti a questo riguardo e nel giro di molto tempo. Non era nata come canzone. Solo appunti qua e là per aiutare ad esorcizzare tante cose successe. Quando ho deciso che era il momento di cambiare da JM (il nome che avevo prima) e diventare Fioriti (che è il mio cognome), lì ho pensato che un brano brutalmente onesto come Check fosse l’inizio migliore.

Immagino che non sia semplice cantare un testo ricchissimo di parole quasi tutto d’un fiato accompagnate da una base in sottofondo. Com’è nata questa scelta musicale?
E’ stata una conseguenza di quello che avevo tra le mani… tanti pensieri che avevano senso e potenza in quel preciso ordine. Niente ritornelli, niente scelte per rendere il tutto più fruibile. L’idea era un po’ trasmettere “questo sono io e basta”. Ho fatto almeno 5 produzioni diverse per Check. Non volevo creare il classico beat Hip Hop dove rappi sopra, Check era diverso da questo (senza togliere nulla ovviamente). Amo quando le strumentali si muovono e sono in funzionalità di ciò che dici, quando c’è una profonda sinergia tra parole e musica. Questo è quello che ho cercato di replicare.

Per te la musica è una valvola di sfogo per trasmettere messaggi ai tuoi coetanei?
E’ una valvola di sfogo, ma per me più che altro. Poi arrivano dei momenti in cui dici “questo brano ha fatto il suo percorso dentro di me, ora spero che possa essere utile a qualcun altro”.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere il brano?
Sono circa 3 anni di pensieri ridotti a 3 minuti di canzone…

Com’è nata la collaborazione con la JAP Records?
E’ nata quando avevo 16 anni. E’ un collettivo pazzesco di musicisti incredibili che sentendo le mie cose hanno deciso di darmi una mano ed iniziare un percorso più serio.

Qual è la canzone, tra quelle composte e cantate fino ad oggi, che ti rappresenta maggiormente e ti ha dato più soddisfazioni?
Non voglio guardare al passato, “Check” è decisamente quella che mi sta dando più soddisfazioni.

Quanto la TV (mi riferisco ai talent show e ai vari programmi televisivi musicali) ha influenzato la musica italiana negli ultimi anni?
L’ha influenzata e la influenza ancora. Quando hai la possibilità di arrivare alla massa con quella potenza, è chiaro che il messaggio modificherà le tendenze su tutto.

Da chi ti piacerebbe ricevere una proposta di collaborazione?
Sarebbe un sogno fare un pezzo con Jovanotti o Willie Peyote, o magari entrambi!

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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