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Dario Cecconi: “70 anni di una tv che ha saputo guardare al futuro”

La radio-televisione italiana, in questo 2024, festeggia ben due ricorrenze importanti: i 70 anni della televisione e i 100 anni della radio. In Italia, infatti, la prima messa in onda televisiva risale al 3 Gennaio 1954 mentre l’esordio ufficiale della radio al 6 Ottobre 1924.

Il cammino di sperimentazione che portò all’avvio ufficiale delle trasmissioni televisive era iniziato nel 1939, interrotto dal Secondo conflitto mondiale. Terminata la Guerra, l’ ‘Eiar’, diventata ‘Rai’, ricominciò dalla radio per poi proseguire con la televisione. Da lì in poi, tanti eventi sportivi al centro delle dirette degli anni di sperimentazione, insieme alle riprese di numerosi spettacoli teatrali. La fase sperimentale terminò all’inizio del 1954, proprio con l’avvio regolare delle trasmissioni del ‘Programma Nazionale’.

Le prime parole che il Paese ascoltò durante la prima messa in onda ufficiale, pronunciate dall’annunciatrice Fulvia Colombo, furono: “La Rai, Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”.

Con la nostra intervista a Dario Cecconi, giornalista esperto di mass media, autore televisivo professionale e attento, che ha sempre cercato una formula innovativa tra intrattenimento e divulgazione, cerchiamo di cogliere il senso di questi 70 anni di televisione italiana, di scoprire alcuni elementi interessanti legati alla sua storia e di farle i nostri più cari auguri. Dario Cecconi è anche conduttore di ‘Testa & Cuore’, programma di informazione, di approfondimento culturale e di interviste a tema, di cui cura la regia, appartenente al circuito regionale toscano ‘7 Gold’. Si tratta di una trasmissione in grado di registrare, ogni settimana, un ottimo consenso di pubblico.

Dario Cecconi, qual’ è stato il primo programma ufficiale della televisione italiana?

“Il primo programma televisivo ad essere trasmesso dal ‘Programma Nazionale’, poi diventato ‘Rai1’ e che segnò anche il debutto televisivo di Mike Bongiorno e del regista Antonello Falqui è stato ‘Arrivi e partenze’. Dopo alcune prove sperimentali effettuate nel 1953, la prima puntata del programma andò in onda alle ore 14.30 di Domenica 3 gennaio 1954, subito dopo la cerimonia inaugurale delle trasmissioni ufficiali. Di Mike Bongiorno, possiamo dire, inoltre, che dal 6 novembre 1954 al 17 maggio 1955, condusse il primo quiz della tv italiana: ‘Fortunatissimo’. Andava in onda il sabato sera”.

Ci sono dei programmi della televisione italiana che possiamo definire ‘storici’?

“Sicuramente il ‘Festival di Sanremo’ e ‘Lo Zecchino d’Oro’ sono due programmi storici, due veri e propri eventi televisivi che hanno scritto e che scrivono, ancora oggi, la storia della televisione italiana. Si tratta di due programmi molto popolari e amati che raccontano la storia artistica, culturale e sociale della nostra Italia, attraverso la musica. Includerei tra i programmi storici anche il ‘Telegiornale’ che, soprattutto nelle edizioni serali, è sempre stato un caposaldo della televisione”.

Quali sono stati i periodi di maggiore fermento creativo per la televisione italiana?

“Nei suoi sette decenni di vita, la televisione italiana ha attraversato diverse fasi. Negli anni ’60, ha vissuto un periodo di grande fermento creativo, con la nascita di programmi di successo come ‘Rischiatutto’, ‘Canzonissima’ e ‘Carosello’. Negli anni ’80, poi, abbiamo assistito ad un aumento esponenziale della programmazione di intrattenimento, quindi di rielaborazione creativa, dovuta allo sviluppo delle emittenti private che iniziarono a competere con il servizio pubblico”.

Qual è il genere televisivo più amato dagli spettatori italiani?

“I programmi di intrattenimento sono i più amati dal pubblico televisivo. I telespettatori italiani hanno sempre avuto una particolare predilezione per questo genere di programmi che, nel dettaglio, un tempo si chiamavano ‘Varietà’. Dobbiamo dire che, oltre a questi programmi, sono molto seguiti anche i ‘Games Show’, i giochi a premi’.

Quali sono, invece, i suoi programmi televisivi preferiti?

“Mi piacciono molto i programmi televisivi pensati in modo tale da mettere in risalto, con semplicità e intelligenza, la cultura artistica, letteraria, scientifica, senza troppe pretese. Generalmente, io preferisco i programmi ‘contenitore’, in cui possiamo trovare di tutto, dai momenti di divertimento a quelli di riflessione e in cui si stabilisce un rapporto diretto, immediato e trasparente con il pubblico. Li preferisco, di gran lunga, ai format importati. Mi piacciono molto le trasmissioni caratterizzate dalla ‘comunicazione positiva’ cioè dalla positività del rapporto tra presentatore e spettatore e dal clima emotivo positivo che si respira in studio”.

Possiamo racchiudere in tre parole il senso di questi bellissimi 70 anni di televisione?

“Come è stato sottolineato anche dai vertici della televisione pubblica, ‘memoria’, ‘orgoglio’ e ‘responsabilità’ sono le tre parole in questo momento più significative per la televisione e che racchiudono il senso di 70 anni di attività. La ‘memoria’ di quanto la ‘Rai’ ha fatto per lo sviluppo del ‘sapere’, l’ ‘orgoglio’ di essere la più grande azienda culturale del Paese e motore dell’industria dell’audiovisivo nazionale, e la ‘responsabilità’ di continuare a esserlo concretamente”.

In occasione di questo compleanno così importante per la televisione italiana, quale augurio possiamo farle?

“Alla televisione italiana, che in 70 anni di attività ha sempre saputo guardare al futuro, auguro di riuscire a mantenere il primato di mezzo di comunicazione più utilizzato e amato, in assoluto. Le auguro di riuscire a puntare sulla professionalità e sul talento dei giovani autori, competenti, capaci di intercettare i gusti di un pubblico sempre più ampio e consapevoli del fatto che, accanto all’esigenza di accontentare gli spettatori, ci deve essere anche la volontà di dare maggior spazio ai contenuti e di stimolare il buon gusto e l’intelligenza”.

a cura di Davide Napoletano

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Redazione StreetNews.it
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