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DA UN PALASPORT ALL’ALTRO, DA GIULIANO GUERRIERI AD ALESSIO BALDINELLI

La Ristopro Janus Basket Fabriano, com’è ormai ben noto, non giocherà il campionato 2021/22 di serie A2 al palasport di Fabriano per i problemi strutturali rilevati nell’impianto cittadino, intitolato a Giuliano Guerrieri (1939-2001), quello che è tradizionalmente considerato come il “padre” e “inventore” del basket fabrianese.

La Janus giocherà al palasport di Osimo, intitolato al coach anconetano Alessio Baldinelli (1962-2005).

Possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che i biancoblù passano da un “nume” all’altro del basket marchigiano, due allenatori – Guerrieri e Baldinelli – che in epoche diverse hanno fatto “grande” la pallacanestro della nostra regione, conquistando successi e trionfi con le squadre del territorio.

Se Guerrieri, infatti, è stato colui che tra il 1966 e il 1979 ha portato il Fabriano Basket dai campetti della Prima Divisione alle soglie della serie A, Baldinelli ha fatto faville prima a Jesi e poi a Osimo, in entrambi i casi conquistando tre promozioni di fila, tanto da portare tutte e due le squadre dalla serie C1 alla serie A2.

Per chi non lo avesse conosciuto o non seguiva il basket in quel periodo, vogliamo raccontarvi chi era Alessio Baldinelli.

Era un grande allenatore. Nato ad Ancona, classe 1962, cresciuto cestisticamente nei vivai di Stamura, Adriatico e Cus Urbino, esordì in panchina proprio con la squadra della sua città intitolata alla “paladina” dorica. Ma poi la vera svolta della sua carriera arrivò nel 1994 con la chiamata dell’Aurora Jesi, che allora si trovava in serie C1.

Una particolare coincidenza: Baldinelli prendeva il testimone sulla panchina aurorina – indovinare da chi? – nientemeno che da Giuliano Guerrieri, che aveva allenato Jesi dal 1990 fino – appunto – al 1994.

Ebbene, coach Baldinelli guidò i “leoncelli” a tre promozioni di fila, raggiungendo la serie A2 nel 1997.

«Alessio era giovane, ma già molto preparato». Lo ricorda così l’ex giocatore fabrianese Leonardo Sonaglia, classe ’59, punta di diamante dell’Aurora Jesi nel 1995/96, anno della promozione dalla B2 alla B1. «Era un allenatore che credeva in quello che faceva, era sicuro di sé e sapeva trasmetterlo al gruppo, sul quale puntava sempre molto, ed era ben aperto al dialogo con i giocatori – prosegue Sonaglia. – Tecnicamente, era un coach che preparava molto bene le partite, organizzava difese a zona o miste, e in attacco amava giocare in contropiede e in velocità. Eravamo forti. Vincemmo il campionato superando Sant’Antimo nello spareggio a Viterbo».

Dopo aver conosciuto l’unico esonero della sua carriera nell’inverno 1997/98 all’allora Sicc (gli subentrò l’altrettanto compianto coach Massimo Mangano), Baldinelli visse un anno interlocutorio a Civitanova, ma poi nell’estate 1999 arrivò la chiamata della Robur Osimo allora militante in serie C1. Ed anche qui, ecco un’altra fulminea scalata, tre promozioni in tre anni: B2, B1, Legadue.

«Se ci ripenso, ancora mi vengono i brividi». A parlare, stavolta, è l’ex giocatore Luca Usberti, attuale direttore sportivo della Vigor Matelica in serie C Gold, reggiano classe ‘73 trapiantato a Sassoferrato, tra l’altro in maglia Janus Fabriano sul finire della carriera nel 2015/16. Ebbene, in quella Robur Osimo, Usberti vinse due campionati, salendo in B1 e Legadue. «Alessio per me era un amico, oltre che l’allenatore – prosegue il ricordo Luca. – Era una persona vera, che metteva al centro di tutto il gruppo, al quale partecipava attivamente. Aveva la straordinaria capacità di essere uno di noi a cena e in discoteca, ma di farsi rispettare come coach in palestra. Del resto aveva un grande carisma». Sul parquet, poi, quella Robur faceva i numeri. «Giocavamo un basket davvero bello da vedere, divertente, garibaldino, spettacolare, segnavamo tantissimo – racconta Usberti. – Alessio voleva che se eravamo liberi, anche solo dopo un passaggio, dovevamo tirare. E in quella squadra c’erano giocatori perfetti per questo tipo di gioco veloce, che lui sceglieva con attenzione e sapeva pescare anche nelle categorie minori. Ma, attenzione, curava anche la difesa: “dietro” facevamo un gran lavoro, sia fisico che tattico. Ricordo quegli anni con grande commozione: per ciò che mi fa tornare in mente Alessio, per la straordinaria atmosfera che si era instaurata con i tifosi osimani, per la bontà di quel gruppo».

Approdata in Legadue, la Robur con Baldinelli ottenne due salvezze. Ma poi, sul finire del 2004, l’aggravarsi della malattia lo costrinse a lasciare la panchina osimana. Si spense il 28 febbraio 2005, ad appena 42 anni.

E chissà, viene da chiedersi, quante altre imprese avrebbe potuto compiere in panchina, con una carriera che aveva ancora tutta davanti…

Ad Alessio Baldinelli venne intitolato il nuovo palasport di Osimo, inaugurato con una cerimonia ufficiale il 20 aprile 2006, impianto in cui la Janus Fabriano andrà a disputare il prossimo campionato.

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Redazione StreetNews.it
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