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Powervolley saluta Nimir: esercitata la clausola di buy out dell’opposto olandese

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 Powervolley Milano comunica che è stata esercitata la clausola per il pagamento del buy out di Nimir Abdel Aziz, secondo quanto previsto dal contratto sottoscritto dalla società con l’atleta ed avente effetto sull’accordo in scadenza al giugno 2021.

La società meneghina intende ringraziare l’opposto olandese classe 1992 che con la maglia di Milano ha vissuto tre stagioni ricche di grande entusiasmo.

Per Nimir, arrivato all’ombra della Madonnina nell’estate del 2017-2018, in maglia Powervolley è arrivata la consacrazione come opposto a livello mondiale: 81 partite, 1528 punti tra Superlega, Coppa Italia e CEV Challenge Cup. Numeri straordinari, soprattutto dai 9 metri, con 183 ace. 

La società, nella figura del presidente e di tutta la dirigenza e lo staff, intende ringraziare l’atleta per l’impegno profuso e l’eccellente lavoro svolto in questi tre anni a Milano in cui ha messo a disposizione le sue qualità e la sua esperienza per la crescita della squadra. Powervolley Milano saluta così con grande affetto Nimir Abdel Aziz, augurandogli le migliori fortune per il prosieguo della sua carriera con la maglia di Trento.

a cura di Michele Vario

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Intervista esclusiva a Mario Lucarelli

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Cari lettori, oggi abbiamo il grande piacere di ospitare un grande attore, scrittore e docente. Si racconta ai nostri microfoni Mario Lucarelli, interprete di numerose Fiction TV, tra cui, “Le 3 rose di Eva” del 2011, “Distretto di polizia” “Incantesimo” “Don Matteo” “Orgoglio”. Nel cinema è interprete di vari personaggi, come in “Belli di papà” per la regia di Guido Chiesa, esordisce anche nella recitazione presso numerosi teatri e accademie d’Italia. Tra i vari riconoscimenti, trofei nazionali e internazionali,ricordiamo il prestigioso premio “Teatro Totò” dell’Accademia delle Arti Teatrali di Napoli.

  1. Siamo abituati a vederla come interprete di vari personaggi in grandi fiction tv e cinema, ma siamo curiosi di conoscere il suo vissuto prima dell’apparizione sui grandi schermi. Cosa ha contribuito alla sua formazione prima delle ‘luci della ribalta’? 

‹‹Sicuramente la ricerca. Ricordo, infatti, che negli anni ‘70 mio padre e mia madre mi portavano spesso al cinema. Ho visto tutti i gialli possibili: ‘L’uccello dalle piume di cristallo’, ‘Profondo rosso’, ‘L’etrusco uccide ancora… Poi uscì il filone dei film di Bruce Lee. Avrò visto più di 200 film di arti marziali! Iniziai, così, la pratica del karate e in circa due anni diventai cintura nera e poi atleta della Nazionale Azzurra. Grazie a questo ho potuto girare il mondo. Per quindici anni ho praticato agonismo, sono stato Campione d’Europa a squadre, Vicecampione del mondo, Campione Italiano nella categoria dei pesi medi e poi a ventisei anni, dopo i Mondiali, mi sono ritirato dalle competizioni.  Ho pensato di intraprendere una ‘vita normale’. Ho iniziato così a lavorare come assicuratore, ma era una vita troppo stretta, un lavoro che proprio non mi si confaceva. Sono arrivato a pensare che ‘rubavo ai poveri per dare ai ricchi’: certo, è un’estremizzazione quest’ultima frase, però convincere le persone a farsi dare dei soldi in cambio di carta mi faceva sentire male. Io desideravo scoprire altri mondi! Soprattutto, avevo la grande necessità di dire ancora tante cose e, sicuramente – pensai – con il lavoro dell’attore, tramite i vari personaggi potevo esprimere davvero tanto, anche ciò che non era establishment. Iniziare la carriera di attore all’età di trentotto anni può essere più difficoltoso perché si è già formati in un certo qual modo. Tuttavia, io avevo una forza caratteriale non indifferente che mi ha aiutato molto. Spesso si sente dire: ‘se ritornassi indietro, farei tutto quello che ho fatto’. Se io tornassi indietro, invece, cambierei un sacco di cose, meno questa. Feci la scelta giusta››.

  • Nella sua carriera ha conseguito anche innumerevoli riconoscimenti tra cui il premio come Migliore Attore Protagonista con “Il Cavatappi” al teatro Tordinona insieme all’attrice Laura Marconi Riviera, regia di Daria D. Morelli. Il corto teatrale é stato premiato al XIII Festival della Drammaturgia Italiana, cosa ha rappresentato quest’alto merito? 

‹‹Questo premio è stato un momento davvero importante e bellissimo perché avvenne in contemporanea di un periodo caratterizzato da alcune difficoltà: venne a mancare mia madre soltanto quindici giorni prima e, dopo altri venti giorni, mio padre; nel frattempo stavo cambiando casa e stavo divorziando. Dovetti mettercela tutta e con molta lucidità affrontai la situazione, portando a termine questo importante impegno lavorativo. A distanza di anni sono molto contento sia per il riconoscimento e sia perché considerando il momento difficile, sono riuscito davvero a tirare fuori il meglio di me, grazie alla mia forza di volontà, allenata sicuramente molto nella pratica delle arti marziali, e soprattutto grazie alla grande passione per il mio lavoro››. 

3) Potrebbe svelarci qualche progetto che ‘ha in cantiere’? Un piccolo anticipo sui prossimi lavori e impegni futuri?

‹‹Progetti futuri, sì, con il regista Jay Ruggiano, un allievo dell’Accademia di Napoli. Ho già lavorato con lui al corto cinematografico intitolato ‘Scenario’ che ha riscosso numerosi premi all’estero. Ora in cantiere c’è un film sulle carceri napoletane, ambientato a Napoli, che sicuramente partirà entro l’anno, con un importante e bellissimo ruolo. Insegnare all’Accademia delle Arti dello Spettacolo di Napoli- Teatro Totò, di Gaetano Liguori, all’Accademia Eleonora Duse di Lecce e quella di Pesaro, dove avrei dovuto iniziare se non fosse stato per il Covid-19, mi allieta tantissimo perché sono sempre sul palco. E soprattutto, il contatto con i ragazzi che hanno ‘fame’ di conoscere e vivere questo lavoro mi fa sentire un allievo – praticante – maestro, anche se sono un po’ contro l’idea del maestro››.

4) Attore, scrittore e docente di dizione in numerosi teatri ed accademie italiane, quale consiglio si sente di dare ai giovani che desiderano avvicinarsi al mondo del Teatro? 

‹‹Io non mi definisco proprio uno scrittore. Ho scritto un libro intitolato ‘Ex’che è un noir, thriller, anche grottesco oserei dire, da cui nacque un atto unico diretto e interpretato da me presso il teatro ‘Lo Spazio’ di Roma nel 2016. Essendo un amante di Edgar Allan Poe e dei suoi racconti, ho pensato di doverlo interpretare e a un certo punto mi sono detto: se io diventassi Edgar Allan Poe dovessi scrivere una storia, quale e come potrei scriverla? E così, nel mio esperimento, sono ‘diventato’ scrittore ed è nato Ex. Il consiglio che do’ ai ragazzi è cercare la libertà e avere coraggio. Bisogna essere se stessi e non avere paura. Essere un attore significa avere molto coraggio perché per analizzare testi, per interpretare i personaggi, insomma per dare voce e vita alle emozioni di un personaggio bisogna conoscere prima di tutto se stessi. Il lavoro dell’attore è un viaggio all’interno di se stessi, per scoprire il proprio Riccardo III, il proprio Caligola, il proprio Gesù, il proprio Gengis Khan, il proprio mendicante, il proprio riccone, il proprio avaro, il proprio amante, il proprio impotente, il proprio poeta… Noi abbiamo già tutto dentro!››.

a cura di Annalaura Ammaturo

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Rubati milioni di dati personali, 20 arresti 

[FONTE Adnkronos]

L’operazione Data Room della polizia postale: decine di migliaia di euro spartiti tra operatori infedeli e ‘rivenditori, Le indagini partite da una denuncia della Tim 
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Il neurologo Sorrentino: “Coronavirus ha aumentato disagio mentale” 

[FONTE Adnkronos]

Secondo l’autore di ‘La paura ci può salvare’ “mass media, politica e finanza hanno cavalcato la paura” 
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Covid colpisce anche il cervello: sintomi in 3 malati su 4 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

Non solo i polmoni: Covid-19 può colpire anche il cervello. Accade in circa 3 pazienti su 4 secondo uno studio condotto dall’ospedale San Paolo e dall’università Statale di Milano, in collaborazione con i principali centri neurologici dei Paesi europei. Nel lavoro, pubblicato sull”European Journal of Neurology’, i principali disturbi riscontrati vanno dalla cefalea alle mialgie, all’encefalopatia. La ricerca – realizzata dalla Clinica neurologica III del presidio ospedaliero San Paolo dell’Asst Santi Paolo e Carlo, e dal Centro di ricerca ‘Aldo Ravelli’ di UniMi – si è basata su un’indagine condotta attraverso questionari online composti da 17 domande, distribuiti ai medici europei impegnati nel fronteggiare la pandemia di coronavirus Sars-CoV-2. Sono stati raccolti più di 2.300 questionari che riportavano appunto la presenza di sintomi neurologici in circa tre quarti dei pazienti. Per gli autori, lo studio suggerisce che “si sta aprendo un nuovo capitolo nei libri di neurologia” e che “i neurologi potranno avere un ruolo importante nella gestione della pandemia e nei suoi esiti”. 

“I meccanismi responsabili dell’interessamento neurologico sono molteplici – spiega Alberto Priori, direttore della Clinica neurologica III del San Paolo, professore del Dipartimento di Scienze della salute in Statale e fra gli autori dello studio – Possono essere diretti per effetto della diffusione del virus nel tessuto nervoso, come dimostrato proprio qui al Polo universitario San Paolo dove per la prima volta è stato identificato col microscopio elettronico il virus e i danni tissutali correlati all’infezione”. Ma “ci sono anche meccanismi indiretti, come per esempio l’importante attivazione della coagulazione del sangue, che possono portare a ictus. L’importanza dello studio – evidenzia l’esperto – è che a livello europeo si è dimostrato che i sintomi neurologici sono frequentemente riscontrabili”. Ora saranno da “valutare le complicanze neurologiche tardive dell’infezione – sottolineano da San Paolo e UniMi – poiché in molti dei pazienti più gravi poi guariti si riscontrano alterazioni neurologiche che richiedono uno stretto monitoraggio e la collaborazione tra molti specialisti con un percorso riabilitativo complesso che può essere anche molto lungo”. 

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Legale Palamara all’Anm: “Mai detto espulsione fondata su articoli stampa” 

[FONTE Adnkronos]

Lo afferma Roberto Carrelli Palombi, difensore dell’ex presidente dell’Anm, in una lettera inviata ieri e che l’Adnkronos ha potuto visionare: “Negato diritto di difesa” 
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L’Acqua&Sapone Unigross riabbraccia Ricci

L’Acqua&Sapone Unigross riabbraccia il tecnico Antonio Ricci. Sarà l’allenatore di origini laziali, 54 anni, abruzzese d’adozione, a guidare nella prossima stagione le squadre giovanili delle categorie Under 17 e Under 19.

Antonio Ricci torna nella grande famiglia nerazzurra dopo aver allenato la prima squadra in serie A dalla fine del 2016 all’inizio del 2018, vincendo la Winter Cup con Murilo e compagni all’inizio del 2017 nella Final Four di Napoli.

Per l’allenatore un ritorno alle origini, visto che aveva iniziato il suo percorso proprio allenando nei settori giovanili. “Sono molto contento di questa opportunità – ha detto Ricci subito dopo la firma – e devo ringraziare la famiglia Barbarossa, l’a.d. Colatriano e il direttore D’Egidio per aver pensato a me per questo ruolo. Sarà un compito che svolgerò con grande dedizione, perché Under 17 e Under 19 nell’Acqua&Sapone Unigross fanno rima con ambizione e blasone. Avrò dei gruppi di ragazzi molto promettenti e spero di poterli guidare fino a raggiungere uno spazio futuro in prima squadra. Se oggi il nostro rapporto professionale, che è anche un rapporto di infinita stima e amicizia personale, si riapre, è merito delle relazioni che in questi anni non si sono mai interrotte, anche dopo la scelta di cambiare nel 2018. In questa società mi sento a casa, per questo ho accettato la missione di prendere le redini delle giovanili”.

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Focolaio Campania, Meloni vs De Luca: “Parli meno” 

[FONTE Adnkronos]

“Mentre minacciava il lanciafiamme, c’erano gruppi di immigrati clandestini che già bivaccavano e italiani restavano a casa” 
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