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SCIOPERI, HOLLYWOOD:  IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Gli sceneggiatori e gli attori di Hollywood sono in sciopero. Il primo maggio scorso la Writers Guild of America, il sindacato che rappresenta gli sceneggiatori che lavorano nel cinema e in televisione negli Stati Uniti, ha indetto uno sciopero contro il sindacato dei produttori, l’Alliance of Motion Picture and Television Producers, colpevole di non aver accettato nessun tipo di dialogo sull’aggiustamento di alcuni termini contrattuali.

Gli sceneggiatori americani chiedono che il loro lavoro di scrittura sia per le serie tv che per i film sia retribuito con nuovi contratti, aggiornati al nuovo scenario in cui i prodotti audiovisivi sono distribuiti. Un contratto, quindi, che tenga conto della presenza delle piattaforme streaming e della loro modalità di distribuzione, regolarizzando l’eventuale utilizzo di intelligenze artificiali. Il sindacato aveva chiesto degli aggiustamenti soprattutto per quanto riguarda la paga minima settimanale e sulle tutele lavorative, come un numero minimo di settimane lavorate ad episodio o un numero minimo di autori per ogni writer’s room (il gruppo di autori che lavora al singolo progetto).

Mentre alcuni produttori sono pronti a modificare i salari minimi, non c’è stato per ora nessun accordo per quanto riguarda il tema dell’intelligenza artificiale, visto che il timore più grande è che nei prossimi anni alcuni tipi di scrittura vengano demandati all’AI.

 La vicenda ricorda molto lo sciopero che gli stessi sceneggiatori indissero il 5 novembre del 2007. Per più di 100 giorni la macchina produttiva di Hollywood si fermò, facendo perdere all’industria qualcosa come 1.5 miliardi di dollari. Molte serie tv come Scrubs e Breaking Bad, risentirono dello sciopero. Proprio Breaking Bad si vide ridurre la prima stagione da 13 episodi a 7. Gli accordi arrivarono pochi mesi dopo, nel febbraio del 2008.

Il 14 luglio anche lo Screen Actors Guild, sindacato per la tutela degli attori, ha indetto uno sciopero che proibisce loro di partecipare a qualsiasi iniziativa legata ai set cinematografici e alle promozioni di film prodotti dagli studios, con cui sono in rotta di collisione. L’attrice Fran Drescher, attuale presidente del SAG, ha descritto la risposta dell’AMPTP alle loro richieste come “offensiva e irrispettosa”del contributo dato dagli attori all’industria cinematografica statunitense, definendo “disgustoso” l’atteggiamento degli studios che – a dire di Descher – si lamentano della loro povertà, mentre danno centinaia di milioni di dollari ai loro amministratori delegati.

Anche per il SAG, l’intelligenza artificiale risulta essere un argomento scottante, strumento che i produttori potrebbero utilizzare per sostituire gli interpreti reali. Tale “concorrenza” danneggerebbe ovviamente attori e attrici, quindi è vitale regolamentare l’uso dell’I.A. per preservare le loro performance e stabilire una forma di pagamento qualora le fattezze degli interpreti venissero riprodotte, o modificate o replicate, in maniera digitale. 

Cosa succederà nell’immediato futuro è difficile da prevedere; attori e sceneggiatori proclamarono uno sciopero congiunto nel 1960, guidato da Ronald Reagan, ottenendo una serie di vantaggi che contribuirono a difendere soprattutto gli interessi dei lavoratori meno abbienti, oltre a vedersi riconosciuti i diritti sull’assistenza sanitaria e la pensione. Se le due parti dovessero continuare a non trovare un accordo, gli effetti si sentiranno sulle serie tv delle tv generaliste della prossima stagione che, solitamente, si iniziano a scrivere tra maggio e giugno per andare in produzione a luglio ed agosto. Senza copioni, sarebbe impossibile girare ed avere nuove puntate in tempo per settembre.

E in Italia?

Se per la Mostra del Cinema di Venezia si ipotizza la possibilità che la kermesse debba fare a meno della presenza dei divi di Hollywood, qualora la protesta sindacale dovesse superare la data del 30 agosto, per il Giffoni Film Festival già ci sono state le prime rinunce. Due degli attori che avrebbero dovuto presenziare alla rassegna del “cinema per ragazzi” non ci saranno, ovvero Asa Butterflied e Matt Smith. Di seguito le parole del Direttore Claudio Gubitosi:

“Ringrazio i talenti e i loro agenti per la disponibilità dimostrata. I due attori si erano infatti offerti di essere comunque presenti a Giffoni, ma tutti hanno compreso che questo non sarebbe stato utile né per i nostri ragazzi, né per loro. Mi auguro che si inizino a riconoscere e tutelare i diritti dei lavoratori della più grande industria del mondo. In accordo con gli agenti, abbiamo già stabilito che Matt Smith e Asa Butterfield saranno i primi due talenti in lista per la partecipazione al festival del 2024”

Anche gli italiani del Writers Guild Italia: il presidente Giorgio Glaviano ha ammesso che anche gli sceneggiatori nostrani stanno “seguendo con trepidazione” gli sviluppi della vicenda oltreoceano. “Le loro fatiche sono anche le nostre”, ha detto Glaviano. “Ovunque, la figura dello sceneggiatore è minacciata da paghe sempre più sottili e da condizioni di lavoro sempre più scomode”, ha aggiunto, chiudendo che “supporteremo i nostri colleghi americani in ogni modo. L’unica cosa che interessa ed unisce tutti noi autori è raccontare il mondo, rendere vive le emozioni, e regalare sogni agli spettatori”.

a cura di Domenico La Marca

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Redazione StreetNews.it
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