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Premio PMI a Sanremo Giovani, concorrente ad Amici, giurato a All Together Now, ballerino con Roberto Bolle: eccoci con Leonardo Monteiro e la sua Regina

Leonardo Monteiro, nato a Roma nel 1990, coltiva sin da piccolo la sua passione per la musica. Appena adolescente studia danza alla Scala di Milano, esibendosi in numerosi teatri in Italia e all’estero, in particolare, nel corpo di ballo de “Lo Schiaccianoci”, insieme a Roberto Bolle, Eleonora Abbagnato e Sabrina Brazzo.

Nel 2008 partecipa ad “Amici di Maria De Filippi” nella categoria “Danza”. Nel 2017 vince Area Sanremo e, scelto da Claudio Baglioni, nel 2018 partecipa al 68° Festival di Sanremo nella Categoria Nuove Proposte con il brano “Bianca”, per il quale gli viene conferito il Premio PMI “Valore alla musica”. Nello stesso anno partecipa su Rai1 a Telethon e si esibisce al tributo a Lucio Dalla, per l’omonima Fondazione, e al Premio “Mimì Sarà” al Teatro Nuovo di Milano.

Ha partecipato, tra i protagonisti del MURO, alle prime tre edizioni di “All Together Now” in onda su Canale 5, il 27 marzo del 2020 pubblica “La Tua Maglietta”, anticipazione dal suo secondo album intitolato “Yin e Yang”  da cui estrae anche “Il Telefono” e “La Regina”.

Per alcuni è un volto già noto, per altri meno. Eccoci con Leonardo.

Ciao Leonardo, che piacere ritrovarti con questo tuo nuovo singolo! Allora…presentaci “La Regina”
La Regina è un brano che invita all’autostima, alla libertà di pensiero e di comportamento, a uscire dagli schemi in cui alle volte ci ritroviamo intrappolati. E’ uno dei brani che preferisco all’interno del mio nuovo album, perché è ricco di sonorità moderne, ma mi consente anche di esprimermi attraverso una vocalità libera e a tratti ricercata.

Il tuo è un invito ad uscire dagli schemi mentali e stare in una realtà senza false verità. Secondo te, ci sono ancora troppi schemi mentali o si sta avendo un cambiamento di tendenza?
Purtroppo l’ultimo anno non ci ha aiutati a liberarci dalle sovrastrutture; anzi, mi pare che ci siamo ritrovati, volenti o nolenti, intrappolati ancora di più in binari molto stretti, rigidi, serrati… Chiusi nelle nostre case per lungo tempo, alcuni addirittura chiusi in una stanza, in molti con problemi di lavoro e di sostentamento. Direi che la pandemia non ha giovato affatto da questo punto di vista!

Il brano è estratto dal tuo ultimo album “Yin e Yang”. Quali sono i temi che hai deciso di affrontare in questo disco?
E’ un album che tratta temi molto diversi, dall’amore alla rabbia, dalla delusione alla gioia, dalla gloria alla depressione. E’ un viaggio personale che ho affrontato in questi tempi difficili, fatto di solitudine e di assembramenti, di saggezza e di insensatezza. E’ Yin e allo stesso tempo Yang, tutto e il suo contrario, perché non può esistere l’uno senza l’altro.

Al 68° Festival di Sanremo nella Categoria Nuove Proposte con il brano “Bianca” ti aggiudicasti il Premio PMI “Valore alla musica”. Che ricordi hai di quell’esperienza? 
Sanremo è un tumulto di emozioni. E’ come il Carnaval du Brasil, dove tutto succede, mentre la musica scorre. Non scorderò mai l’orchestra che mi accompagnava, le mille interviste, le corse per le dirette, le gioie e i dolori, le persone che mi sono state vicine e quelle che mi ronzavano attorno solo per l’odore del successo… Tante emozioni tutte insieme, difficili in effetti da descrivere.

Sanremo è stato per te un trampolino di lancio per acquisire maggiore notorietà e spessore nel mondo dello spettacolo?
La visibilità che offre quel palcoscenico è innegabile e probabilmente ancora oggi senza pari in Italia. Quando sei lì, però, cerchi solo di trascinarti da un’intervista all’altra dalle otto del mattino fino alle undici di sera, pensi a quando canterai e a come gestire la tensione, pensi che sei sul palco più importante della musica italiana e stenti a crederci, che potrai cantare accompagnato da un’orchestra immensa di grandi professionisti… E’ davvero un turbinio di emozioni, di incontri, di avvenimenti, tutti concentrati in pochissimi giorni. I premi e la notorietà sono l’ultima cosa a cui pensi!

Passando al settore televisivo, tra le partecipazioni c’è quella più interessante, immagino, riguardante All together now (presente nelle 3 edizioni). La rifaresti? Se sì perché?
Certo che sì. All Together Now è come una grande famiglia allargata per me. Il Muro è variegato e strapieno di persone interessanti, ognuno ha un background diverso e condivide la sua esperienza con tutti gli altri, tutto il team che lavora al programma è organizzatissimo (pensate a cosa significa coordinare 150 persone diverse sul palco ad ogni stagione!), Michelle (Hunziker, ndr) è un esempio di professionalità e, al contempo, di un’umanità incredibile, i ragazzi che partecipano alla gara hanno tutti un’identità e un percorso differente… Insomma, è un gioco in cui si respira musica dall’inizio alla fine, ci si diverte, si discute, si ride, si scherza e si balla come dei matti… Che c’è di meglio? 🙂

Con chi vorresti collaborare un domani?
Ci sono tantissimi artisti fuori dal comune con cui mi piacerebbe avere l’opportunità di collaborare. Penso a Giorgia, Claudio Baglioni, Elisa, Stevie Wonder… e tanti, tanti altri. Ho sempre vissuro la musica attraverso la condivisione e ho avuto modo di collaborare con tanti musicisti e artisti di livello e inclinazioni differenti. Penso che la contaminazione musicale e le collaborazioni con persone sempre diverse siano l’unica strada aturale per un musicista… Non importa se sei su un palcoscenico importante o in un parco pubblico su una panchina: fare musica insieme agli altri è un’esperienza molto intensa, speciale, direi quasi mistica!

Cosa bolle nella pentola di Leonardo oggi e nel futuro?
Come tutti i miei colleghi, sono bloccato da un anno ormai e non di certo per scelta. E’ una situazione ai limiti dell’assurdo, che era comprensibile e sopportabile nell’emergenza dei primi mesi, ma che a questo punto tanti miei colleghi vivono solamente come un sopruso e una violenza. Certo, rispetto a tanti altri io ho avuto la fortuna di riuscire a prendere parte a due programmi televisivi, ma quello che sono nato per fare è cantare, stare sul palco, esprimermi attraverso la musica e le parole. E’ questo che bolle in pentola e che non vedo l’ora di tornare a fare appena possibile, ossia semplicemente il mio lavoro… Né più, né meno!

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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