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ONG LAICI TERZO MONDO: IMPEGNO CONTINUO A FAVORE DEL RISCATTO SOCIALE NEL MONDO

E’ piuttosto complicato riuscire a descrivere solo in un articolo cosa sia e soprattutto cosa faccia la ONG Laici Terzo Mondo in Italia e in tutto il pianeta. Nata nel 1972 ad opera di Padre Giusto Pala, dedica tutte le attività alla lotta alla povertà e alle disuguaglianze tra nord e sud del mondo. 40 anni di storia, tanti i progetti promossi e gli obiettivi raggiunti, nella lotta alle pandemie, ad esempio, o ancora nella tutela delle minoranze, nel contrasto alle nuove povertà. Oggi riusciamo ad incontrare Renata Molino, responsabile dei progetti in Italia e con lei parliamo proprio della nostra amata penisola.

Quando il mondo non era ancora stato travolto dall’informazione massiva e multiforme, soprattutto grazie ad internet, la sensazione era che il cosiddetto Terzo Mondo fosse una realtà, seppur tragica, molto lontana dalle nostre vite. Invece con gli anni, abbiamo capito che la povertà, la privazione dei diritti fondamentali, la tutela dei minori in un contesto socio – culturale multiproblematico sono questioni che ci toccano da vicino. Quali sono le aree geografiche e quali i contesti sociali in cui opera LTM?

LTM opera in Africa (Benin, Camerun e Madagascar) con la realizzazione di interventi per lo sviluppo economico, sociale e culturale delle popolazioni più vulnerabili e per la promozione dei diritti umani. In Campania (principalmente Napoli) è impegnata per la promozione di una cultura multietnica e solidale, il contrasto alla povertà educativa, la cittadinanza attiva.

Quali sono le maggiori difficoltà a cui si va incontro quanto LTM inizia ad operare? Quali sono le realtà più difficili nel resto del mondo?

Molti paesi del Sud vivono situazioni ancora drammatiche con elevatissimi tassi di povertà estrema, una mortalità infantile che nel terzo millennio non può lasciarci insensibili, il mancato rispetto dei diritti fondamentali come lo studio, la sicurezza alimentare, la libertà di espressione.

LTM è impegnata in Africa, ove realizza progetti di sviluppo sostenibile in collaborazione con le comunità locali; progetti identificati sulla base dei reali bisogni delle popolazioni e realizzati in modo da valorizzare le competenze e le risorse.

L’immagine stereotipata dell’Africa ci giunge distorta da una superficialità mediatica che pone in evidenza solo gli effetti del sottosviluppo e non si sofferma sulle potenzialità dei popoli di un intero continente da cui attingiamo materie prime per il nostro consumo: petrolio, minerali, legname etc.

Le difficoltà di operare in altri paesi si superano grazie ai partenariati con le organizzazioni locali impegnate a favore delle fasce sociali più vulnerabili e grazie alla capacità dei nostri operatori di porsi nel ruolo di facilitatori nei progetti i cui veri protagonisti sono i beneficiari.

Difatti, ci impegniamo per diventare inutili: ci impegniamo per trasferire competenze e risorse alle comunità locali, affinché non abbiamo più bisogno di noi per costruirsi un futuro dignitoso.

Passiamo all’Italia. Lei è responsabile della LTM proprio per i progetti nel nostro Paese. Quali sono le mission?

LTM in Italia interviene nella formazione di volontari e di professionisti in cooperazione allo sviluppo, in progetti di inclusione sociale (migranti e minori a rischio), di contrasto alla povertà educativa e di Educazione alla Cittadinanza Globale.

Dear School e il Film Fest realizzati proprio dall vostra ONG: applicazione dell’obiettivo 10 dell’agenda 2030 in una delle realtà più difficili della nostra Campania. Educazione alla cittadinanza globale, lotta alle disuguaglianze, senso di appartenenza: gli adolescenti e i giovani di oggi (e delle aree interessate) possono essere gli attori del cambiamento, ma non da soli. Quanto lavoro c’è “dietro” e di che tipo?

Per realizzare un’attività come il Dear School Film Fest sono stati necessari ben due anni di lavoro in 14 scuole di Napoli. Si inizia dal coinvolgimento dei più piccoli con laboratori di fiabe interculturali, perché l’Educazione alla Cittadinanza Globale e l’attivismo per un mondo più giusto ed equo dovrebbero essere promossi fin dall’infanzia. Si arriva agli studenti delle scuole medie e superiori con laboratori più tecnici, di cinema e di giornalismo, sempre volti a scardinare stereotipi e pregiudizi relativi all’alterità e alla diversità e alla promozione della parità di accesso ai diritti fondamentali.

Dietro tutto questo c’è lavoro incessante di ricerca e formazione di educatori specializzati in metodologie educative innovative e non formali, che sono in grado di promuovere il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei giovani cittadini del mondo.

Di Clemente Scafuro

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Redazione StreetNews.it
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