Riccione. Pochi mesi fa aveva rinunciato alla wild card, il pass che Federnuoto le aveva messo a disposizione, e in acqua ha nuovamente dimostrato di non temere rivali. 1’56’’69: tanto vale il biglietto olimpico per Tokio 2020, la quinta olimpiade della nuotatrice veneta. A 32 anni Federica vince i 200 stile libero con un tempo largamente inferiore al minimo olimpico e piange per l’emozione. Di questi tempi è difficile anche per i professionisti accedere alle strutture sportive, disputare gare “di prova”, vivere semplicemente in maniera serena. La Divina (titolo attribuito dopo la vittoria ai mondiali di Corea nel 2019) è riuscita a fare anche meglio di quanto servisse, piazzando un tempo che non è certo record, ma si inserisce tra i migliori crono europei degli ultimi 10 anni. Campionessa olimpica plurimedagliata, ha iniziato la sua carriera agonistica nel 2002, aggiornando continuamente i record, sia in vasca corta (la sua preferita) che lunga. Non pochi problemi fisici, soprattutto nel 2006 e nel 2012, la perdita del tecnico Alberto Castagnetti nel 2009, l’anno sabbatico appena dopo l’olimpiade di Londra, il Covid che l’ha bloccata per molto tempo; nonostante questo, però, la nuotatrice ha portato in Italia 26 ori, tra cui quello di Pechino 2008, sempre nei 200 stile libero, con un nuovo record del mondo. I suoi successi l’hanno portata anche al riconoscimento di alcuni titoli onorifici: oggi infatti è Commendatore dell’Ordine al merito e negli anni precedenti ha collezionato ben 3 collari d’oro al merito sportivo e un altro titolo di Ufficiale della Repubblica. I suoi record sportivi, invece, non sono solo relativi ai tempi in vasca: è stata la più giovane atleta a salire su un podio olimpico, nel 2004 (Atene), l’unica italiana ad aver migliorato dei record mondiali in diverse specialità, prima e unica ad aver vinto l’oro olimpico nel nuoto. Mai nessuna prima di lei. E allora a Riccione, davanti ai microfoni, piange, perché si è emozionata. Quanti atleti sognano momenti come questi, lavorano duro per anni, ma poi i risultati non arrivano, un po’ per le capacità, a volte per sfortuna. Anche per Federica, probabilmente è stato così, agli inizi, ma non ha mai mollato. L’ho incontrata la prima volta ai campionati italiani del 2005, quando ha vinto uno dei 129 titoli nazionali; a detta dei tecnici, avrebbe fatto davvero grandi cose. E’ stato così. Oggi guarda alle Olimpiadi di Tokio con ottimismo. Ha dichiarato che dopo la tensione nata nelle gare precedenti, con una qualificazione persa per qualche decimo di secondo, la soddisfazione è maggiore e con la sua espressione rassicura: sarà regina anche in Sol Levante. In bocca al lupo, Federica!
Di Clemente Scafuro
