Un’ulteriore sentenza della Cassazione stabilisce la nullità di una multa per eccesso di velocità se l’Autovelox non soddisfa uno specifico requisito. Stavolta, non si tratta dell’omologazione
E’ stato un anno ricco di novità per quanto riguarda la regolamentazione inerente gli Autovelox. Tra sentenze della Cassazione e provvedimenti del Ministero dei Trasporti, molto è cambiato riguardo sia il posizionamento che l’efficacia sanzionatoria dei dispositivi di rivelazione.

Se la Cassazione ha ribadito la nullità delle multe emesse da dispositivi privi dell’omologazione, dal censimento degli autovelox fortemente voluto dal ministro Salvini è scaturita la prima mappatura nazionale degli stessi con la lista di quelli attivi consultabile sul sito del MIT. Non solo, tutti gli apparecchi non censiti, sebbene ancora funzionanti, sono da considerarsi come spenti e pertanto le multe eventualmente da loro emesse sono a tutti gli effetti nulle.
Non è finita qui. Dalla Cassazione è arrivato un altro importante provvedimento in materia. E’ contenuto nell’ordinanza n. 31876 pubblicata il 6 dicembre 2025 dalla seconda sezione civile che ha imposto, di fatto, un nuovo obbligo per l’ente che ha installato l’autovelox e gode dei proventi delle multe.
Multe Autovelox, anche in questo caso sono nulle
Con l’ordinanza suddetta, la Cassazione ha stabilito la necessità inderogabile che gli autovelox siano sottoposti a taratura annuale presso enti di certificazione accreditati. In caso di ricorso, l’eventuale assenza di questo requisito comporta l’annullamento della sanzione pecuniaria e della decurtazione dei punti dalla patente.
La Cassazione ha inoltre stabilito che l’onere della prova spetta esclusivamente all’ente che gestisce l’autovelox. Il Comune, la Prefettura o chi per essi devono confermare, in sede di giudizio, l’avvenuta taratura del dispositivo con una dimostrazione tecnica rigorosa tramite la quale va attestato anche un altro elemento imprescindibile ovvero l’omologazione dell’autovelox.

Non basta inoltre che il dispositivo di rilevazione della velocità sia tarato. Con l’ordinanza, la Cassazione ha ribadito un altro principio/linea guida fondamentale. Le verifiche sulla taratura degli autovelox non possono essere effettuate da laboratori qualsiasi ma solo da quelli che operano in conformità con i requisiti stringenti della norma Uni Cei En Isoiec 17025:2005. I laboratori che effettuano le verifiche, inoltre, devono essere accreditati da Accredia o da altri enti internazionali firmatari di accordi di mutuo riconoscimento.
Con questa ordinanza che si affianca a quella oramai celebre che distingue tra autorizzazione e omologazione di un autovelox, la Cassazione ribadisce di fatto l’obbligo di una procedura il più delle volte disattesa e nemmeno considerata. La taratura di un autovelox è fondamentale per il buon funzionamento del dispositivo e la correttezza delle infrazioni rilevate. Senza, ogni verbale è impugnabile e passibile di annullamento in caso di ricorso presso la Prefettura o il Giudice di Pace.