Mario Ferri (detto il “Falco”) è il Robin Hood della gente

La storia del Falco, tra viaggi, calcio e follia lucida: un personaggio che unisce adrenalina, velocità e un cuore rivolto ai suoi messaggi al mondo

Durante una partita di calcio internazionale capita a molti di assistere a momenti fuori copione: il gioco si ferma, un uomo entra in campo e in pochi secondi catalizza l’attenzione del mondo.

Mario Ferri il Falco
Mario Ferri (detto il “Falco”) è il Robin Hood della gente – streetnews.it

Tra quei volti ce n’è uno diventato familiare agli appassionati, quello di Mario Ferri, conosciuto come “Il Falco”. Dietro le sue famose invasioni, però, c’è un percorso sportivo vero, fatto di trasferte lontane e scelte coraggiose.

Ferri unisce origini napoletane e abruzzesi, e da anni porta in giro per il mondo la sua velocità e la sua identità controversa: invasore per il grande pubblico, calciatore per chi vive con lui lo spogliatoio. Oggi veste la maglia del Victoria City, club della Serie A delle Seychelles, dopo esperienze in Svizzera, Giordania, Malesia e altre tappe che hanno costruito una carriera insolita ma combattuta.

Dalla notorietà alla necessità di ripartire

Nonostante un passato nei campionati minori italiani, Ferri ha trovato proprio all’estero il modo di liberarsi dal peso del suo personaggio.

La notorietà legata alle invasioni lo ha reso immediatamente riconoscibile, al punto da ostacolare una valutazione realmente sportiva.
«Sarebbe bello essere giudicato come giocatore e non solo per ciò che ho fatto in passato», racconta.

Il suo profilo, comunque, conserva un tratto costante: nessuna espulsione diretta, un comportamento rispettoso e un impegno che gli ha permesso di diventare il primo italiano a segnare in un campionato africano.
Oggi rincorre un nuovo record: giocare almeno una gara ufficiale in tutti e cinque i continenti.
Gli mancano Oceania e America.

La vita parallela dell’invasore più famoso

Quindici invasioni in ogni angolo del pianeta, dai Mondiali alla Champions League, incrociando la strada di campioni come Messi e Ronaldo.
Ferri non ha mai agito per caso: ogni incursione portava con sé un messaggio, spesso legato alla pace o a storie personali come “Ciro Vive”, dedicato a Ciro Esposito.

Le sue strategie per eludere la sicurezza sono diventate leggendarie: travestimenti da steward, poliziotto, cameraman e persino da giocatore del Milan nella Supercoppa di Jeddah.
Una follia calcolata, sempre accompagnata dalla consapevolezza dei rischi, come quando in Arabia Saudita avrebbe potuto subire punizioni severe per la sua azione.

Il personaggio ha poi aperto a Ferri le porte del mondo dello spettacolo: amicizie con Corona e Lele Mora, televisione, la partecipazione a “Saranno isolani” e un’apparizione prevista a “La pupa e il secchione”.

Un cuore diviso tra invasioni e calcio vero

Nonostante si dichiari milanista, Ferri sente un legame profondo con Napoli e con la sua tifoseria.
E sulla vittoria di Sarri in Europa League ha parole chiare: «Una favola. Crescere dalla seconda categoria e arrivare a sollevare un trofeo europeo è un’impresa».

Per quanto riguarda le future invasioni, lascia aperta una porta: il ragazzo scapestrato sembra aver lasciato spazio a una maturità diversa, ma lo spirito da “Robin Hood” potrebbe riaccendersi nel momento meno atteso.

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