sabato, Aprile 20, 2024
No menu items!
HomeRedazione StreetNewsDiario di avventure, finestre sulla Terra. La Lupa e l’azzurro, Madrid.

Diario di avventure, finestre sulla Terra. La Lupa e l’azzurro, Madrid.

Sono le sette della mattina ed il bus entra ondeggiando nella Estacion Sur de Madrid. L’autista lentamente accende le luci dentro il veicolo, cambiandole da blu della notte con quelle bianche del giorno. “Signori stiamo entrando a Madrid Sur, le persone che sono dirette all’aeroporto sono pregate di non scendere dal pullman”. Raccolgo il caricatore, arrotolo il cavetto della carica, schiaccio la bottiglietta d’acqua che ho bevuto durante il viaggio e mi passo lentamente, con adagio, le mani sotto gli occhi, lungo le guance fredde da aria condizionate e mi sistemo un po’ i capelli e le sopracciglia. Che piacevole sensazione passare dal gelo dell’aria condizionata alla brezza mattutina di Madrid d’estate. S’apre il sole attraverso la nebbiolina che vela il cielo madrileno, rosato, opaco. L’estate, che stagione così effimera, leggera, intera, spudorata, arrogante, intesa ed unica. Mi dirigo verso l’interno della stazione del Sud, un unico bar aperto, lì mi siedo per fare colazione. La donna gentilissima mi elenca le possibilità, che meravigliosa invenzione le scelte, così escludenti, poco includenti e taglienti. Pane tostato, pomodoro triturato, olio extravergine d’oliva spagnolo, Jamon iberico del buono di cui vanno così orgogliosi gli iberici, una spremuta d’arancia, un “caffè” americano e pure un mini-croissant al cioccolato. Ormai mi conoscete, amo il cibo e mangiare! Faccio due chiacchere con la gentilissima barista, pago e mi dirigo verso le metro. Direzione alloggio, in una traversa di Puerta del Sol, vicino all’orso che prova a salire sull’albero, per lasciare le mie pertinenze e pronto per andare in giro per la città, “callejeando” per i suoi vicoli e la magia di Gran Via. Conosco già Madrid ma ogni volta è una esperienza unica e affascinate, mai deludente. Precipita il cellulare giù per le scale in legno che, ad ogni passo scricchiolano come foglie secche, precipita ma per un piccolo miracolo non succede nulla, è tutto intatto. La stanza è piccola, nuova e pulita, mi precipito, non giù per le scale ma in strada, tra la gente che scorre.

Madrid. Madrid. Madrid, cielo celeste e terso, trasparente, ceruleo, immenso, silenzioso ed armonico. Madrid, che tutto può. Madrid che candeggia i suoi palazzi bianchi, contornati dall’azzurro palesemente dipinto da qualche artista latino. Madrid, ordinata e pulita, bugiarda e sincera, egocentrica, unica ed egoista eppure, così altruista. Raggiungo Gran Via attraversando Puerta del Sol e Callao. Mi immergo in essa, brillano i suoi teatri, maestosi, circondati da lucine. El Rey Leon, Anastacia, La Capital del Pecado, sono solo alcuni dei titoli presenti suoi cartelloni luminosi, sulle insegne di questi luoghi sacri da salvaguardare di più. Sono buoni come il pane appena sfornato, pieni di artisti che vanno rispettati e appoggiati, sempre. Perché lo sappiamo tutti “solo la bellezza salverà il Mondo” ed il teatro, fatto bene o fatto male, è questo, bellezza, così come la musica, la scrittura, le onde leggere dell’oceano, gli sguardi, le carezze d’amore e di amicizia, gli abbracci sinceri, le mani su un corpo facendo l’amore…

Passeggio felice bagnato dal sole, con la mia maglietta bianca totalmente sudata, ed i miei pantaloncini grigio scuro, con in mano il mio quadernino verde bottiglia ed una matita, ed il cellulare per fotografare qualcosa di interessante. Pop. I negozi sfilato da entrambi i lati, gli autobus raccolgono le persone dalle pensiline, le macchine aspettano al semaforo ed i viaggiatori camminano, come me. Mi siedo ed ordino una granita di caffè ed inizio a scrivere qualche appunto sul mio quaderno, qualche parola in disordine, accatastate nella mia mente. Giù, sulle pagine opache di questo taccuino. Appoggiato su questo tavolino in metallo, rotondo, sul marciapiede di Gran Via, su questa sedia poco comoda in ferro battuto e legno. Il marciapiede è ben lustrato.

Scrivo qualche appunto sul tempo, sul suo infinito scorrere che, come un treno senza capolinea, prosegue inesorabile lasciandosi alle spalle, ogni tanto, qualcuno che scende, cade o si lascia andar via. Il tempo che, spoiler, non esiste o meglio, che esisteva dapprima di noi e che sempre esisterà, anche dopo. Tempo che proviamo a catturare, manipolare, far girare a nostro piacimento come un disco sul giradischi ma, non è possibile e così falliamo sempre. Bisogna decidere e lasciarsi flottare, cullare da lui, il Tempo, ci gioco insieme alcune volte, altre lo rimprovero ma poi facciamo sempre la pace e lo accarezzo, lo coccolo un po’. Tempo, Tempo, Tempo ne abbiamo abbastanza realmente e non è colpa sua se non riusciamo a gestirlo ed usarlo correttamente. Dovremmo prenderlo per mano e camminare con lui, non provare ad essere più veloci e nemmeno ricorrerlo. Facciamo pace con il tempo una volta per tutte, basta guerre. Il tempo che sempre passerà e sempre passerà, un po’ di qua e un po’ di là perché, in fin dei conti, come detto prima, il tempo non esiste, esistiamo noi, qui, in questo momento. Il tempo è una enorme bugia, volubile, così estremamente relativo da sembrar vero ma non lo è. È vapore acqueo, un fumo, un profumo, va via con un po’ di vento. Non esiste eppure ne abbiamo paura. Lasciamolo andare, l’unico dono che abbiamo è il presente, un regalo, il passato da cui imparare ed un futuro come sprono per andare avanti, creare, amare ed essere felici e tristi quando necessario. 

Con il tempo ho imparato

Ad apprezzare le attese

Ad amare i silenzi

E le fermate

Di solito è lì che

Creo, amo e vivo

Continuo a passeggiare per Madrid, per le vie allegre di Chueca e Fuencarral giungendo, scendendo, fino a Sevilla. Alzo lo sguardo osservando i palazzi bianchi che mi circondano. Madrid, dove si ha l’illusione di poter realizzare ogni sogno. Madrid bugiarda come una puttana ma così estremante goduriosa. Alzo lo sguardo ed al lato del sole la vedo troneggiando immobile in cima di un edificio, la Lupa di Roma con la scritta in maiuscolo -S.P.Q.R.- simbolo dell’infinito Impero Romano che fu.

La Lupa e l’azzurro. Madrid, hai bisogno di un altro capitolo…

a cura di Michele Terralavoro

https://www.instagram.com/micheleterralavoro/

https://linkbe.me/Michele.Terralavoro

image_printStampa Articolo
Redazione StreetNews.it
Redazione StreetNews.it
Il 16 Settembre 2016 nasce StreetNews.it, quotidiano on-line di diffusione delle principali notizie regionali e nazionali con un particolare focus sulle news locali. La redazione, avvalendosi della collaborazione di professionisti in vari settori come grafica pubblicitaria, web e social marketing, web master, videomaker e film-maker, giornalisti, fotografi, event manager e altri, offre la possibilità di realizzare piani di comunicazione su misura: Articoli, comunicati stampa, banner grafico da inserire in video e rubriche, banner sito, cortometraggi e realizzazioni video per privati, aziende e locali, reportage fotografici. Sponsorizzazione negli eventi organizzati dalla redazione: Striscione, Flyers, T-shirt, Gadgets.
RELATED ARTICLES

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Advertisment -

articoli popolari

commenti recenti

- Advertisement -