Sarà davvero la volta buona ? E’entrato in vigore un provvedimento che va ad impattare e non poco sull’operatività dei call center. Ecco cosa è cambiato
Accade, di fatto, ogni giorno. Il telefono squilla e sullo schermo compare un numero sconosciuto dietro il quale spesso si nasconde un call center o una voce registrata che ci invita ad ascoltare un messaggio per poi decidere se parlare o meno con un operatore.
Chiamate che arrivano spesso da numeri di utenze mobili con i prefissi che contraddistinguono gli operatori di telefonia più conosciuti che operano sul nostro mercato. Una pratica che ora sarà ben più difficile da attuare dopo l’entrata in vigore, dallo scorso 19 novembre, della delibera 106/25/CONS dell’AGCOM, un provvedimento che impone a tutti gli operatori di telefonia e agli ISP (Interner Service Provider) l’aggiornamento dei propri sistemi di smistamento delle chiamato allo scopo di debellare l’utilizzo di utenze “contraffatte”
Molti utenti lo ignorano ma dietro i numeri sconosciuti dei call center si cela il cosiddetto spoofing ovvero una tecnologia che, tramite la manipolazione delle reti telefoniche, consente a chi effettua una chiamata di far vedere al destinatario che la stessa proviene da un numero completamente diverso da quello reale. I vari +339; +347 e altri identificativi che vedete sul display, pertanto, non sono veri ma creati ad arte per indurci a rispondere.
In effetti, benché in molti preferiscano rifiutare contatti provenienti da numeri sconosciuti, si è maggiormente indotti a dare seguito a una chiamata se la stessa arriva da un’utenza mobile con un prefisso conosciuto rispetto ad un’altra proveniente ad esempio da un numero estero o con il prefisso di una città italiana.
Dal 19 novembre, per i call center che utilizzano lo spoofing diventerà molto più difficile contattarci. Il citato provvedimento dell’AGCOM impone ai gestori telefonici attivi in Italia di intercettare, impedendole, tutte le chiamate che presentano una mancata corrispondenza tra il numero e la rete di provenienza. In estrema sintesi, non si possono più usare numeri italiani falsificati tramite tecnologie (e lo spoofing è una di queste) che ne impediscono il tracciamento.
Non solo. La delibera AGCOM impone ai call center di registrare sul Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC) tutte le numerazioni utilizzate per contattare gli utenti (sia fisse che mobili) nonché i numeri verdi e quelle a sovrapprezzo. Tutte le numerazioni presenti nel ROC saranno considerate legittime e, come tali, non verranno bloccate dai filtri anti spam eventualmente installati sul telefono. I call center che non si adeguano rischiano sanzioni fino a 50.000 euro oltre alla sospensione dell’attività.