Servono 5 set al tennista spagnolo per imporsi agli Australian Open 2022.
Alla fine, l’ha spuntata il maiorchino. Alla Rod Laver Arena di Melbourne il tennista spagnolo imprime una dura lezione a Medvedev, che con una vittoria avrebbe potuto detronizzare l’assente eccellente Nole Djokovic nel ranking ATP. Dopo i primi due set, infatti (2/6 – 6/7), Nadal sale in cattedra (6/4 – 6/4 – 7/5) e sul Greenset australiano sembra ammonire il russo con un silente proverbio: “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco!”. Cinque ore e ventiquattro minuti per conquistare il 21mo Slam in carriera (solo lui nella storia) al termine di una rimonta spettacolare. I numeri sembravano essere a favore del russo, ma con Nadal la statistica conta poco: 23 gli ace di Medvedev, contro i 3 di Nadal; 70 percento dei punti conquistati in servizio contro il 67 dello spagnolo. Conta poco, se ad alzare il trofeo degli Australian Open 2022 è il numero 6 al mondo. E lo fa a suo modo, partendo in svantaggio, come successe ad esempio a Roma, il 16 maggio 2021 contro Djokovic (qui l’articolo) e recuperando in maniera suprema il match.
Gli Australian Open 2022 sono iniziati fuori dai campi da gioco, con la vicenda Djokovic, ancor prima dei match eliminatori e poi hanno visto anche l’Italia protagonista, con Berrettini e Sinner: per qualche istante abbiamo sperato in una finale tutta tricolore, ma non è stato così; i due italiani hanno perso rispettivamente con Nadal in semifinale e con Tsitsipas ai quarti. Poi il trentacinquenne Nadal ha avuto il Covid con sintomi gravi e si è temuto che non riuscisse ad esserci, a Melbourne. Alla fine, o meglio, alla finale, trova un giovane aspirante leader del ranking di 25 anni, nel pieno delle sue energie, e lo batte. A 35 anni suonati. Solo qualche mese fa si parlava di un suo ipotetico abbandono, per i suoi problemi al piede sinistro. Oggi, invece, si celebra Nadal l’immortale, il redivivo, l’atleta che alla Rod Laver Arena ha speso tutte le sue energie per regalare al mondo dello sport l’ennesima dimostrazione che, nel tennis soprattutto, i numeri non contano: si potrebbe chiudere così, chiosando con la celebre frase “Il resto è storia”. Invece no: la storia, nel tennis, è questa. E si chiama proprio Rafa Nadal.
di Clemente Scafuro – immagini Eurosport