“Wow, comincia davvero tutto con una lotta per la libertà”.

Harry è stato come un fulmine a ciel sereno o un raggio di sole che squarcia l’oscurità?

Per dirla fino in fondo, è già sparito in tutta la sua vitalità?

Dobbiamo aspettarci che si manifesti con altri eventi sorprendenti o, per questa vita, siamo a posto così?

A me paiono domande lecite, se si è interessati alla sua storia.

In “Spare” ha raccontato momenti importanti del suo vissuto. L’avrà fatto, per avidità, egocentrismo, desiderio di potere?

Valli a capire questi reali “Minori”! Qualcuno potrebbe senz’altro pensarla così!

Forse è stato un ragazzo nutrito, per lo più, con pane e dolore, e scarso amore, divenuto, infine, un adulto con il suo punto di vista.

È cresciuto Harry da quel: “Ragazzo mio, mamma ha avuto un incidente in macchina.”

A me è sembrato, leggendo il libro, che la storia narrata, in “Spare”, sia un atto d’amore verso sé stesso, la sua famiglia e chiunque lo legga.

Certamente l’iniziazione del “Vero cacciatore”, al suo quindicesimo compleanno, è abbastanza truculenta, violenta! Oserei dire da denuncia, ma, non lo dico, mi astengo.

Harry prende la mira sotto lo sguardo attento di Sandy, la sua guida, e spara. Si avvicinano al cervo e Sandy lo sgozza, gli apre la pancia, invitando Harry a inginocchiarsi, che immediatamente immagina avrebbero pregato; Sandy gli mette una mano dietro alla nuca e Harry ingenuamente crede che arriverà un abbraccio, insieme alle congratulazioni, invece, la testa di Harry viene spinta dentro la carcassa. Harry cerca con tutte le sue forze di non vomitare, respira malamente e ha la bocca piena di sangue e interiora. Che shock!

Genera tenerezza Harry quando pensa che la sua mamma si sia nascosta e da un momento a l’altro sarà di ritorno.

Harry racconta, è un fiume in piena, come quando si parla con un amico o un’amica, si dicono cose profonde, intime; descrive quanto le emozioni siano tenute a bada nella sua famiglia.

In “Spare”, sicuramente, non è andato fino in fondo, non ha detto tutto, ma quanto basta, per capire l’amore, l’odio, l’amicizia, la felicità, il razzismo, gli intrighi, le gelosie, l’intelligenza, la stupidità, le bugie, la verità, la violenza, la paura, la morte, praticamente, le emozioni, i comportamenti e molto altro. Niente di nuovo, essenzialmente, chi più chi meno ne sa qualcosa! Ha sfatato il mito, qualora ancora resistesse, del: “Un principe non ha problemi”.

Parla dei mancati abbracci, baci e carezze; di come la sicurezza sia un chiodo fisso, per la famiglia reale. A ragion veduta, ovviamente.

Non ho intravisto sete di vendetta, di rivalsa, anzi, in ciascun partecipante alle vicende raccontate si intravedono, a mio parere, pezzi di umanità, tutto trova il proprio senso; direi, seppur con un intrepido azzardo, che alcune persone appaiono, addirittura, simpatiche nella loro antipatia, mi concedo questo enorme paradosso; emerge, inoltre, e si percepisce la comprensione di Harry, per Carlo e Camilla, oggi, Re e Regina.

Non ho ravvisato astio, tra le righe, nei confronti dei paparazzi, anche quando sembra che li odi. C’è sicuramente fastidio, sofferenza e desiderio di giustizia, sarà anche lecito, credo.

Il rapporto con Willy appare conflittuale, ma non carico di odio, invidia o competizione, se non a tratti da parte di Willy: un po’ di competizione. Sì, sembrerebbe.

Che meraviglia l’incontro con Megan, degno di un principe o di un ragazzo amabile, si può scegliere uno di questi punti di vista oppure armonizzarli e tenerli tutti e due. 

Un amore raccontato magistralmente, come del resto tutto in “Spare”, e anche un dolore, per quei “Clic, clic, clic” riservati a Meghan, quelle corse in automobile, quella paura di Harry, quel tornare indietro a Diana, quel suo “Tallone di Achille”, come lo definisce lui; qui il lettore rischia le lacrime agli occhi. Rimanendo attenti, nella lettura, le occasioni, per commuoversi, fino alle lacrime, non mancheranno.

Mi sono fatta l’opinione, leggendo “Spare”, che il rumore, il frastuono, prima che venisse pubblicato, dipendeva dal fatto che quasi tutti hanno guardato all’evento con occhi pieni di pregiudizi e senza sapere un piffero di quel principe ragazzo! E credo che il silenzio dopo la pubblicazione, fino a oggi, non sia altro che l’effetto della delusione di chi voleva tanta melma, da attribuire a Harold, in cui navigare. La melma non c’è e allora è meglio tacere, non parlarne o parlicchiarne. Del resto avrebbero dovuto immaginarlo i sapientoni, che si ergono a conoscitori di qua e conoscitori di là, che l’accoppiata era vincente. Uno straordinario ghostwriter, J.R. Moehringer, e un ragazzo adorabile cosa avrebbero potuto combinare se non “Spare”? Che definirei, con un pizzico di audacia, un’autobiografia di sangue e penna blu, per poi scoprire che il sangue è rosso e la penna del colore che si preferisce, senza nulla togliere alla nobiltà del linguaggio messo in atto.

Certo può infastidire parecchio non rettificare mai, lasciare andare sempre, e poi ritrovarsi, tra capo e collo, una versione di alcuni fatti. Vera? Falsa? Chi può dirlo? Certamente i protagonisti, i coprotagonisti, le comparse e molti altri conoscono la verità! A noi comuni mortali resta la possibilità, insieme alla capacità, di farci una bellissima idea, attraverso le pagine di “Spare”, di quale sia la “Reale” verità!

Di sicuro la nonna è sempre la nonna con o senza corona, ed Elisabetta è stata una nonna protettiva nei confronti del nipote minore, chiaramente, con gesti “Reali”, in tutti i sensi!

Amo concludere con le parole del Principe Harry, che ci ricorda qualcosa di estremamente essenziale, attraverso la sua esclamazione durante la nascita del figlio: “Vidi il visino, il piccolo collo e il petto e le braccia, che si contorcevano, si dibattevano. La vita, la vita: incredibile! Pensai: Wow, comincia davvero tutto con una lotta per la libertà”.

A cura di Maria Grazia Grilli