Tra cinema e teatro, al tempo con Pierpaolo Zizzi

  1. Ci troviamo con Pierpaolo Zizzi. Attore ed autore italiano. Nel 2009, dopo molteplici spettacoli teatrali come ballerino, inizia ufficialmente la tua carriera come attore, interpretando il ruolo del giovane protagonista Taddeo nel film di Pupi Avati “Gli Amici del bar Margherita”. Come hai vissuto questa prima esperienza, così importante? Come ha marcato il tuo cammino artistico?

Per me è stata la prima vera e propria scuola di cinema, già che ero diretto da uno dei più grandi maestri del cinema della vecchia guardia italiana. Sono stato selezionato tra tantissimi giovani e quando ho ricevuto la chiamata quasi non ci credevo. Sono stato circondato da grandi talenti ed avevo molte scene con Diego Abatantuono, che mi ha aiutato sin dal primo istante. Dopo quella grande esperienza ho capito cosa volessi fare “da grande” (avevo già ventotto anni): l’attore.

  1. Successivamente, alterni il teatro con il cinema e la televisione. Dove ti trovi più a tuo agio, dove ti senti di più, a casa?

Non è mai stato semplice per me riuscire a scegliere fra le tre esperienze, sono così diverse tra di loro. Recitare in teatro ti da il contatto diretto, ed immediato, con il pubblico: lo senti, lo vedi, percepisci la sua risposta. La televisione è un mezzo di comunicazione che ti fa arrivare ad un pubblico vasto e, per noi millennials che abbiamo vissuto l’epoca pre-social, continua ad avere il suo fascino. Il cinema è pura magia, è la meta di qualunque attore e, riuscire a vedere il proprio lavoro sul grande schermo, è il sogno di chiunque intraprenda questo tipo di carriera.

  1. Sei felice?

            Si, decisamente. Dopo aver lavorato per anni su me stesso, oggi mi sento realizzato come persona e come professionista. Non è la fama o il pubblico che ti rendono una persona importante, ma è ciò che pensi di te stesso, l’amor proprio e la consapevolezza dei propri limiti. La vita, con tutto ciò che concerne questa parola (la carriera, la famiglia, l’amore, le amicizie, ecc.) è un gioco in cui è necessario sapersi divertire e saper perdere. Ma è anche importante celebrare i traguardi raggiunti che ci insegnano che “niente è impossibile”.

  1. Dal 2021 fai parte del cast cinematografico del celebre “Me contro Te”. Nei tre ultimi film usciti al cinema. Un aneddoto divertente che ci puoi raccontare? Cosa c’è dietro l’enorme successo di questi tre ultimi film?

La costruzione del personaggio del “Signor S”, il personaggio che interpreto, è stata divertente di per sé. Il suo modo di parlare, di esprimersi, la voce, le movenze, fanno sempre ridere tutti gli addetti ai lavori e i miei colleghi ogni volta che giriamo le scene di questo “bizzarro” personaggio malvagio.

Il successo di questi film è la continua ricerca di nuovi temi che divertano e, cosa molto importante, insegnino qualcosa al pubblico dei più giovani, un pubblico molto attento ed esigente.

  1. Da qualche anno vivi in Spagna, nella sua capitale. Quali sono le principali differenze, a livello di opportunità artistiche ed umane che riscontri tra il tuo paese natale, l’Italia e la Spagna? Cosa ti ha spinto a cambiare nazione?

La Spagna, e in particolare la città di Madrid dove vivo, mi fanno sentire “a casa”. Sin dal primo momento in cui mi sono trasferito ho trovato gente che ha creduto in me e che mi aiutato a muovere i primi passi. La scelta di trasferirmi è stata quasi casuale, ci sarei dovuto restare sei mesi e alla fine sono residente da più di sei anni. Credo che rispetto all’Italia sia un paese più aperto “al nuovo” e alla sperimentazione ma, soprattutto ai giovani.

  1. Pensi che l’Italia debba offrire più occasioni in campo artistico e culturale, si sta facendo abbastanza per questo campo? Cosa ti piacerebbe proporre?

Penso che in Italia ci siano dei grandi talenti (artisti e attori) che hanno faticato tantissimo per arrivare dove sono, un paese dove sembra che la “gavetta” non abbia mai fine. Forse bisognerebbe dare più credibilità ai giovani.

  1. Cos’è per te il tempo?

Il tempo… Nella vita quotidiana il tempo per me è un concetto assillante, un gigante cattivo che mi rincorre e non mi permette di fare tutto quello che vorrei nelle mie giornate (avrei bisogno di giornate di quarantotto ore). Dal punto di vista della vita invece, il tempo è un grande maestro che ci aiuta a vivere meglio, se lo accogli tra le tue braccia senza paure.

  1. Un saluto ai nostri lettori, ed un consiglio per quelli che vogliono intraprendere un percorso artistico. Grazie a Pierpaolo Zizzi, a presto!

Un consiglio che do sempre è: non vi arrendete! Le porte in faccia e i “no” fanno parte di questo mestiere. Ma la cosa più importante è prepararsi, studiare, pensare sempre di non sapere abbastanza. È un mestiere fatto di tecnica, e la tecnica è una materia in costante evoluzione.

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a cura di Michele Terralavoro

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