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Parla Capitan Murilo: “Peccato per questa stagione, ma era inevitabile. Dieci anni fa la A, che emozione!”

Giornate in casa, tra allenamenti solitari e tante coccole alla sua piccola Olivia. Capitan Murilo non è abituato a stare lontano dal 40×20 così a lungo, ma in questo periodo ha dovuto accettare la realtà, rituffandosi anche un po’ nel passato: dieci anni fa sbarcava in serie A con il club del presidente Barbarossa, per non mollarlo più e portarlo sul tetto d’Italia e anche in giro per l’Europa.

Due mesi fa l’ultima partita dell’Acqua&Sapone Unigross, sembra una vita fa. Quanto ti manca il futsal giocato?
“Tantissimo. Ho iniziato a giocare quando avevo 4 anni, non so stare così lontano dal campo, se non per le ferie estive…”.

Ormai è deciso: la stagione è finita. L’anno prossimo nessuna squadra avrà lo scudetto sul petto. Che effetto ti fa questa situazione?
“E’ brutto, però sappiamo che è una situazione straordinaria, un’emergenza sanitaria che, speriamo, venga “risolta” per il bene di tutti in Italia e nel mondo, in modo da farci ripartire regolarmente nella prossima stagione”.

Come hai vissuto questi due mesi di emergenza sanitaria e di isolamento in casa con tua moglie e la bambina? Ci racconti le tue giornate?
“La parte bella di questa quarantena è aver visto tutte le fasi di crescita della mia bambina. Ma dover stare a casa rinchiusi non è facile. Cerco di allenarmi tutti i giorni, facendo quel che posso perché in casa non ho a disposizione tutto l’occorrente. Non è facile. Poi passo tutta la giornata con la bambina e guardo un po’ di tv. Non c’è altro da fare”.

Da bravo Capitano, i compagni di squadra li hai sentiti in questo periodo per tirare su il morale.
“Ci sentiamo un po’ sul nostro gruppo whatsapp, ma ora che sappiamo che il campionato non riprenderà, credo che non avremo molti da dirci fino alla prossima estate”.

Dopo questa crisi, come sarà il Futsal italiano?
“Credo che soffrirà parecchio. I bilanci delle società sono stati influenzati da questa crisi. E, da quel che sentiamo, e per quello che giustamente hanno scritto i cinque club, compreso il nostro, si dovranno fare le cose per bene per avere un campionato serio nei prossimi anni”.

10 anni fa la promozione in serie A dell’Acqua&Sapone, tu c’eri. Che ricordi hai di quei giorni? E avresti immaginato di essere ancora qui dieci anni dopo con 7 titoli nel curriculum?
“Ho sempre voluto restare a lungo delle squadre, soprattutto se mi sentivo bene. Qui in Italia non è stato diverso. Quando sono arrivato, speravo di poter fare un percorso del genere. La promozione in serie A nel 2010 fu il primo mattoncino del nostro percorso: un momento indimenticabile ed emozionante per tutti noi. Oggi ho ancora i miei sogni e i miei obiettivi personali, ovviamente, ma poter stare tanto tempo qui e inseguirli con questa maglia è un onore. Ancora di più lo è poter raccontare che ho vinto tutto ciò che questa società ha vinto. Credo sia una delle storie più belle che un giocatore possa raccontare alla fine della sua carriera. Ringrazierò sempre la famiglia Barbarossa, l’amministratore Tony Colatriano e il direttore D’Egidio e tutto l’ambiente per la grande fiducia nei miei confronti”.

Ora è già tempo di pensare al futuro: la prossima per te sarà la stagione in nerazzurro numero? Pronto a ricaricare le batterie per tornare a competere ai massimi livelli?
“La prossima sarà la quattordicesima stagione in nerazzurro. Le batterie sono sempre cariche. Anche perché sono ormai due mesi che sono fermo… e manca ancora l’estate! Prima torniamo in campo, meglio è. Ho ancora tanti sogni da realizzare. Con questa maglia”.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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