Non facciamo la guerra al topless

Amato e odiato. Da alcuni osteggiato perché ritenuto volgare. Da altri apprezzato perché considerato simbolo di libertà femminile. Nonostante riesca a dividere in modo trasversale l’opinione pubblica, è stato stimato che ben il 65% delle signore, in tutto il mondo, è favorevole alla pratica del topless. Non si tratta solo ‘liberare le tette’ per vanità ma di porre l’accento sul tema della femminilità e, spesso, anche su quello della ‘maternità. Maria Rita Berti, toscana, moglie e mamma, 68 anni, vincitrice del titolo ‘Miss volto del cinema – riviera adriatica 1978’, rappresenta tutte le donne che non vogliono rinunciare alla loro bellezza e alla loro femminilità al naturale. È una sostenitrice del topless anche dopo i 60 anni. Lo considera un simbolo di libertà anche per le donne non più giovanissime. Tra le sue passioni più grandi, ci sono, da sempre, la moda, il cinema e il teatro. Maria Rita Berti, partiamo dal titolo che lei ha vinto nel 1978. Sono passati un po’ di anni.

Oggi che cosa ricorda di quell’esperienza?

“Ricordo che, in quegli anni, venivano organizzati molti concorsi di bellezza in spiaggia, soprattutto nelle località turistiche, per coinvolgere i giovani. Io partecipai per puro gioco a quel concorso. Ero giovanissima. Mai avrei pensato di vincere un titolo e, invece, conquistai una delle fasce più ambite”.

A proposito di bellezza, uno dei suoi punti di forza è sicuramente il seno. Che rapporto ha con questa sua parte del corpo?

“Ho un’ottava misura. Tutto sommato mi piace. Le donne me la invidiano e agli uomini piace molto. Sono contenta di avere un seno così e, poi, è bello accettarsi per come si è. Convivere bene con la propria fisicità è una grande dote”.

Riceve molti complimenti per la sua bellezza?

“Sì, ne ho sempre ricevuti molti. A volte, però, sono arrivati anche apprezzamenti di cattivo gusto. Una volta, per esempio, al termine di un corso di teatro, un regista mi disse che gli piaceva il mio seno perché era bello pieno come quello di una mucca da latte”.

Le ha mai causato problemi o svantaggi avere un seno così grande?

“Sì, è successo. A proposito di cinema, ad un provino per un film, per esempio, fui scartata. Mi dissero che avevo il seno e la rosa del capezzolo troppo grandi. Avrei dovuto sfilare come ‘majorette’ ma mi esclusero. Nella vita privata, invece, mi è successo di essere contattata da un fotografo di un matrimonio a cui avevo preso parte come invitata e che aveva scattato molte foto agli ospiti e quindi anche a me. Mi disse che in alcune delle foto scattate ero ‘fuori di seno’, che ‘si vedevano i capezzoloni’ e che, quindi, non avrebbe potuto inserire quelle foto nell’album degli sposi, per non metterli in imbarazzo”.

Parlando di cinema, che è una delle sue più grandi passioni, pensa che essere così procace aiuti per fare carriera?

“Io non ho intrapreso una carriera cinematografica perciò non riesco a rispondere in modo totalizzante a questa domanda ma ricordo che, in passato, in occasione di alcuni concorsi di bellezza e selezioni a cui presi parte, le ragazze maggiorate erano piuttosto apprezzate. Gli anni ’70 furono gli anni delle commedie sexy perciò le ragazze procaci piacevano. Si diceva anche che il seno grande portasse fortuna. Per un’estate ho fatto parte di una compagnia teatrale itinerante e il regista come rito scaramantico mi aveva proposto di farmi baciare il seno dai due attori protagonisti, ogni sera, subito dopo le prove, con tanto di ‘spagnola’ in mezzo, perché portasse fortuna”.

Quindi, se non sulla bellezza e sulla procacità, le ragazze di oggi su che cosa dovrebbero puntare?

“Sicuramente, per fare le attrici contano molto il talento e la preparazione. La bellezza può aiutare anche se per alcuni ruoli non è importante. È molto più importante lo studio”.

A proposito di topless, lei, a 68 anni ben portati, ne è una sostenitrice. Che cosa rappresenta per lei?

“Il topless, per me, è libertà. Non è volgarità. Rappresenta la libertà di esprimersi per come si è, al naturale, senza paure. Quindi dico a tutte le ragazze e anche alle le mie coetanee di non farsi troppo problemi. Non c’è nulla di male nel mostrarsi per quelle che siamo”.

Lo pratica spesso?

“Si, mi capita spesso di praticarlo, senza ostentazione, anche se devo dire che in passato lo ho praticato molto di più. Mi sento libera e a mio agio. Lo pratico, soprattutto, in spiagge più frequentate da giovani perché hanno una mentalità aperta e lo sanno apprezzare di più”.

Quindi, pensa che le nuove generazioni siano più aperte sul tema del topless?

“Stando alla mia esperienza personale, direi di sì. I giovani di oggi non si fanno molti problemi, anzi, lo gradiscono. Molti sono curiosi, anche di vedere un signora più grande di loro, senza veli, al mare. Qualche volta è capitato che si avvicinassero per farmi i complimenti o per chiedermi la misura del seno, perché è molto appariscente. Un ragazzo napoletano di 18 anni e suo padre, questa estate, a Baia Sardinia, mi hanno chiesto di fare una foto con loro dicendomi che avevo due cose che avevano suscitato tanto entusiasmo in loro: due belle ‘zinnone’! Io mi sono messa a ridere. Per fortuna non c’era mio marito”.

Lo sa che da questo punto di vista ci sono paesi più all’avanguardia dell’Italia?

“Sì, lo so benissimo. In molti Paesi, anche europei, il topless è consentito liberamente da anni. Mi è capitato di praticarlo in Spagna, anni fa, in un camping resort. Rimasi molto colpita dal senso di libertà dei titolari che mi invitarono a fare la ‘cameriera per una sera’, in occasione della loro festa dell’estate. Dovevo servire i cocktail ai tavoli portando i calici in mezzo alle mie ‘grandes tetas’, come le chiamavano loro. Tradotto in italiano: ‘tettone’.”

In foto: Maria Rita Berti – Ph privacy Backstage Fantasy – Estate Italiana