Il termine candidato politico deriva dalle seguenti espressioni: onesto, trasparente, competente, concreto, determinante, rassicurante e inclusivo. In politica, tali parole assumono diversi significati e, soprattutto, vengono utilizzate in basa alla posizione sociale che si ricopre. Difatti, le cose si complicano quando il proprio senso di onestà entra in contrapposizione con gli interessi propri o di un gruppo di cui si fa parte. La storia insegna che nel tempo in cui la scelta di rimanere onesti collima con la perdita di un’opportunità, la tentazione di trasgredire diviene forte, figuriamoci quanto possa diventare difficile restare integerrimi nel momento in cui tale scelta comporta addirittura un peggioramento delle proprie condizioni economiche, sociali e professionali, “per intenderci perdita della poltrona”. In realtà, la correttezza sta nell’agire in modo da non creare artatamente vantaggi per sé o per la propria parte, è comportarsi in modo da preservare la pari dignità degli interlocutori, comunicare in modo sincero, leale, astenendosi dall’inganno e dal trattare gli altri come mezzi per i propri fini. Purtroppo, ancora una volta, dobbiamo constatare che in politica ci sono forme di disonestà ben più gravi di quelle che conosciamo. Il politico che inganna gli elettori con promesse impossibili per arraffare voti, è disonesto tanto quanto un tangentista. Lo stesso si deve dire di un politico che solo per il vantaggio personale e/o del suo partito, cambia posizioni su questioni di principio, oppure viene meno a un patto in cui ha impegnato la sua parola. Possiamo sviscerare mille esempi e trovare impensabili giustificazioni ma sorge un quesito spontaneo: l’onesto è fesso o una persona virtuosa? Invero, l’onestà è una virtù, ci rende liberi, in quanto non si resta invischiati in dinamiche di compromesso che vanno a circoscrivere la nostra indipendenza, “non c’è felicità senza libertà”. Una società sana deve basarsi su regole inflessibili finalizzate a non creare individui robotizzati da un sistema di comunicazione standardizzato. La politica non può esimersi da tali principi ed è per questo motivo che la preferenza elettorale rimane l’unico momento per ricordare al “poltronista” di turno che essere uomo e/o donna di Stato assume un significato di grande importanza, una immane responsabilità, soprattutto nei confronti delle generazioni future, alle quali bisogna trasmettere un messaggio chiaro e rigido: il rispetto delle regole è alla base della società caratterizzato da un forte senso civico.
Il futuro è frutto delle nostre scelte, diamo al nostro Paese delle risposte concrete, spazzando via i modelli diseducativi veicolati dalla cattiva politica. La società futura ha bisogno di esempi e valori che dovranno poi essere la colonna portante per fondare la comunità del domani, pertanto, votare con coscienza, resta l’unica possibilità utile per coltivare il diritto di vivere la democrazia senza alcuna costrizione e/o impegni finalizzati a “contrattualizzare” parenti e amici.
a cura di Michele Vario