Eakos: “La profondità dei pezzi tornerà ad avere importanza”

In occasione del suo ultimo singolo, “Che fatica”, Eakos ci parla dei suoi ultimi progetti e gli ascolti principali che lo stimolano nell’ultimo periodo. Il rapper spiega inoltre la sua visione riguardante la futura scena rap italiana, dalla trap alle nuove sonorità

Cosa stai ascoltando in questo periodo? C’è un rapper che ti sta colpendo?

Normalmente cerco di ascoltare sempre generi musicali diversi, cercando di non fossilizzarmi sempre sulla stessa roba. In questo momento sto ascoltando spesso Eden (artista poliedrico irlandese) e Jaden . Se poi devo dire un artista che ultimamente apprezzo molto, direi Rkomi, soprattutto per l’originalità e la voglia di sperimentazione che ha messo in evidenza con gli ultimi pezzi.

Come vedi la scena rap italiana da qui ai prossimi 5 anni?

Sinceramente mi viene difficile dare una previsione certa e definita, soprattutto sapendo quanto velocemente cambia il mercato della musica e i gusti in generale. Basti pensare che 5/6 anni fa in pochi in Italia sapevano cosa fosse la Trap. Magari noi tra 5 anni ci imbatteremo in un nuovo genere musicale o magari rifaremo qualcosa di già sentito, non lo so. La sensazione che ho io però è che ci muoveremo sempre di più verso suoni elettronici e che i contenuti e la profondità dei pezzi torneranno ad avere sempre più importanza.

Credi che “Che fatica” sia una traccia diversa rispetto ai tuoi lavori precedenti?

Per quanto riguarda il mio repertorio, seppur ristretto, direi che “Che Fatica” è assolutamente un pezzo sui generis. Sia per i contenuti, sia soprattutto per la musicalità, io e MSFT (il mio produttore), quando abbiamo composto il pezzo abbiamo deciso di sperimentare e devo dire che siamo stati entrambi molto contenti del risultato.

C’è un tuo progetto in particolare di cui vai fiero?

Beh il mio primo EP, “Danza nel Buio” per me è stato davvero un progetto importante. “Danza nel buio” è stato il mio trampolino nel mondo della musica e al tempo stesso è stata la prima volta in cui mi sono mostrato artisticamente e umanamente a tutti per quello che sono. Può sembrare una cosa facile, ma ha avuto un grando significato per me.

La tua esperienza a Bologna ha cambiato il tuo modo di approcciarti al rap rispetto a quando vivevi a Milano?

In realtà ho vissuto prima a Bologna e attualmente vivo a Milano. Tornando alla domanda, per quanto si pensi che Bologna sia legata ad una cultura maggiormente purista del rap, nel mio caso invece mi ha dato le basi per approcciarmi a questo genere e agli altri in modo del tutto aperto e senza pregiudizi di forma. E questo lo reputo un grande regalo che Bolo mi ha fatto.