TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SUL NUOVO FILM DI BARBIE E SULLA BAMBOLA PIU’ FAMOSA AL MONDO

Il 20 luglio è alle porte e la bambola più famosa del mondo è pronta a debuttare sul grande schermo in live-action. Già da aprile, quando le prime immagini vennero diffusi al CineCon di Las Vegas, il mondo del cinema e dell’opinione pubblica si spaccarono a metà alla notizia dell’annuncio della Warner Bros.

 Per alcuni potrebbe risultare stucchevole, per altri semplicemente un prodotto mainstream ben confezionato, per altri ancora sarà il film dell’anno; ma cosa sappiamo del film?

Prima di rispondere a questa domanda facciamo un passo indietro.

LE ORIGINI

Nel 2023 risulta quasi impossibile trovare una persona, ambo i sessi, che non sappia chi sia Barbie. Purtroppo però non tutti sono a conoscenza della sua storia e del perché di tutto questo successo che dagli anni ’60 ad oggi continua a vederla protagonista assoluta del mercato.

Fino agli anni ’50 quando si parlava di ‘bambola’ le scelte erano due: o un bambolotto che rappresentava un neonato o la famosa bambola di pezza. Quindi se da una parte avevamo bambolotti come il tedesco ‘Bebe Caractere’, dall’altra c’era Raggedy Ann. Tutti giocattoli per bambine erano concepiti per risaltarne la maternità e la femminilità, con una varietà alquanto limitata di scelta.

Nel 1959 Ruth Handler lavorava per l’azienda di suo marito chiamata Mattel, una casa di produzione di giocattoli. Era madre di due bambini; una femminuccia di nome Barbie (Barbara) e un maschietto di nome Ken. Siccome stare a contatto con i giocattoli era il suo lavoro, cercava di tenere d’occhio il modo in cui i suoi due bambini giocassero. Notò che se da una parte Ken aveva vasta scelta ludica, dal giocare a fare lo sceriffo a fare l’astronauta, Barbie doveva limitarsi a giocare con bambolotti, cucine e passeggini. Handler però, si rese conto che sua figlia tendeva a far avere ai quei bambolotti, atteggiamenti adulti. E da qui che scoccò la scintilla: doveva creare una bambola che riuscisse a distaccarsi dal solo pubblico infantile. In quegli anni, in Germania spopolava una bambola chiamata ‘Bild Lilli’. Era realizzata in poliestere e rappresentava una donna dalle curve corporee pronunciate, truccata e decisamente elegante. Stette in commercio fino al 1964 quando proprio la Mattel ne acquisì i diritti di vendita. Il motivo? Beh la Handler coinvolse suo marito nell’idea del realizzare una bambola per adulti e conoscendo l’esistenza di Bild Lilli, decise di acquisirne i diritti e cambiarle nome ed aspetto.

 Il nome Barbie, era un omaggio alla sua adorata figlia che era stata d’influenza nella sua intuizione, mentre l’aspetto cambiò di poco. Se Bild Lilli aveva un vago rimando erotico all’occhio maschile riconducibile nel vestiario, nel trucco e nello sguardo, Barbie era diversa; il successo arrivò grazie ad una pubblicità sul canale televisivo di Disney, il programma più seguito dal pubblico infantile dell’epoca, dove era vestita con un abito da sposa. Nello spot sfilava in passarella cantando:

“tu puoi essere come me, puoi essere ciò che vuoi”

Barbie rappresentava la middle class di donne che lavorano e vogliono emanciparsi. La si poteva trovare in più di 100 uniformi lavorative diverse da Barbie astronauta a Barbie infermiera fino a Barbie avvocato. Un successo tale che la Mattel decise di affiancarle altri personaggi come una sorellina e un fidanzato: Ken.

Probabilmente, se ve lo stesse chiedendo, il successo di Barbie che la portò a diventare un’icona dell’immaginario collettivo, non fu solo per il semplice successo delle vendite. Nel 1986, infatti, il padre della pop art Andy Warhol, voleva a tutti i costi realizzare un ritratto del noto gioielliere BillyBoy ma, secondo la leggenda, quest’ultimo si rifiutò dicendo che ritrarre una Barbie equivaleva a ritrarre lui e Warhol lo prese sulla parola realizzando uno dei suoi quadri più famosi, imponendo Barbie nell’immaginario collettivo per sempre.

Per renderla ancora più interessante e non solo un semplice giocattolo, la Mattel le hanno attribuito persino una piccola biografia  con un nome completo: Barbara Millicent Roberts e un luogo di nascita: Willow in Wisconsin. Per non parlare di piccoli dettagli di vita privata come la separazione con Ken nel 2004, la frequenza alla Manhattan International High School di New York, un passato da hostess e, udite udite, nel 2004 la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti in rappresentanza del Partito delle Ragazze, con un vero e proprio programma diffuso dalla Mattel.

BARBIE E IL CINEMA

Cinema e giocattoli hanno da sempre avuto un intimo legame. Da sempre i giocattoli servivano da merchandising per incrementare l’introito economico. Poi verso la fine degli anni ’80 accadde il contrario: linee di giocattoli di successo, che già avevano la propria serie televisiva, gli veniva concesso di uscire dalla zona di comfort e rischiare con un lungometraggio al cinema. Per rendere il giocattolo quanto più interessante possibile (e quindi vendibile) si iniziò a ragionare su possibili background narrativi su cui basare i propri film, tutto questo basato sull’enorme successo commerciale che le action figure di Star Wars stavano ottenendo.

 La prima linea di giocattoli ad ottenere un film (d’animazione) furono i Transformers. Il film ancora oggi non è stato abbandonato nel dimenticatoio anzi, ne rappresenta una parte importante della storia per tutti i fan. Gli stessi Transformers nel 2007 riuscirono a raggiungere quel successo commerciale e planetario che nessuno aveva mai raggiunto in precedenza con un film live action, diretto dal regista statunitense Michael Bay, a cui sono seguiti ben 5 sequels e uno spin-off.

Altre linee di giocattoli ad aver debuttato al cinema furono My Little Pony, Gli Orsetti Del Cuore, Trolls, i famosi LEGO e Masters of The Universe che ben presto diventò un cult del cinema trash.

Barbie fu uno dei primi brand di giocattoli a debuttare al cinema, o quasi. Nel 1987 infatti, la Mattel decise di realizzare una serie televisiva dedicata alla bambola. Si chiamava ‘Barbie Rockstar’ e aveva la durata di sole due puntate. Entrambe furono un flop clamoroso, tanto da portare i produttori ad unire i due episodi a formare un unico film pubblicato su VHS. Anche il film fu una delusione totale, abbandonando per sempre l’idea di un possibile debutto al cinema.

Mentre negli anni ’90 Barbie iniziava a vivere un momento di forte crisi commerciale, nel 1995 la Disney-Pixar realizzò ‘Toy Story’. Il film ottenne un successo senza precedenti, tanto da far rimpiangere alla Mattel il suo rifiuto nel far partecipare la bambola nel cast del film. Infatti nel 1999, per ‘Toy Story 2’, diedero pieni diritti alla partecipazione di Barbie, che clamorosamente risalì in auge iniziando a far meditare seriamente sulla realizzazione di un lungometraggio a lei dedicato.

E quest’ultimo non si fece attendere. Nel 2001 la casa di produzione Mainframe Studios realizzò ‘Barbie e lo schiaccianoci’ grazie ad una tecnica d’animazione terribile in rotoscopio e che vedeva alla sceneggiatura addirittura la creatrice di Barbie, Ruth Handler. Il film ottenne un successo tale da portare le bambole ad andare a ruba nei negozi e convinse la Mattel a realizzare un film di Barbie ogni anno.

 La produzione di film su Barbie ottenne un enorme successo fino al 2009 circa.

 Nello stesso periodo in cui i film di Barbie spopolavano, la bambola più venduta stava diventando un’altra: le Bratz. Quest’ultime avevano proporzioni più esagerate, erano molto truccate e ribelle, ma soprattutto erano contemporanee. Così la Mattel, sentendosi minacciata, decise di far causa al creatore delle Bratz sostenendo che quest’ultimo avesse lavorato per anni con loro alle Barbie, per poi rubare un progetto scartato. Il processo fu lungo e alla fine la Mattel vinse, facendo ritirare le Bratz dal mercato. Così, senza più alcuna rivalità, decisero di produrre una nuova versione della bambola che potesse avvicinarsi al concetto delle Bratz. Si chiamava ‘The Barbie’s Diaries’ e fu un disastro commerciale tale portare sempre di più i film della bambola della Mattel in un declino inevitabile.

IL PROGETTO ‘BARBIE’

Un possibile adattamento live-action su grande schermo venne pensato per la prima volta nel settembre del 2009, quando la Mattel firmò un accordo con la Universal con a capo della produzione Laurence Mark, produttore di ‘Io, Robot’ e ‘The Greatest Showman’. Ma non se ne fece nulla.

Nel febbraio del 2014, la Warner Bros fece uscire al cinema ‘The Lego Movie’, facendo diventare dei semplici mattoncini in uno dei film più visti e che hanno incassato di più in quel anno, portando le vendite dei LEGO ad un clamoroso incremento ed incassando qualcosa come 230 milioni di dollari.  

A questo punto la Mattel non perse tempo. Nell’aprile del 2014 trovò un accordo con la Sony Picture e iniziò la pre-produzione di un film su Barbie. Alla sceneggiatura venne messa Jenny Bicks, scrittrice di ‘Sex & City’ e ‘Modern Love’ e secondo la rivista Deadline Hollywood la produzione doveva iniziare alla fine di quello stesso anno. Ma qualcosa, a noi sconosciuto, non andò nel verso giusto e la produzione venne rimandata. La sceneggiatura non piaceva ai vertici della Mattel probabilmente, così nel marzo del 2015 la Sony decise di assumere la Premio Oscar 2008 Diablo Cody, scrittrice di ‘Juno’ e contemporaneamente assunse altre tre sceneggiatrici per scriverne una versione alternativa. La prima attrice a partecipare al progetto fu la stand-up comedian Amy Schumer che lavorò al progetto, aiutando anche nella scrittura, fino al marzo del 2017, per poi abbandonare il progetto per alcune divergenze avute con la produzione.

Nel luglio del 2017, vedendosi il progetto naufragare davanti ai loro occhi, la Sony decise di fare pulizia. Assunse Olivia Milch per la ri-scrittura della sceneggiatura e coinvolse nel progetto l’attrice Premio Oscar Anne Hathaway e la regista australiana Alethea Jones fresca del successo in patria di ‘Fun Mom Dinner’.

Nel 2018 la Sony decise di fare un passo indietro. Impaurita dall’enorme quantità di tempo e denaro sprecato in quasi 10 anni di pre-produzione, decise di abbandonare il progetto e passarla ad un altro studio hollywoodiano: la Warner Bros. Automaticamente, disorientate da questo cambiamento, Hathaway e Jones abbandonarono il progetto a loro volta. A subentrare furono l’attrice Margot Robbie, all’epoca famosa per ‘The Wolf Of Wall Street’ di Scorsese e la regista Patty Jenkins, che in passato aveva diretto il notevole ‘Monster’ e l’hero-movie ‘Wonder Woman’.

Nel luglio del 2019 arrivarono le ufficialità: se da una parte Margot Robbie diede piena disponibilità, la Jenkins si ritirò, costringendo la Warner a trovare una degna sostituta.

BARBIE BY GERWIG

Nel luglio 2021 finalmente arrivano altre ufficialità: oltre la sceneggiatura a carico del regista Noah Baumbach, la regia sarà affidata a Greta Gerwig.

L’approccio creativo della coppia fu fin dall’inizio molto libero. Entrambi descrissero il processo di scrittura come “aperto” e  “libero”. Il trattamento del film della Gerwig consisteva in un poema astratto su Barbie influenzato dal ‘Credo degli Apostoli’. Per l’arco narrativo, si è parzialmente ispirata al libro di saggistica Reviving Ophelia di Mary Pipher del 1994, che racconta gli effetti delle pressioni sociali sulle ragazze adolescenti americane. L’autrice ha trovato ispirazione anche in musical classici in Technicolor come Le scarpe rosse (1948) e Gli ombrelli di Cherbourg (1964) del regista francese Jacques Demy, di cui ha detto:

 “Hanno un livello così alto di ciò che siamo arrivati a chiamare autentica artificialità. C’è un cielo dipinto in un palcoscenico. Che è un’illusione, ma è anche davvero lì. Il fondale dipinto è davvero lì. La tangibilità dell’artificio è qualcosa a cui continuavamo a tornare”.

La Gerwig ha descritto il film come anarchico, sconsiderato e umanista. Ha ritenuto che il film sia nato dal “profondo isolamento della pandemia” e ha affermato che la battuta in cui Margot Robbie dice “Voi ragazzi pensate mai di morire?” esemplifica la natura anarchica del film. L’autrice ha inoltre descritto la storia come lo specchio del percorso di crescita di una ragazza dall’infanzia all’adolescenza, anche se non lo considera un film sull’adolescenza e ritiene che alla fine il film “finisca per parlare dell’essere umano”. In primo luogo, ha iniziato la sua scrittura interpretando Barbie come se vivesse in un’utopia e alla fine sperimentasse la realtà, dove avrebbe dovuto “affrontare tutte le cose che le erano state nascoste in questo luogo [Barbieland]”. Per questo motivo, ha scelto di mantenere una scena in cui la Barbie di Robbie dice a una donna anziana che è bellissima, poiché riteneva che quella scena incarnasse “il cuore del film.

Nell’ottobre 2021 Ryan Gosling viene scelto per il ruolo di Ken. America Ferrera, Simu Liu e Kate McKinnon sono state scritturate nel febbraio 2022. Fatto curioso fu quello in cui l’agente di Simu Liu decise di farlo partecipare all’audizione per il film, in quanto giudicava la sceneggiatura una delle migliori mai lette.

 Nel marzo 2022, Ariana Greenblatt, Alexandra Shipp ed Emma Mackey sono state annunciate nel cast.  Will Ferrell si unisce al cast ad aprile, insieme a Issa Rae, Michael Cera, Hari Nef, Kingsley Ben-Adir, Rhea Perlman, Ncuti Gatwa, Emerald Fennell, Sharon Rooney, Scott Evans, Ana Cruz Kayne, Connor Swindells, Ritu Arya e Jamie Demetriou. Tra i vari cameo, ci sarà anche John Cena.

Durante il processo di casting, Gerwig e Robbie hanno cercato attrici con “l’energia di Barbie” (descritta come “una certa ineffabile combinazione di bellezza ed esuberanza”). Mackey ha rivelato in un’intervista del 2022 a Empire che gran parte del cast di supporto interpreterà varie versioni alternative di Barbie e Ken. In un’intervista a Vogue del maggio 2023, la Robbie ha rivelato che avrebbe voluto l’attrice Gal Gadot come Barbie per il film, ma la Gadot non era disponibile per motivi di programmazione.  Helen Mirren ha narrato il trailer del film e ha anche girato un breve cameo per il film. La Gerwig ha cercato i collaboratori abituali Timothee Chalamet e Saoirse Ronan per il ruolo di Barbie.

Per l’enorme realizzazione del set, la produzione si è affidata a Sarah Greenwood e Katie Spencer già set designer di film come ‘Orgoglio & Pregiudizio’, ‘La Bella & la Bestia’, ‘Scherlock Holmes’, con un passato da ben 6 nomination agli Oscar. Per Barbie Dreamland, si sono ispirate alle architetture modernista della metà del secolo scorso presente a Palm Springs come la Kaufmann Desert House di Richard Neutra con alcuni riferimenti al film ‘Pee-wee’s Big Adventure’ di Tim Burton.

Alexandre Desplat, che aveva collaborato con la Gerwig in Piccole donne (2019), avrebbe dovuto realizzare la colonna sonora di Barbie all’inizio di settembre del 2022. Tuttavia, nel maggio del 2023, Desplat ha abbandonato il progetto a causa di conflitti interni , così l’incarico di  realizzare la colonna sonora è passato a Mark Ronson e Andrew Wyatt. Secondo alcune indiscrezioni, mentre il film veniva montato in post-produzione, Ronson e Gerwig mostravano le scene del film agli artisti che volevano nella colonna sonora.

La colonna sonora del film, Barbie: The Album, uscirà il 21 luglio 2023. L’album conterrà canzoni degli artisti Ava Max, Charli XCX, Dominic Fike, Fifty Fifty, Gayle, Haim, Ice Spice, Kali, Karol G, Khalid, Sam Smith, Lizzo, Nicki Minaj, Billie Eilish, PinkPantheress, Tame Impala, Kid Laroi e dei membri del cast Ryan Gosling e Dua Lipa. “Dance the Night” di Dua Lipa è stato pubblicato come singolo apripista dell’album il 26 maggio 2023, seguito da “Watati” di Karol G il 2 giugno 2023. “Angel” di PinkPantheress viene pubblicato il 9 giugno 2023. “Barbie World” di Nicki Minaj e Ice Spice viene pubblicato come quarto singolo dell’album il 23 giugno 2023. Il quinto singolo dell’album, “Speed Drive” di Charli XCX, viene pubblicato il 30 giugno 2023. [Il 6 luglio 2023 è stato pubblicato il sesto singolo dell’album, “Barbie Dreams” di Fifty Fifty e Kaliii. Il 10 luglio 2023 la Warner Bros. ha pubblicato una clip di anteprima di Ryan Gosling che canta “I’m Just Ken”.

Nonostante i fan si aspettassero che la canzone “Barbie Girl” del 1997 del gruppo pop Aqua fosse presente nel film, Ulrich Møller-Jørgensen, manager della cantante degli Aqua Lene Nystrøm, ha dichiarato che non è stata utilizzata. Variety ha ipotizzato che ciò sia dovuto ai cattivi rapporti tra la Mattel e la MCA Records, l’editore americano della canzone, che hanno intrapreso una serie di cause legali per il brano dal 1997 al 2002. “Barbie World”, una rielaborazione della canzone, sarà invece presente nel film.  Aqua è accreditata come interprete e co-autrice del brano. Nonostante non sia stato incluso nella colonna sonora ufficiale, Spotify ha inserito “Barbie Girl” nella playlist ufficiale di Barbie.

MARKETING E DINTORNI

Per raccontare la strategia di marketing, volontaria o meno, di Barbie bisognerebbe creare un vero e proprio Case Study da prendere come esempio in futuro. Oltre l’efficace collaborazione e partnership con realtà quali Airbnb, Primark, Xbox, e Hot Topic, a destare grande attenzione è stato il teaser promozionale che veniva trasmesso prima delle proiezioni, in cui viene fatta una parodia del capolavoro di Kubrick, ‘2001: Odissea nello Spazio’ che vedeva Margot Robbie interpretare Barbie ma omaggiando il grande monolite e un gruppo di bambine che gettano via i loro bambolotti attratti dalla gigante Barbie, decisamente più attraente. Tutto questo con la voce narrante di Hellen Mirren.

Il film uscirà lo stesso giorno di Oppenheimer, film biografico su J. Robert Oppenheimer scritto e diretto da Christopher Nolan sulla base del libro American Prometheus e distribuito da Universal Pictures. A causa del contrasto tonale e di genere tra i due film, molti utenti dei social media hanno iniziato a creare meme e post ironici su come i due film rappresentino pubblici diversi e su come i due film dovrebbero essere visti come un doppio film. La tendenza è stata soprannominata “Barbenheimer”.

Pensate che due giovani video editor del Texas hanno guadagnato qualcosa come 14,000  dollari semplicemente vendendo maglie a tema Barbenheimer.

 In un’intervista a La Vanguardia, la star di Oppenheimer, Cillian Murphy, ha appoggiato il fenomeno, dicendo: “Il mio consiglio è che la gente vada a vederli entrambi, lo stesso giorno. Se sono buoni film, allora il cinema ci guadagna”.

Mentre Barbie dovrebbe incassare 80-100 milioni di dollari, Oppenheimer dovrebbe incassarne 50 nel weekend di apertura. Due settimane prima dell’uscita, AMC Theatres ha annunciato che oltre 20.000 membri di AMC Stubs avevano già prenotato in anticipo i biglietti per entrambi i film nello stesso giorno, registrando un aumento del 33% di persone che hanno acquistato biglietti per il doppio film dal 7 al 10 luglio. Secondo la catena di cinema Vue International, quasi un quinto del pubblico che ha acquistato un biglietto per Oppenheimer ha acquistato anche un biglietto per Barbie.

Fortunatamente noi italiani non saremo costretti a decidere, siccome qui in italia Barbie uscirà il 20 luglio mentre Oppenheimer il 27 agosto.

Nel giugno del 2023, un poster francese di Barbie è diventato virale per aver incluso la tagline “Elle peut tout faire. Lui, c’est juste Ken.”, che letteralmente si traduce in “Lei può fare tutto. Lui è solo Ken”. Tuttavia, ken è il termine gergale per “scopare” in francese, cioè l’inversione fonologica di nique, mentre c’est (“lui è”) è un’omofonia di sait (“lui sa come”), il che significa che la tagline potrebbe essere letta come “Lei può fare tutto. Lui sa solo scopare”. Gli analisti hanno concluso che probabilmente il gioco di parole era intenzionale, dato che il termine gergale è di dominio comune tra i francofoni, anche se la Warner Bros. non ha voluto né confermare né smentire la notizia.

In conclusione vi chiediamo di essere pronti, perché secondo il The New Yorker, la Mattel ha in progetto più di 45 film basati sui suoi giocattoli!

Oh, quasi dimenticavo: riguardatevi il trailer, in una scena c’è lei; Barbara Handler. La vera Barbie che ispirò Ruth a creare la bambola.

a cura di Domenico La Marca