Trapped e il noir scandinavo: l’incredibile crescita di un genere di successo

Sono passati quasi diciassette anni dalla morte dello scrittore Stieg Larsson, autore della trilogia di Millenium, pubblicata postuma dal 2005 ed entrata a pieno titolo come una delle serie letterarie di maggior successo in quegli anni. Millenium trova un ulteriore apice con la traduzione cinematografica dei tre testi della saga, anch’essa apprezzata dal pubblico.

Oggi sono numerosi e largamente seguiti gli autori nordeuropei, Camilla Lackberg, Jo Nesbø per citarne alcuni; a questi letterari si sono affiancate anche le produzioni cinematografiche e televisive, oggi disponibili su varie piattaforme, I casi della sezione Q, Deadwind, Bordertown. Fra questi c’è anche una serie di produzione non nordeuropea ma anglosassone, ma per l’ambientazione simile ai prodotti già citati: Fortitude conclusasi dopo tre stagioni nel 2018.

A inizio di settembre sono arrivate su Netflix le due stagioni di Trapped (realizzata da Baltasar Kormákur che ha presentato quest’anno la serie sci-fi Katla, sempre su Netflix). La serie, realizzata nel 2015, e già distribuita in Italia nel 2018 da Tim vision, adesso vede una maggiore ampiezza di pubblico su Netilix.

La serie, ambientata nel nord dell’Islanda, ribalta completamente l’ideale amenità dei luoghi nordici, mostrando uno sprofondo criminale che ricalca le grandi produzioni americane; la dimensione illegale prende un maggiore spessore emotivo grazie all’ambientazione: i luoghi sono brutali, oscuri e misteriosi. Il calore della terra vulcanica contrasta con il freddo gelido e le velature di neve creando un cortocircuito visivo che alimenta l’emotività dello spettatore.

Centrale, come in ogni giallo/thriller, è la figura dell’investigatore che nel caso di Trapped è Andri Ólafsson, nella prima stagione capo della polizia di Siglufjörður mentre nella seconda stagione opera nella capitale Reikiavik. Fin dal primo episodio vediamo l’articolarsi di due linee narrative: da una parte l’indagine vera e propria, differente nelle due stagioni, la prima su un vero e proprio piano criminale scaturito internamente nel paese di Siglufjörður e la seconda ampliando il coinvolgimento al governo e all’industria in Islanda. La seconda linea riguarda l’osservazione dei legami affettivi dei personaggi della storia, spesso caratterizzati da problematicità e fragilità, ciò aumenta il coinvolgimento nei confronti della sfera personale, permettendo di avere un quadro psicologico e sociale più ampio.

Scrutando fra le varie piattaforme di streaming, oltre che nei vari cataloghi letterari, si noterà una sempre maggiore presenza dei contenuti del noir scandinavo.

a cura di Valerio Mannucci