Nelle folate di un vento crudele, c’è un tempo, un tempo che ti cambia, un tempo che ti fa prendere una strada senza nemmeno dirti di svoltare lì. È il nostro tempo, quello che dopo questi anni dobbiamo riprenderci, quello che ci ha detto cosa fare quando eravamo chiusi nel guscio di case e pensieri. Le abbiamo provate tutte, tutte, per ingannarlo e invece forse ci ha fregati lui… Di problemi ne ha portati tanti a tutti, ma noi Italiani probabilmente abbiamo sentito di più l’influsso negativo anche e inevitabilmente dal punto di vista alimentare. Nelle indagini ufficiali post-pandemiche infatti il dato relativo ai disturbi legati all’alimentazione è aumentato quasi del 30% nel nostro Paese; problemi quali il sovrappeso e l’obesità hanno raggiunto picchi del 37% (quasi 4 italiani su 10 per intenderci) eppure bisogna fare attenzione perché per quanto i dati possano raccontare, spesso, è la realtà a fare la differenza. L’Italia ad oggi è sveglia, pronta ad andare oltre, sa come il tempo possa cambiare ancora, sa che come un atleta può rimettersi in forma e probabilmente lo sta facendo nel modo giusto. Dopo la pandemia, dopo esserci gonfiati, come dicono i dati, ci siamo recati tutti verso le palestre (con un aumento circa dell’80% delle iscrizioni rispetto al triennio 2018-20 soprattutto i giovani tra i 18 e i 35 anni), stiamo cominciando a farci ispirare da abitudini alimentari più salutari, come testimonia anche l’aumento dell’affluenza presso medici nutrizionisti specializzati. Insomma, un capolavoro potreste dire, e invece? No, proprio no perché probabilmente non ci siamo chiesti una cosa, ma possiamo permetterci tutto ciò? Ancora una volta la risposta è frutto di un tempo che è cambiato, tralasciando il rincaro mensile anche delle singole palestre, la questione centrale si sposta sui beni presenti in ogni dieta salutare: la carne ad esempio ora ci costa circa 100€ in più all’anno di media, le verdure 90€ e così le uova, il pesce, la frutta, per non parlare di tutte quelle nuove invenzioni di snack e dessert proteici e senza grassi. La conclusione dunque è questa, ci stiamo rialzando si, ma a che prezzo? Come possiamo lamentarci dell’aumento dei disturbi alimentari se le diete non sono agevolate dal punto di vista economico? Noi di certo possiamo fare a meno del cibo spazzatura, ma quanto ci conviene intraprendere un percorso se non possiamo essere sicuri di portarlo a termine? Dobbiamo continuare a cercare l’equilibrio giusto, perché tra la golosità Ciacco e la fisicità del Doriforo esiste un equilibrio a cui dobbiamo tendere, fiduciosi del fatto che poi come diceva Rino Gaetano, ritorna a mano a mano quel sorriso fedele che il vento nel tempo ti aveva portato via.
Articolo a cura di Antonio Spiezia