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Scrivere haiku in lingua latina: la sfida di Arianna Sacerdoti

Una pubblicazione a più mani promuove l’esperimento didattico. Intervista alla curatrice.

Per la collana “Laboratori didattici” dell’editore “Terre Blu” è uscito quest’anno il volume “5-7-5: la sperimentazione didattica degli haiku in latino tra scuola e università” (140 pp., € 15), a cura di Natascia De Gennaro, docente di discipline letterarie, e di Arianna Sacerdoti, da poche ore Associato di “Lingua e letteratura latina” all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, nonché poetessa e traduttrice. La pubblicazione intende incentivare e valorizzare la conoscenza dell’haiku, un genere poetico che, nato in Giappone nel XVII secolo, è basato su 3 versi, le cui more si articolano secondo lo schema 5-7-5. La novità dell’opera, tuttavia, sta nel fatto che haiku di poeti italiani contemporanei sono riproposti nella veste della lingua dell’antica Roma, grazie a un lavoro di traduzione in Latinum sermonem, in cui si sono cimentati studenti del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università casertana e allievi dell’Istituto Salesiano “Sacro Cuore” di Napoli, sotto il coordinamento delle due curatrici del volume. Dell’esperimento didattico e di altro abbiamo parlato con la prof.ssa Sacerdoti.

Prof.ssa Sacerdoti, perché la scelta dell’haiku e soprattutto della lingua latina?

Sia l’haiku che il latino sono parte della mia vita. Il latino è il mio mestiere, ma prima ancora una passione; gli haiku una passione che talvolta diventa mestiere. E da sfondo c’è l’interesse per la didattica, per la ricerca di nuove proposte per l’insegnamento del latino e della poesia.

La pubblicazione si rivolge a un pubblico di soli specialisti o anche più vasto?

La pubblicazione si rivolge a un pubblico vasto: gli haiku in italiano sono fruibili da tutti; i saggi introduttivi e quello conclusivo sono di facile fruizione anche per i non specialisti.

Per quanto riguarda sia l’haiku sia il contatto con le scuole secondarie, lei già ha maturato una pregressa esperienza…

Ho condotto laboratori di scrittura creativa nelle scuole e ho lavorato con gli haiku in quelle sedi. Sono stata, inoltre, membro della Giuria del Concorso Internazionale Haiku “Cascina Macondo”. Prima ancora, nel 2008, ho insegnato come supplente materie letterarie in una scuola media.

Qual è il valore fondante dello studio della lingua latina, in una società che, in preda al turbinio di notizie freneticamente rilanciate dal web, sembra avere la necessità di riscoprire solidi punti di riferimento, come quelli offerti dalla meditazione degli autori classici?

Il mondo antico parla ancora al nostro presente. Non saremmo quello che siamo senza il nostro passato. I classici antichi, le lingue antiche sono – anche attraverso esperimenti nuovi come questo – in grado di dare risposte, appassionare. E poi la forma brevissima dell’haiku va nella direzione di una comunicazione immediata e – come ha scritto Dionigi – senza dubbio adatta ai tempi di Twitter.

In questo periodo di smarrimento, complice anche la situazione dell’emergenza epidemiologica, di quale autore della letteratura latina consiglia la lettura?

Consiglio senz’altro la lettura di Lucrezio, autore grandissimo e sempre attuale. La peste, il cosmo, l’amore, la filosofia sono solo alcuni dei temi che affronta il “De rerum natura”.

Massimiliano Longobardo

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Massimiliano Longobardo
Massimiliano Longobardo
Giornalista pubblicista iscritto all'ODG Campania, è dottore di ricerca in filologia classica e insegnante di latino e greco, nonché atleta master di nuoto per salvamento. Settori di interesse: territorio flegreo, teatro, scuola e istruzione, nuoto e discipline acquatiche.
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