Scegliere: un potere terrificante

Anno 2092. Nemo Nobody (Jared Leto) ha 117 anni ed è l’ultimo uomo destinato a morire di vecchiaia in una società che ha scoperto il segreto dell’immortalità, diventando così un caso da museo.
Confinato nella stanza asettica di un ospedale, la società, infatti, lo studia e lo analizza senza sosta, facendogli rievocare la sua vita.

Il racconto tocca tre momenti principali della sua esistenza: a 9 anni: la separazione dei genitori; a 14: il primo amore; ed a 34, il fiorire proprio dell’età adulta.
La storia, però, è contraddittoria ed incongruente, le vicende narrate sono spesso discordi tra loro, persino assurde.

Il protagonista sembra raccontare di un’esistenza che si alterna tra ricordi di diverse vite.

Chi è allora Nemo Nobody? E cosa ci vuole dire la sua fantastica storia?
Mr. Nobody non è nient’altro che un film sulla scelta ed il libero arbitrio. Una pellicola su come ogni decisione possa plasmare l’esistenza di ciascuno di noi e modificare il futuro.
Un inno poetico e sofferto alla teoria del caos e all’effetto farfalla, all’interno di una costruzione intensa, capace di appassionare per oltre due ore e mezza di visione.
Tutto il film si basa su una prima scelta, compiuta dal protagonista quando era solo un bambino.
A nove anni, infatti, Nemo si trova di fronte al primo decisivo bivio: rimanere col padre o trasferirsi in Canada, con la madre?
Due opzioni che, però, si ramificano in innumerevoli direzioni. Il bambino ha la possibilità di imboccare una strada piuttosto che un’altra, forgiando la propria vita a suo piacimento.

Per il filosofo Kierkegaard, la scelta costituisce l’individuo, poiché è attraverso le scelte che ognuno di noi costruisce una propria morale e la propria dignità personale: il libero arbitrio è quindi un potere ma, al tempo
stesso, è terrificante.

Se è vero, infatti, che l’uomo è libero di scegliere, è anche vero che le infinite possibilità e le innumerevoli decisioni che, quotidianamente, deve affrontare lo gettano in uno stato di “angoscia”.

Come si può decidere tra tante alternative senza conoscere i possibili esiti di ciascuna di esse? Come scartare infinite possibilità a favore di una sola realtà?
Nemo rimane immobilizzato davanti a questa prospettiva; paradossalmente, la possibilità stessa della scelta è ciò che lo priva della facoltà di scegliere.

Uno stallo esistenziale dal quale non sa trovare via d’uscita e che rappresenta la condizione universale dell’uomo, perennemente tormentato dal tarlo del dubbio e dall’opportunità del poter decidere.
Mr. Nobody, però, è anche un film su come l’uomo sia in realtà condizionato dall’ambiente esterno ed in balia di circostanze che sfuggono al suo controllo.

Nemo è davvero artefice, con le proprie scelte, del suo destino o questa è solo un’illusione, comune a lui quanto al resto dell’umanità?
La risposta sembra fornirla il protagonista stesso narrandoci della “superstizione del piccione”, concetto elaborato dallo psicologo B. F. Skinner.

L’uomo è, infatti, un animale in gabbia, falsamente persuaso di avere il controllo del proprio destino, di poter influenzare il futuro con le sue scelte, che non riesce a realizzare come, invece, tutto dipenda da fattori a lui estranei, già stabiliti.
Ecco allora come mai, per esempio, vediamo un Nemo adulto finalmente ricongiunto ad Anna, il suo grande amore, perderla per sempre a causa di una goccia di pioggia, che rende illeggibile il numero di telefono da lei scritto su un foglietto. Una goccia che è l’ultimo risultante di una lunga catena di processi, iniziata mesi prima, a partire dall’altro capo del mondo.

In Mr. Nobody sono molte le scene come queste, in cui viene mostrata la mancanza di controllo di Nemo sulla propria vita e il dominio della necessità causale sulla realtà.
Tra determinismo e libero arbitrio, dove si situa, dunque, la verità?
Mr. Nobody solleva quesiti fondamentali sull’esistenza umana, ma non fornisce una risposta definitiva.

Ma, a ben guardare, la risposta c’è. La paura più grande di Nemo, lo dice egli stesso, è non aver vissuto abbastanza.
L’importante, dunque, non è quale scelta fare ma, semplicemente, poterla fare, scegliere e vivere a pieno ogni momento, qualsiasi sia la vita che ci aspetta.

In un mondo perfetto ma, senza passioni, in cui l’uomo ha raggiunto l’immortalità per cui ogni decisione risulta priva di importanza, Nemo Nobody ribadisce l’assoluto bisogno di immergersi, con tutto se stesso, nel flusso degli eventi , di assaporare ogni emozione e di non aver paura di scegliere, di amare …in una parola, di vivere.

Giulia Petillo