Salire su un palco per non scendere più… Pasquale Palma!

Crescere guardando i film dei più grandi attori del cinema italiano, la voglia e il coraggio di calcare le scene per esprimere la propria arte, salire su un palco per poi non scendere più… Pasquale Palma!

Il fascino avvertito sin da bambino per il cinema italiano e per i grandi attori che ne hanno fatto la storia, nasce proprio da lì la tua passione per la recitazione. Quando hai capito realmente che era quella la strada da seguire?

Sono un fan di Totò. Già intorno ai 7 anni mentre gli altri bambini guardavano i cartoni animati, io guardavo Totò. E’ partito tutto da me, un giorno mentre mio padre faceva zapping, vidi un film di Totò e gli dissi: “Voglio vedere quello!”. Totò, Eduardo De Filippo, Troisi, Sordi, Proietti mi hanno fatto capire che avevo anch’io delle cose da dire, ero molto timido, non avevo il coraggio di salire sul palco, ma dall’età adolescenziale ho trovato il coraggio di esibirmi e da lì è iniziato il mio cammino, sono salito su quel palco e non sono sceso più.

Animazione, cabaret, varietà, fino a giungere al teatro “TAM” dove esordisci con il tuo personaggio Vivo D’Angelo che ti consente tra l’altro di vincere il premio “Mi faccia ridere”, personaggio con il quale sbarchi a “Made in Sud” in onda all’epoca su “Comedy Central”. Cos’hai provato?

Vivo D’Angelo è il personaggio a cui sono più legato, rappresenta l’inizio. Ho iniziato con l’animazione nei villaggi turistici. L’animazione è stata per me una palestra molto importante, dopo l’esame di Stato sono partito per fare animazione, ho avuto modo di capire tante cose, l’ho fatta per quattro anni, durante l’estate facevo animazione, in inverno invece mi dedicavo al teatro. Vivo D’Angelo è un personaggio che avevo nella mente perché a casa mia si ascoltava tanto Nino D’Angelo. Una sera in un villaggio non sapevamo più cosa inventare, vidi una parrucca da donna, la indossai facendo un codino dietro in modo che davanti sembrasse un caschetto, vidi anche un giubbino di jeans, lo indossai, improvvisai scherzosamente l’interpretazione di Vivo D’Angelo! Piacque molto, il pubblico rideva tanto. Tornato a casa, iniziai a frequentare dei laboratori comici al teatro “TAM”, c’erano dei provini lì, non c’era ancora “Made in Sud” e io decisi di proporre anche questo personaggio, iniziammo a lavorarci su e poi arrivò “Made in Sud” e Vivo D’Angelo vi approdò! Un’esperienza molto bella che mi ha fatto conoscere dal pubblico e mi ha permesso di fare questo lavoro in maniera più seria.

Nelle successive edizioni di “Made in Sud”, intanto  in onda su Rai 2, interpreti diversi personaggi che ti fanno apprezzare molto dal pubblico, talvolta dando vita a dei veri tormentoni, come quello nato con la canzone “Tutto a posto” interpretata dal neopoetico Eddy Scampia…

Un altro personaggio a cui sono molto legato, racchiude anche in questo caso delle mie passioni. Sono fiero di essere della periferia di Napoli, fiero di essere di Giugliano in Campania, in questi luoghi si è ascoltata tanta musica napoletana, anche neomelodica, quindi in me c’è una parte popolare ma anche una parte che ama tanto la poesia, ho pensato: “E se un neomelodico volesse fare poesia?”, così è nato il neopoetico Eddy Scampia, un personaggio che pensa di essere collega di grandi poeti. “Tutto a posto” è stato il suo tormentone, si cantava tanto, ne nacque un videoclip, una suoneria, è stato un personaggio molto apprezzato dal pubblico.

E poi il debutto al cinema nel film “Si accettano miracoli” di Alessandro Siani e altri film come “Vita, Cuore, Battito” con gli Arteteca. Com’è stato vivere il set?

E’ stato molto bello, il cinema per noi che svolgiamo questo lavoro è la meta, l’obiettivo, si cresce, si migliora e si vogliono fare altre cose. Nel debutto con Siani ho visto il cinema vero con grandi attori. Anche con gli amici Arteteca è stata una bella esperienza, ci siamo divertiti molto. Ho preso parte anche al film “San Valentino Stories” su Rai Cinema, prodotto dai fratelli Cannavale e da Rai Cinema, un film composto da tre episodi, io ero protagonista di uno dei tre episodi con Denise Capezza, in un altro episodio c’erano anche Gigi e Ross, è stata un’esperienza molto bella. Ho interpretato inoltre un ruolo nel film di Vincenzo Salemme “Con tutto il cuore” e ora sto girando un film con Jerry Calà, Nando Paone, Sergio Assisi e tanti altri attori. In questo momento sono molto proiettato verso il teatro, negli ultimi anni ho preparato molti spettacoli, tra l’altro in questi giorni sono in scena con il mio spettacolo “MY NAME IS SBELUT” il 10-11 e 12 marzo al “NUOVO TEATRO SANCARLUCCIO” di Napoli. Il teatro e il cinema sono le cose verso cui sono proiettato, penso che mi possano dare tante soddisfazioni crescendo.

Prendi parte all’evento “Tre volte 10” con la regia curata da Alessandro Siani che ha avuto come protagonista Diego Armando Maradona. Quali sono state le emozioni?

E’ stata un’emozione inspiegabile, Maradona al di là del calcio ha regalato a Napoli un momento di luce negli anni ’80, dove il calcio era un po’ il riscatto per i napoletani. Per me Maradona è qualcosa di grande, di esagerato. Quando l’ho conosciuto, ho messo a fuoco dopo che era Maradona, durante l’esibizione, preso dalla concentrazione, non mi rendevo conto, quando mi sono fermato, ho pensato: “Ho fatto questa cosa al Teatro San Carlo con Maradona?”. Da quel poco che ho potuto vedere Maradona mi è sembrato una persona leggera e forse con un velo di tristezza perché essere Maradona non è semplice, una persona che si prestava tanto al pubblico. Io ero l’unico momento comico in quello spettacolo, lui giocò molto, una bellissima cosa, un’emozione indimenticabile, un’esperienza unica.

Teatro, cinema, tv, dove sei più a tuo agio?

A teatro perché è quello che mi rispecchia di più. A teatro si può scrivere e mettere in scena in maniera più semplice, il cinema richiede un lavoro maggiore. Per ora direi il teatro, la tv e il cinema sono comunque importanti, fanno parte del lavoro di un attore. Mi piacerebbe raccontare una mia storia al cinema, magari lo farò quando sarà il momento.

C’è un momento del tuo percorso artistico che ricordi in maniera particolare?

Ce ne sono tanti, non saprei. Ogni momento è importante, io penso che il percorso di una carriera sia fatto da vari step, ci sono momenti da ricordare che ho vissuto in una prima fase,momenti della seconda fase, tutte le fasi mi stanno portando verso un’altra fase. Potrei citare il primo “Made in Sud”, il primo spettacolo scritto da me, l’incontro con Salemme, con Maradona, ci sarebbero tante cose. Ho capito per esempio che grazie al mio lavoro si può avere l’opportunità di  conoscere  determinate persone. Per esempio pochi giorni fa è mancato Maurizio Costanzo, un mito della televisione, io ho ricordato quando insieme a Gigi e Ross siamo stati ospiti al “Maurizio Costanzo Show”, conservo una tartaruga di ceramica che Maurizio Costanzo regalava ai suoi ospiti, un bellissimo momento. Ringrazio il mio lavoro per i momenti che mi permette di vivere, raccontare un solo momento sarebbe difficile.

Un sogno da realizzare?

Finire quest’intervista! (Ride).

Cerco di realizzare tutti i miei sogni, il sogno è avere sempre tanti sogni così da non riuscire a realizzarli tutti. Tra i miei vari sogni realizzati c’è per esempio l’uscita a fine marzo del mio libro dal titolo “SBELUT”- Cronache semiserie dei moti dell’anima. “SBELUT” è una parola inventata ma vera. In alcuni luoghi di Napoli, quando si vivono situazioni in cui sei un po’ avvilito, un po’ sfinito, si dice “mi sento sbeluto”, io ho dato a questo termine un tocco straniero. Il libro racchiude immaginazioni mie di quando nella vita siamo un po’ “sbeluti”, è un libro umoristico, che fa ridere, fatto di pensieri leggeri ma che nasconde  comunque anche qualcosa di più “pesante”.

Progetti futuri?

L’uscita del libro, il film che sto girando, ci sono tante idee teatrali, tanti progetti che spero possano realizzarsi. Il primo tra tutti: il ritiro di una scrivania all’IKEA! (Ride).

Giungiamo al termine dell’intervista. In arrivo tante novità pronte a divertire il pubblico, procedendo nella realizzazione di un’infinità di sogni!

“Il sogno è avere sempre tanti sogni così da non riuscire a realizzarli tutti”.

E poi ogni volta catturarne uno, mirando intanto a tanti altri sospesi nell’aria, lì pronti a colorare il futuro con una sana risata…

a cura di Margherita Saporito