venerdì, Aprile 26, 2024
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Piccole Grandi donne

“Piccole donne”, di Greta Gerwig, candidato a sei premi Oscar, tra cui quello per miglior film, è la nuova trasposizione del romanzo di Louisa May Alcott, che, ha dato vita a sue molteplici versioni cinematografiche, televisive ed anche animate. Dopo l’esordio con “Lady Bird” la regista torna a dirigere un film che pone la crescita femminile al centro della sua narrazione riuscendo a dare, al capolavoro della scrittrice americana ed all’indimenticabile storia delle quattro sorelle March, un’impronta personale.

Nel film si gioca, infatti, con i parallelismi temporali tramite l’utilizzo di un montaggio che alterna presente e passato. Una scelta, questa, che permette alla Gerwig di trovare punti di contatto ma, allo stesso tempo di divergenza, tra i momenti spensierati della prima adolescenza, in cui pure non mancano le difficoltà, e quelli in cui le incombenze della vita adulta si fanno più pressanti ed i sogni possono sia avvicinarsi, che allontanarsi, mostrando la necessità di scendere a compromessi.

A fare da cornice, e da filo conduttore, al tutto è la carriera da scrittrice di Jo, alter ego della stessa Alcott, con cui, non a caso, si apre e si chiude il film. L’attrice Saoirse Ronan dona intensità a questo personaggio, che se all’inizio appare come un’eroina incorruttibile, disposta a tutto per salvaguardare i propri sogni, sul finale del film invece è preda di sentimenti contrastanti. La ragazza, infatti, vive una lotta interiore che vede, da una parte, la voglia di libertà e di non dover essere dipendente a nessuno, nemmeno da un punto di vista emotivo e dall’altra, il bisogno di sentirsi amata.

Un amore che riuscirà a trovare nella scrittura e nel suo romanzo. Quest’ultimo è l’elemento che unisce la finzione alla reale vita dell’autrice Alcott, il cui libro venne inizialmente rifiutato ed alla fine pubblicato solo con alcune modifiche. La scrittrice dovette cedere,infatti, alle pressioni degli editori per far in modo che, anche la più anticonvenzionale delle sorelle March, la volitiva Jo avesse il suo “e vissero felici e contenti”. Non è un caso, infatti, l’unica, a non sposarsi, è Beth, a cui tocca il destino più tragico.

Quindi, anche se la locandina del film reciti la frase “scegli la tua storia”, questa affermazione si rivela essere vera soltanto in parte, dal momento che, nonostante tutte le sorelle dimostrino talenti diversi e siano attive protagoniste della propria vita, le loro esistenze sono comunque condizionate dai desideri di una società per la quale la felicità di una donna non poteva dirsi completa senza avere una storia d’amore come finale. Si tratta di uno dei limiti di un libro che, pur nella sua modernità, dovette comunque, scontrarsi e piegarsi alle idee del periodo storico in cui venne pubblicato.

La storia di “Piccole donne” è un racconto di crescita in cui chiunque può immedesimarsi. Troviamo in Jo sia la ribellione nei confronti della società circostante che il desiderio di riuscire a realizzare le proprie ambizioni, unito con la paura di non farcela; Amy rappresenta la frustrazione di sentirsi costantemente un’eterna seconda, che cerca di conciliare le proprie ambizioni artistiche con ciò che gli altri si aspettano da lei ( significativi a tal proposito i dialoghi con la zia March, che carica la nipote di grandi responsabilità.)

In questa versione, infatti, la minore delle sorelle, considerata in genere la più detestabile, viene mostrata sotto una luce nuova, che le fa acquisire profondità e sfumature che le consentono di ottenere la simpatia dello spettatore, rubandola in parte alla, solitamente più amata, Jo. Vengono, poi, brillantemente messe in luce le difficoltà familiari di Meg che, nonostante abbia realizzato il proprio sogno di trovare l’amore vero, lo stesso in cui credeva la società dell’epoca, non riesce ad essere pienamente felice perché viene a scontrarsi con una realtà più dura del previsto.

Infine, viene omaggiata la dolcezza di Beth, quella che, più delle altre, segue l’impronta materna, dedicandosi, con spirito di sacrificio, ad aiutare il prossimo ma, questa sua intima solidarietà avrà per lei conseguenze tragiche.
Questo film è la miglior celebrazione di ciascuna della quattro eroine, di ognuna della quattro incarnazioni della femminilità, da quella più tradizionale, rappresentata dalla maggiore, che sogna il matrimonio, e dalla più piccola e timida, il cui desiderio più grande è rimanere per sempre circondata dalla sua famiglia e dalle persone che ama, a quelli offerti dalle più intraprendenti Jo e Amy, due personaggi molto simili tra loro e che, per questo, spesso si scontrano.

Sono proprio questi personaggi a rendere ancora oggi attuale un romanzo scritto più di cento anni fa. Personaggi che con la loro forza e la loro interiore fragilità hanno insegnato a molte generazioni di ragazze ad essere se stesse e a credere nei propri sogni per essere le reali artefici della loro esistenza.
a cura di Giulia Petillo
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Redazione StreetNews.it
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