Katire è un poeta che riesce ad esprimere la sua dote con testi struggenti e densi di passione, accompagnati da melodie e sonorità che solo in Italia si possono trovare. L’ho incontrato la prima volta a gennaio del 2020, al Katire History Live e sono rimasto incantato dalla perfetta sintonia tra parole e note: esprime una naturalezza sorprendente pur affrontando virtuosismi musicali ormai rari a sentirsi.
Ha esordito con un brano dedicato alla sua terra, dal titolo “Cilèntandante”, una ballata molto originale e ritmica. Poi ha spaziato tra suoni carioca e caraibici, come se fossero naturalmente suoi. Avrebbe dovuto fare un tour in terra straniera, ma il maledetto Covid ha fermato anche questa elegante fuoriserie. Quest’anno lancia “Artista”, un brano che conferma la sua infinità creatività.
In questi ultimi mesi, ho scoperto molti altri aspetti su questo cantautore che è sulla buona strada per diventare uno tra i grandi. L’ho raggiunto telefonicamente negli studios di Roma ed abbiamo parlato un bel po’.
- Quando hai capito che la tua poesia doveva diventare musica d’autore?
- “A 16 anni mi sono accorto che pensieri e riflessioni scritti in passato potevano essere rivisitati e potevano diventare testi di alcune mie musiche. Questo mio primo esperimento lo sottoposi all’attenzione di Franco Migliacci (autore di “Volare”), il quale mi prese sotto la sua ala per diverso tempo. Da quel momento compresi tutti i meccanismi necessari per rendere la trattazione di un tema il testo di una canzone.”
- In un’epoca come l’attuale, fatta di musica ad ampio consumo e a breve scadenza, non ti sembra di essere anacronistico? Avresti comunque scelto quest’epoca o ti vedi proiettato in altri periodi?
- “Non esiste un tempo per le tematiche che tratto, nemmeno un’identificazione precisa rispetto al modo in cui lo faccia. Esistono stili e il mio è legato ad una esposizione tipicamente classica che mi appartiene anche nel privato”
- A chi è rivolta la tua musica?
- “A pubblici di ogni genere ed età, l’ho verificato nei miei concerti. La mia fan base è costituita per lo più da audiofili e sostenitori di musica Indie”
- Sei un filantropo…
- “Si, alla luce di un umanitarismo pressoché religioso. Mi sento bene quando interagisco con l’altro offrendo la mia collaborazione.”
- Cosa mi dici di Artista?
- ““Artista” è una provocazione, sia in termini musicali che letterario. Scavalco ogni stereotipo e muovo accuse precise ai responsabili della ghettizzazione musicale. Muovo accuse a quanti oggi pensano di poter imporre musica senza saper collocare una sola nota sul pentagramma. La musica non è soltanto tendenza e, la tendenza, non possiamo lasciarla nelle mani di chi non rispetta le radici nazional popolari. “Artista” è un singolo rivoluzionario.”
Una posizione chiara, quella di Katire, che attraverso le note di Artista lancia una forte provocazione a chi fa della musica italiana esclusivamente una macchina commerciale.
Di Clemente Scafuro
