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L’importanza di amarsi senza farsi condizionare mai dal pensiero altrui. Parola si Aristea!

Aristea (Arianna Piccinelli) è un’artista eclettica, simbolo e metafora di resilienza.

É l’arte del Kintsugi: pratica che nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una “ferita” possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica ed interiore. Kintsugi, letteralmente, significa riparare con l’oro. L’oro è il colore che avvolge l’essenza di Aristea e del suo progetto: l’impronta del suo vivere.

Ciao Aristea, cosa ti ha spinto a scrivere e cantare “Il colore del Sahara”?
Ciao, molto piacere! Il Colore del Sahara è nata dopo un periodo difficile per me. Mi sono sentita finalmente, dopo molto tempo libera davvero. Mi sono finalmente amata, ho pensato a me, ho preso in mano la mia vita. Ho sentito l’esigenza di comunicare che bisogna amarsi e non bisogna farsi condizionare mai da quello che pensano, dicono gli altri.

Descrivi “Aristea” e il suo personaggio, i suoi pregi e i suoi difetti.
Aristea ama fare sentire bene le persone attorno a lei. Tra i pregi più significativi: la capacità di dare coraggio, energia, autostima, sorrisi alle persone. Tra i difetti, essendo molto emotiva, si fa carico troppo delle situazioni altrui e a volte il suo equilibrio ne risente un po’.

E’ frutto di qualche tuo viaggio nel continente africano oppure hai voluto dare sfogo alla tua immaginazione nel tuo brano?
No, non è stato frutto del mio viaggio ma tutto ruota intorno all’essenza del mio progetto di vita e musicale.
Il Sahara possiede il colore dorato, che è essenza di vita per me. L’oro riveste un significato particolare…Lo associo alla nostra anima (a ciò che siamo davvero io e le persone buone simili a me). Ritengo sempre che è grazie alle situazioni difficili che nasce l’oro che siamo.

Accetteresti di fare un’attraversata nel deserto del Sahara?
Si, lo accetterei perché sicuramente sarebbe fonte di grandi riflessioni e mi farebbe crescere, come le esperienze che facciamo.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere il brano?
Il brano è nato in poco tempo, forse un giorno, poi lo abbiamo sistemato ed è stato effettivamente completato in qualche settimana.

Come mai la scelta di questo nome d’arte?
Perché è magico. Perché riprende un pochino il mio nome reale, perchè significa nobile d’animo (in greco) e mi ci ritrovo assolutamente. Perchè mi fa pensare alle stelle..e queste anche per me hanno dei significati.

Chi è l’artista che hai come riferimento musicale?
In questo momento direi Mahmood

Progetti a breve e lungo termine?
Sto continuando a fare brani, parteciperò a concorsi musicali e probabilmente proverò la strada del talent e vedremo come andrà… Ho anche un gruppo e a breve inizieremo a suonare in giro.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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