La nuova carta dei vini per un cambiamento climatico all’Archivio Storico.

Nel bar e ristorante napoletano borbonico dell’Archivio Storico, sabato 18 gennaio 2020 a pranzo sarà presentata la nuova carta dei vini che quest’anno ha voluto affiancare all’offerta ristorativa il concetto di sostenibilità  per una sfida al cambiamento climatico. La nuova carta dei vini è stata redatta dal sommelier e presidente della delegazione napoletana dell’Associazione Italiana Sommelier, Tommaso Luongo, al quale è stata affidata la cernita delle etichette, con il creatore del progetto, Luca Iannuzzi, mettendo in risalto un’elezione di vini derivanti da vitigni resistenti ai cambiamenti climatici. Uno dei temi più contemporanei come il cambiamento climatico ben coniugati alla personalità del ristorante, capace di trasformare un pasto in un percorso memorabile. Il sommelier Tommaso Luongo ha sottolineato, che “la  nuova carta è un file aperto e condiviso pensata per rispondere ai macro cambiamenti climatici in atto. Le etichette proposte sono tracce legate alla nostra idea contemporanea del vino”. Il patron dell’Archivio Storico Luca Iannuzzi, invece, ha dichiarato che “l’Archivio Storico è un posto, dove ho sempre voluto fare innovazione e creare sinergie tra i vari settori. La nostra carta dei vini era borbonica e meridionale, ma grazie a Tommaso Luongo ci siamo aperti al mondo, come fecero all’epoca i Borbone”. Insomma una mappa corposa, che si muove tra storia e geografia, con paesaggi che dalla Campania raggiungono tutto il mondo, con una particolare attenzione nei confronti della Francia (sezione declinata in un’unica fascia di prezzo, ma molto esaustiva per i terroir proposti); spicca la selezione dedicata allo champagne e quella con protagonisti i vini della Borgogna. Inoltre, la proposta di etichette è il risultato  di anni di appassionata ricerca. Ecco perché a vini rinomati sono affiancate chicche enoiche. Ad esempio i vini Piwi (dal tedesco pilzwiderstandfähige), varietà di vite resistenti alle crittogame che trovano la loro origine negli incroci effettuati tra le varietà di vite da vino e le varietà di vite americane resistenti alle malattie fungine.  I vitigni Piwi sono più resistenti ai maggiori nemici della vigna: oidio, botrite, ma anche temperature rigide o piogge abbondanti. Tutto ciò li rende anche naturalmente più sostenibili, in quanto riduce la necessità di effettuare trattamenti in vigna. Un’attenzione particolare è stata poi dedicata ai vini ricavati da vigneti a piede franco, caratterizzati dal profondo legame con la storia e con il territorio.  Provengono, infatti, da vigne secolari che, per caratteristiche peculiari, hanno resistito all’attacco parassitario della fillossera, laddove tutto il mondo ha risolto con l’innesto a piede americano. La proposta di Tommaso Luongo e Luca Iannuzzi riflette in modo avvincente la possibilità a breve di percorsi esperienziali dalle diverse configurazioni: abbinamenti a tema, verticali, focus territoriali.