KAFKA, sold out nelle librerie grazie a Daydreamer, la soap turca che ha avvicinato i giovani alla lettura.

Una raccolta di lettere scritta da Franz Kafka nel 1920 con un’influenza che si ripercuote ancora nel 2020. Un libro senza età!

Come può una biografia epistolare scritta 100 anni fa ad emozionare ancora? Ma soprattutto com’è possibile che un libro presente da anni nelle librerie italiane abbia riscontrato soltanto negli ultimi tempi un boom di vendite fino a registrare sold out?

Ecco perché…

Daydreamer, la soap turca sbarcata da poco in Italia e attualmente in onda su Canale 5 tiene quotidianamente attaccati alla tv, giovani e non solo.

La soap, apparentemente leggera e a tratti superficiale, che sembrava avere come scopo principale quello di trasmettere spensieratezza al pubblico, ha paradossalmente fatto emergere una profondità inaspettata a partire dal 19esimo episodio, quando i due protagonisti Can e Sanem scoprono accidentalmente di amare lo stesso libro.

Ma qual è questo libro che ha portato i telespettatori ad innamorarsi dell’amore?

Lettere a Milena, una raccolta di missive scritte da Franz Kafka a Milena Jesenskà tra il 1920 ed il 1923. Una confessione, un diario, una cronistoria di un amore complesso, profondo e già destinato a finire ancor prima di iniziare… Una storia d’amore platonica fatta di desideri, attese e parole destinata a rimanere tale proprio perché Milena era già sposata e, seppur infelice, non era intenzionata a lasciare il marito. Milena era per Kafka una sorta di Beatrice dantesca che oltrepassa la figura di ‘donna Angelo’, lontana fisicamente e vicina nell’anima, che appare come una creatura sacra e perfetta. Un amore impossibile in cui i protagonisti della soap si riconoscono e rivedono in esso quel destino infelice seppur per motivi diversi.

Ecco le parole lette da Can e Sanem che hanno incantato il pubblico italiano: Can,

«Talora ho l’impressione che abbiamo una camera con due porte, l’una di fronte all’altra, e ognuno stringe la maniglia di una porta e basta un batter di ciglia dell’uno perché l’altro sia già dietro la sua porta e basta che il primo dica una sola parola, il secondo ha già certamente chiuso la porta dietro di sé e non si fa più vedere»

Sanem: «Questa mattina ho sognato ancora te. Eravamo seduti l’uno accanto all’altra e tu cercavi di allontanarmi. Non in collera, ma amichevolmente. Io ero molto infelice, non perché mi respingevi, ma per me che ti trattavo come una donna muta qualunque e, non facendo attenzione alla voce che veniva da te, e parlava proprio con me. O  forse non era che non gli prestassi attenzione, ma non avevo potuto risponderle.»

Milena fu per Kafka, come le scrisse in una lettera, il coltello capace di affondare nelle sue pieghe più nascoste e irraggiungibili.

E invece cos’è Sanem per Can? Questo lo sapremo solo continuando a seguire Daydreamer. Chissà che non ci riserverà altre sorprese.

Da Giugno ad oggi Lettere a Milena è andato in ristampa per ben due volte e nonostante ciò, lettori appassionati e non continuano a richiederlo senza sosta.

Ci saremmo mai aspettati che parole così utopiche potessero ancora entrare nel cuore e nella mente di giovani? Giovani che nel 2020 si mostrano così distratti di fronte alla cultura e così tanto, invece, attratti da contenuti futili e di scarsa serietà. Possa essere questo, uno di quegli aneddoti di come la letteratura possa ancora salvare il mondo.

a cura di Anna Antonucci