Intervista a Lorenzo Crea di “Retenews24”: il suo giornalismo senza filtri
La sua comunicazione a 360° per un impegno civile, civico e di cuore
Lorenzo Crea, 35 anni giornalista professionista da 21 è da sempre molto apprezzato (soprattutto dalle donne), porta sulle sue spalle una importante storia familiare e un lungo bagaglio di giornalismo, sia cartaceo sia televisivo, d’intrattenimento, dell’attualità politica e sportiva ma è anche un grande organizzatore di eventi mondani. Lorenzo è certamente uno dei giornalisti più richiesti della Campania, noto per la sua simpatia, la sua genialità, il suo estro creativo e la sua autoironia. Ma anche per un carattere poco avvezzo all’ipocrisia. Andiamo a conoscere le curiosità del bravo anchorman televisivo del format “A Tu per Tu”, ispirato al “David Letterman Show”, in onda ogni domenica alle ore 20:00 su Gt Channel e PiùEnne.
Leggi la nostra intervista a Lorenzo Crea!
Ciao Lorenzo, benvenuto sulla testata giornalistica online “Streetnews” volevo iniziare con il chiederti se vi è stato un momento della tua infanzia che ha in qualche modo “illuminato” il futuro nel mondo dell’informazione?
Prendendomi in giro le amiche di mia madre mi dicono sempre che da piccolo invece di leggere Topolino, sfogliavo “La Repubblica” o “il Corriere della Sera”. Questo per dirti che ho sempre avuto grande curiosità verso il mondo dell’informazione. Mi piaceva molto scrivere e ho coltivato questa passione che ha poi incontrato il grande amore della Tv che ho iniziato a fare a 16 anni. Sarà sicuramente la relazione più duratura della mia vita (ride ndr).
Dal tuo lavoro emergono tante grandi passioni: il giornalismo, lo sport, la politica e il mondo degli eventi. In che modo si incontrano?
Sono strettamente collegate in realtà da un concetto fondamentale: il fare rete. Senza la sinergia fra persone è impossibile fare il giornalista perché sarebbe autoreferenziale, se non sai fare squadra lo sport (a me è sempre piaciuto giocare a calcio) diventa persino noioso, la Politica deve parlare alla gente ma soprattutto saperla ascoltare per interpretarne i bisogni e valorizzare i meriti, e gli eventi che faccio io beh non potrebbero avere nessun successo se non ci fosse l’entusiasmo delle persone che vi partecipano. Come vedi la correlazione c’è. Oggi dopo due anni di pandemia, di distanziamento e di forzato isolamento abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza dello stare insieme. In modo responsabile e con le giuste precauzioni, certo, ma occorre recuperare il “contatto” che non può essere solo virtuale.
Nel tuo lavoro di giornalista ti chiedi sempre, come un mantra, se il suo giudizio di chi hai di fronte è frutto di un pregiudizio o di uno stereotipo?
Prima si, e mi feriva. Oggi molto meno. Le persone che si ostinano a definire il mio e nostro mondo come futile, superficiale, quasi inutile non ha capito che la comunicazione è il cuore di ogni processo. Gli attacchi li ho sempre ricevuti, spesso volgari e infamanti e talvolta anche da persone che mi erano vicine. Ma si tratta di persone infelici, vanno capite.
Io vado avanti per la mia strada che ho costruito con fatica e determinazione figurati se mi lascio frenare da certe sciocchezze.
E cosa significa, per te, il giornalismo?
Significa raccontare i fatti per quelli che sono senza piegarli a subdole strumentalizzazioni. Significa vivere la propria comunità e descrivere ciò che accade indipendentemente dalla “pancia” della gente. Durante il lockdown e ancora oggi avrei potuto diffondere fake news e teorie negazioniste, potevo fare il no vax e avrei preso una valanga di like e di complimenti magari. Ho scelto la linea della responsabilità e della scienza. Chi mi segue ha apprezzato e anzi sono aumentate le persone che mi chiedono informazioni. Perché la gente non è stupida e sa che il giornalismo vero distingue i fatti dalle opinioni.
Durante questo periodo di clausura siamo stati spesso portati a fare tante previsioni su quello che potrebbe accadere alla ripresa della nostra vita. Secondo te come cambierà il mondo degli eventi dopo il Covid-19?
Io vedo questa uscita dal tunnel come una opportunità straordinaria. Non tanto per quello che potremo tornare a fare di qui a qualche settimana. Ma perché abbiamo l’occasione di ripensare completamente questo settore che è fondamentale per l’economia del territorio. Nel mondo degli eventi lavorano migliaia di persone in Campania e c’è un indotto enorme. Ma se pensiamo che si può tornare al modello di prima sbaglieremmo di grosso. Meno quantità e più qualità, la dico così. Prima pensavamo a fare numero, oggi dobbiamo costruire dei momenti che abbiamo un ritorno economico ma anche di immagine perché c’è la necessità di dare continuità agli eventi. Se ne fai uno e basta non serve a niente. È meglio organizzarne diversi anche più piccoli. I clienti che oggi mi chiamano chiedono questo, la programmazione. E percorsi che durino almeno un anno. Il concetto stesso di “evento” sta radicalmente cambiando.
Sapendo che sei un rinomato event planner che cosa bolle nei tuoi progetti futuri?
Mi piacerebbe darti l’ufficialità ma sto aspettando alcuni passaggi per poter dare l’annuncio. Posso sicuramente dirti che fra aprile maggio e giugno ci saranno una serie di appuntamenti straordinari sia per chi mi segue, sia per la città di Napoli e per tutta la Campania. Perciò invito tutti gli amici che ci leggono a seguirmi perché la pentola si scoperchierà presto e vi assicuro che non rimarrete delusi!
Auguriamo allo straordinario intervistatore Lorenzo Crea un meritatissimo successo e che si elevi sempre più in alto!
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a cura di Giuseppe De Carlo