Il tormento d’amore nella poesia di Michela Salzillo

L’amore, esperienza totalizzante di un momento. Brivido fugace che riempie il senso della vita. Rapido come un battito d’ali. Devastante e lacerante quando si nutre del solo ricordo dell’altro, quando vive di recriminazioni e insopportabili rimorsi. Le conseguenze felici e nefaste provocate dal sentimento che omnia vincit e la sua duplice natura sono il principale nucleo tematico della raccolta di poesie “Confessioni del cuore” (Edizioni Galassia Arte, 2014, 84 pp.), in cui Michela Salzillo trasfonde liberamente, in forme intense ed originali, il proprio frastagliato vissuto personale.
La gioia dell’esperienza amorosa traspare in alcuni componimenti dove l’io poetico si dichiara «vittima felice» di un sentimento che pure ingabbia e rende prigionieri. Infatti, nel mare tumultuoso della vita, laddove la presenza dell’altro è viva e confortante, l’amore smorza le pene.

Sei un brivido steso al sole,
L’onda calma nel mio mare in tempesta

Di contro, l’assenza e l’abbandono da parte dell’amato scatenano un assordante senso di solitudine e di alienazione, di fronte ai quali l’unica apparente àncora di salvezza è costituita dal ricordo, dal pensiero rivolto all’altro, dalla ricerca spasmodica della sua presenza.
Le speranze tradite, i progetti naufragati, i sogni strozzati non lasciano spazio neppure all’illusione di poter aspettare un «treno su cui saltare», di vedere all’orizzonte un raggio di sole che scaldi la pelle, perché l’anima offesa, una volta diventata possesso altrui, è irrimediabilmente condannata alla resa, specie se sull’altro si è proiettata un’aura di mistica sacralità.

Come L’aria Asciughi,
Ungi Di Infinito Ora

In questo senso diventa calzante l’analogia/dissimmetria tra amore e mare. Entrambi costituiscono una «quantità indefinibile» e, in apparenza, dividono: non si può intraprendere un viaggio attraverso il mare in tempesta. Eppure, ad una più attenta analisi, emerge una differenza sostanziale: con il favorevole cambiamento climatico le acque marine saranno agevolmente solcate, rendendo effettuale la possibilità di colmare le distanze.

Il mare […]
non ha mai separato nessuno,
si è sempre offerto per essere attraversato,
al fine di unire le distanze

L’amore finito invece, a differenza del mare, non può che dividere, anche in maniera irreversibile.
L’unica via di uscita da questa impasse potrebbe rintracciarsi nel tentativo di impostare una più lucida definizione del concetto di amore, da cui partire per costruire, in prospettiva, le future relazioni. Un legame che salvaguardi la libertà, che sia fondato su una inossidabile fiducia reciproca, che si traduca anche in “bisogno”, ma giammai in dipendenza, in quanto la presenza invadente dell’altro lo condannerebbe al fallimento.

C’è amore nella fiducia che non vacilla,
Nel bisogno che non sia dipendenza.
C’è amore nella presenza che non invade

Come del resto votato al fallimento e destinato ad appassire, in breve tempo, è finanche l’amore ingannevole, l’amore di ripiego, quello cercato per riempire il vuoto della solitudine, ma del tutto inappagante.

A completare la riflessione, prevalentemente incentrata sulla tematica amorosa, sono diversi aforismi composti dall’autrice, riportati in appendice: le “confessioni” si stemperano in una più studiata meditazione, talora a carattere propriamente sentenzioso, talaltra a carattere più discorsivo (al punto da sconfinare arditamente ben oltre la brevitas che ci si attenderebbe dal classico aforisma). Una riflessione vertente su motivi già presenti nelle liriche (come l’allontanamento, l’assenza dell’amato, la ricerca di una persuasiva definizione dell’amore) e sul fare poesia che, come l’amore, trova linfa vitale nella notte.

La notte è la puttana dei sognatori e dei poeti: li fa godere gratis.

Il libro attualmente non è in ristampa, ma ancora reperibile online. Michela Salzillo è nata a Santa Maria Capua Vetere (1988). Ha preso parte a numerosi concorsi letterari (tra gli altri, nel 2013 ha vinto, per la sezione narrativa, il concorso “Giorni da scrivere”, bandito da David and Matthaus Edizioni) e i suoi componimenti sono stati inseriti in diverse raccolte antologiche legate a tali competizioni. Nel 2015 ha diretto il laboratorio di scrittura creativa promosso da Rai Eri, dal titolo “Il libro che non c’è”. Iscritta all’ordine dei giornalisti della Campania, lavora per il Corriere CE.

Massimiliano Longobardo