Gionathan: intervista all’eclettico cantautore per l’uscita di “Mojito”

“Mojito” è il nuovo singolo di Gionathan e Neja, già disponibile in radio e su tutte le piattaforme di streaming, così come il video diretto dai De Stradis Brothers che vede i due artisti, senza prendersi mai troppo sul serio, muoversi in uno spazio volutamente finto-domestico fino a mettere in scena un vero house party.

Conosciamo meglio il versatile ed eclettico cantautore

Come è iniziato il tuo viaggio artistico?

È iniziato a casa grazie all’influenza di mio padre, cantautore e chitarrista non professionista ma di grande talento. Mi portava quasi sempre con lui alle prove e ai live della band di cui era anche leader/direttore musicale. Vivere il dietro le quinte della musica fin da piccolissimo credo sia stato fondamentale. Da bambino la mia cameretta e il suo studietto erano nella stessa stanza ed ogni sera mi addormentavo accompagnato dalla sua chitarra classica. Poi quello studio si è trasferito e, anno dopo anno, attrezzato sempre di più. È in quel luogo che da ho cominciato a produrre i miei primi pezzi, e ancora oggi i miei dischi nascono lì. Contemporaneamente, sempre durante gli anni delle superiori, ho cominciato a suonare il basso, l’armonica a bocca e a prendere le prime lezioni di canto; con alcuni compagni di classe ho messo su una band e cominciato a suonare in giro. Da lì a breve la cosa si sarebbe fatta più seria e professionale. Da allora non ho mai smesso di crederci, ho cercato sempre di crescere ed evolvermi… Ed eccomi qui!

Qual è stata la prima canzone che hai imparato a suonare alla chitarra o al pianoforte?

Devo essere sincero, non lo ricordo, ma deve essere stato sicuramente un blues.

Quando hai composto la tua prima canzone?

Ero teenager e avevo un progetto originale che si chiamava 2Soul. Eravamo un duo hiphop/r&b e sperimentavamo tantissimo, mischiavamo il rap al cantato anticipando un po’ i tempi, e andavano a suonare in giro accompagnati da una live band oltre che dal nostro dj, facendo come gli americani, prima ancora che questa cosa andasse di moda e diventasse normalità tra i rapper.

Quando finisci di produrre un brano chi lo ascolta per primo?

Solitamente mia moglie i miei due figli piccoli.

Di norma i pezzi che piacciono al maschietto, poi vanno forte 🙂

Come ti rapporti con la scena musicale della tua città?

Torino è una città tanto in fermento quanto selettiva, che ama essere indie, alternativa o al limite elettronica ma, a differenza di Roma o Milano, è anche un una città che snobba inconsciamente quello che all’orecchio suona “troppo pop”. Io mi trovo un po’ a metà strada con la mia musica, le radici funk e soul si sentono (soprattutto in live) ma il mio modo di declinare e contaminare quel genere non è così di nicchia come molti club o festival richiedono. Nonostante ciò, suono molto sia qui che nel resto d’Italia e i concerti sono sempre dei bei successi.

Discorso completamente diverso invece è da fare per i musicisti e gli artisti torinesi con quali collaboro costantemente, e per le idee che in maniera del tutto naturale partoriamo insieme. La mia è senza dubbio la città ideale per far nascere qualcosa di nuovo, per piantare un’idea e farla sbocciare, poi però non è detto che sia sempre anche l’ambiente ideale per farla crescere.

È uscito da poco il tuo nuovo singolo, da cosa è stato ispirato?

E’ ispirato semplicemente alla vita di tutti i giorni, la mia in questo caso, ma potrebbe davvero essere la vita di chiunque.

Le canzoni per me devono essere vive, e per essere vive devono essere anche vere.

“Mojito” è la storia di una coppia ai poli opposti, dove i due ovviamente si attraggono, ma riescono a restare nello stesso tempo in equilibrio, completandosi a vicenda; quella pericolosa diversità, presa per il verso giusto, rende la loro relazione una continua festa. In questo pezzo c’è un sacco di voglia di festa e di estate, soprattutto da parte di uno dei due lati della coppia, quel lato che con la voce della mia amica Neja canta: “allora portami al mare, voglio ballare fino all’alba per poi ricominciare”.

Dove ti porterà il tuo amore per la musica? Su cosa stai lavorando?

Mi porterà a suonare ancora tanto in giro, sicuramente dal vivo con la mia band (abbiamo un tour estivo ormai alle porte) ma anche, spero, sulle radio italiane e nelle cuffiette di tanti che sceglieranno di ascoltare in streaming “Mojito” e le altre canzoni che ho prodotto.

Poi c’è ancora tanta musica nel cassetto che aspetta di uscire nei prossimi, canzoni sia in italiano che in inglese.

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