Il prossimo 26 agosto alle ore 21 al Teatro Basaglia di Trieste, nell’ambito del Festival di Esof, andrà in scena “Nikola Tesla a Protrait” scritto e diretto da Jacopo Squizzato, con Jacopo Squizzato e Katia Mirabella, prodotto dalla Golden Show, dall’Associazione Tinaos-Trieste in collaborazione con NeedTeatro e finanziato dalla Regione Friuli.
Nikola Tesla oltre ad aver dato alla luce rivoluzionarie invenzioni ha avuto il pregio di ispirare svariate tappe dell’intero progresso scientifico che abbraccia non solo il XX secolo, ma anche il nostro XXI secolo. Ingegnere, inventore, fisico e ricercatore di origine serba naturalizzato americano, Nikola Tesla durante il corso della sua vita non smise mai di mettere in campo e dar corpo ad una sfrenata immaginazione capace di vedere il mondo come nessuno dei suoi contemporanei. I suoi numerosi brevetti hanno anticipato gli sviluppi sucessivi del mondo della scienza e della tecnica. In vita regalò al mondo il motore polifasico a corrente alternata e il sistema di distribuzione, rivoluzionando il settore dell’energia e gettando le basi per il suo straordinario sviluppo. Quando diciamo elettricità pensiamo a Thomas Edison, quando diciamo radio pensiamo a Guglielmo Marconi, ma visse un uomo a loro contemporaneo le cui scoperte non solo furono di gran lunga più sconvolgenti ed innovative, ma che catalputò letteralmente il mondo nel XX secolo. Le sue scoperte vanno dai raggi X alla teleautomatica (arte di controllare dispositivi a distanza), dalle microonde alla telegeodinamica, dall’accelleratore di particelle alla rete di distribuzione wireless e molte altre ancora. Odierne aziende e multinazionali studiano e sviluppano tutt’ora le sue ricerche: i nomi vanno dalla Walt Disney Research alla Delta Avalon dal MIT alla Ceravison dalla Tesla Technology Collaboration alla Tesla Motors.
Gli odierni dibattiti sui limiti della scienza, sulla sua costante conflittualità con l’etica, sugli effetti nocivi subiti dal nostro corpo e dalla nostra mente esposti all’uso delle nuove tecnologie e biotecnologie, sulle frodi scientifiche che perseguendo esclusivamente fini monetari mettono da parte lo sviluppo dell’umanità e sullo sgregolato sfruttamento delle risorse del nostro pianeta sono fondamentali sfide e grandi domande del nostro tempo. Se si pensa all’efficenza, alla produttività, alla precisione e alla puntualità delle macchine, l’essere umano ci appare insufficente se non antiquato e bisognoso di protesi tecniche in grado di mantenerlo in vita, farlo viaggiare, farlo pensare e farlo parlare; sembra ora mai che i nuovi talenti del futuro siano gli apparecchi creati più che la creazione in sè.
Affrontando questo inquietante panorama NeedTeatro si affida per l’appunto al teatro come forma di conoscenza ed esperienza, alla parola detta e alla più alta tecnologia che dispone: il corpo allenato dell’attore. Ripercorrendo la prima metà della vita di Nikola Tesla lo spettacolo ci guida verso una possibile risposta che a sua volta è una profonda domanda: solo il lume tremolante della coscienza esposto al soffio del mondo può esserci d’aiuto, dal momento che la scienza è solo una perversione se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità. L’intento non è quello di lanciare un messaggio, ma d’incitare il ragionamento critico attraverso l’uso d’una intelligenza divergente che ammette più risposte ad un medesimo problema. Uno spettacolo il cui stile si scosta dai canoni della documentaristica e della cronaca per giungere così alla vera e propria messa in scena dei principali personaggi incontrati da Tesla durante la sua vita: Thomas Edison, George Westinghouse e J.P.Morgan; i quali vengono presentati come le maschere del potere di quell’epoca. Difatti gli attori indossano vere e proprie maschere create ad hoc per ogni personaggio. Il testo originale ed inedito scritto in endecasillabi si presenta come un materiale letterario multiforme; gli stili linguistici vanno dalla saggistica, al dialogo, dal romanzo verista, alla poesia, dal dialogo al flusso di coscienza. Indagare le dinamiche creative e commerciali che portano all’invenzione e alla conseguente distribuzione delle nuove tecnologie e degli apparecchi di nuova generazione è un’operazione culturale atta a delineare
quale sia e dove sia il confine tra usare una macchina ed essere involontariamente usati da una macchina. Scoprire da dove e come nascono le scoperte scientifiche ci permette di riconnetterci con quella dimensione creativa e laboriosa che connota il pensiero razionale ed immaginifico dell’uomo e con la nostra stessa capacità di discernimento come esseri creatori e ingegnosi.
I costumi e maschere sono di Sara Gicoradi e disegno luci Nicolò Pozzerle.
a cura di Michele Vario