EUROVISION SONG CONTEST 2022. L’EUROPA LANCIA UN MESSAGGIO CHE VA BEN OLTRE LA MUSICA: VINCE L’UCRAINA.

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Sul podio anche Gran Bretagna e Spagna.

Grazie alla vittoria dei Maneskin l’anno scorso, l’evento musicale più importante d’Europa si è svolto a Torino, in un (finalmente) pienissimo Palaolimpico. Suggestive le scenografie, le riprese esterne con centinaia di musicisti in piazza, i giardini all’italiana tra i tavoli, i giochi d’acqua ai bordi del palco e tanti effetti luminosi. Protagonista (ma non assoluta) del main event è la musica, che quest’anno regala certezze e qualche perplessità. Sarà indubbiamente l’anno del ritmo, del movimento, dato che una cospicua maggioranza di brani è ritmata, da discoteca, anche quando esalta le contaminazioni folk.

Ad esempio, i moldavi Zdob si Zdub presentano un pezzo divertentissimo, pop ska con un palese tema folk talmente identitario da oscurare anche il loro outfit, tra i più interessanti della kermesse. La maggiore perplessità riguarda la scelta da parte di ben 17 rappresentanti di non cantare nella lingua nazionale, forse togliendo qualcosa alla caratteristica dell’Eurovision, in cui vanno condivisi gli aspetti della propria appartenenza, affinchè gli spettatori di mezzo mondo possano conoscerla. Un po’ infelice, per noi italiani, il commento del multicolorato Malgioglio, forse in qualche caso ripetitivo e presuntuoso oltre il tollerabile: trend topic per l’artista diventano i suoi mille e mille “adoro” e le gratuite critiche ad alcuni artisti e brani in gara. Prima del verdetto finale, tante emozioni, dall’appello della Kalush Orchestra “Salvate Mariupol” al coro di tutto il palazzetto sulle note del successo di Modugno “Nel blu dipinto di blu” lanciato dalla Pausini, poi il medley di Mika e dopo le esibizioni degli artisti in gara arrivano i vincitori italiani di questa competizione continentale: i Maneskin e Gigliola Cinquetti. Il quartetto romano presenta l’ultimo singolo “Supermodel” e la Cinquetti riporta sul palco dell’ESC il brano che l’ha vista vincitrice nel 1964 “Non ho l’età”.

Toccante anche il saluto da parte di Astrosamantha, l’orgoglio nazionale Samantha Cristoforetti, direttamente dalla stazione spaziale. Poco dopo la mezzanotte, inizia la dichiarazione dei voti da parte dei 40 paesi partecipanti e fin da subito Gran Bretagna, Svezia e Spagna prendono il largo. Infatti la classifica parziale si esprime con questo podio e l’Italia in settima posizione. Ma manca il colpo di scena: ogni spettatore, in maniera intima, non tifa solo la sua nazione in gara, si sa: le simpatie di un intero continente vanno verso la bandiera gialloblu dei Kalush. Con il voto del pubblico cambiano molte posizioni, a metà del verdetto la Serbia va in testa, il duo italiano Mahmood e Blanco guadagna 110 punti e non calca il podio. Poi, sull’impulso emotivo condizionato indubbiamente dagli scenari attuali, l’Ucraina conquista la pole con oltre 400 punti, segnale fortissimo che l’Europa sta mandando al mondo intero e che va ben oltre la musica.

Finale da batticuore, con la lotta a 4 tra Ucraina, UK, Spagna e Serbia. La spunta proprio l’Ucraina della Kalush Orchestra, con il brano Stefania, un pezzo folk farcito da un vigoroso rap e tanta, tanta emozione. Ammettiamolo: è giusto così. Il messaggio che parte da Torino, Italia e che si estende a tutto il pianeta è che la guerra non piace a nessuno e non ci sono popoli che hanno ragione e altri che hanno torto. Esistono le vittime, esistono le lacrime. E’ importante che un popolo che vive la guerra abbia avuto la sua, seppur piccola, rivincita. La musica unisce e questa è la prova suprema. Sia questo un monito per le prossime generazioni, perché, in fin dei conti, quelle attuali non è che abbiamo imparato molto. E’ vero, la protagonista dell’Eurovision è la musica, ma quest’anno la regola è stata stravolta. Peace.

A cura di Clemente Scafuro.