Il singolo arriva a conclusione del percorso promozionale dell’album, nel pieno di un momento storico complesso, in cui chi lotta per portare avanti i propri progetti artistici, o più in generale i propri sogni, si è trovato di fronte a difficoltà inedite e inaspettate. Proprio questo rende particolarmente significativa la scelta di questo brano, che si presenta al centro della scena arricchito di sfumature nuove.
Il brano infatti nasce dalla giustapposizione di due storie, due vicende personali individuali, rese affini da un denominatore comune: ci sono persone o circostanze che tentano di spegnere i sogni dei protagonisti, ma la forza e la tenacia dei sogni non permettono che ciò accada, preservando contro qualsiasi “killer”, contro qualsiasi ostacolo, quella parte di animo che è la più viva. La parte di cuore che sogna, che crede, che lotta senza arrendersi. Quella parte che sa dare luce e senso a un’esistenza.
La canzone si struttura come un gioco di specchi in cui, nelle due strofe, si affiancano e si sovrappongono queste storie, una il riflesso dell’altra, introdotte dalla formula tipica delle fiabe: “once upon a time”. Ma sono fiabe amare, cupe, caratterizzate da un senso di oppressione e di buio. Il tempo delle strofe è scandito da parole che si ripetono e da un ritmo incalzante che, come il ticchettio di un orologio, rende il senso claustrofobico del tempo che scorre sempre uguale lasciandoci nelle gabbie, fisiche o mentali, in cui tante volte ci sentiamo prigionieri e impossibilitati a vivere secondo le nostre aspirazioni più genuine. Ma in questo tempo apparentemente sempre identico a se stesso, si ripete una parola chiave, “fight”: la lotta sotterranea eppure incessante, inevitabile come il respiro, di quella parte di sé che insegue la libertà di vivere secondo i propri sogni.
È il ritornello a capovolgere la situazione: non più “once upon a time” bensì “welcome to my life”, non più una fiaba triste bensì la libertà, duramente conquistata, di vivere la propria vita. Il ritornello è sia una cerniera che unisce le due storie, che non sono più solo due ma diventano tutte le altre storie, sia una finestra, un volo finalmente libero
La canzone si conclude con una sfida, “pull your trigger on me”, una sfida a qualsiasi “killer” che voglia spegnere la nostra voglia di vivere e di sognare: prova pure a spegnermi, non ci riuscirai.
Come deve fare la vera arte, questa canzone parte da uno spunto individuale per assurgere poi a inno di tutti coloro che lottano per restare vivi, vivi con tutto il cuore, in circostanze avverse, di qualsiasi natura esse siano. Ed è forse la canzone di cui in queste settimane c’era più bisogno.
La musica, come il respiro, non si ferma mai, e ci tiene vivi.