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BERLUSCONI E IL CINEMA

Il cinema di Berlusconi

Il 12 giugno è scomparso all’età di 86 anni Silvio Berlusconi. Imprenditore poliedrico dagli affari camaleontici, politico divisorio dalle scelte discutibili. Raccontare la sua vita e la sua carriera può risultare arduo, quasi sembra essere un buono spunto per una sceneggiatura di un film hollywoodiano anni ‘80 con protagonista il classico uomo che riesce dal nulla a costruirsi uno spazio importante nella società: dagli inizi come cantante sulle crociere, alla costruzione di un quartiere nella periferia milanese da 6.000 abitanti; passando dall’acquisto di una squadra di calcio in Serie B, riportata nel giro di due anni in massima serie, rendendola la più titolata al mondo, alla creazione di una televisione privata che dalla fine degli anni ’70 riuscì a contrastare il monopolio di Mamma Rai. Emblema di quella ‘Milano da bere’ tanto fatiscente quanto illusoria, diventò storia e simbolo di un paese di cui l’immaginario si è lasciato forgiare dal suo impeto, dal suo carisma e dai suoi, più che controversi, modi nell’acquisire consensi. Tuttavia, nonostante gli affari andassero a gonfie vele in molteplici campi, alla fine degli anni ’80 Berlusconi provò ad investire in un’industria con la quale all’epoca si potevano ancora fare affari: il cinema.

Nel 1979 fonda la Reteitalia, costola del gruppo Fininvest che si occupava di cinema & spettacolo, con la quale, nel corso degli anni ’80, produsse pellicole del calibro di ‘Bianca’ di Nanni Moretti, ‘The Kings of New York’ di Abel Ferrara e l’esordio alla regia di Giuseppe Tornatore, ‘Il Camorrista’. In quegli stessi anni dapprima acquista il 49% della storica casa di produzione ‘Medusa Film’ per poi fondare, nell’84, la ‘Silvio Berlusconi Communication’ con la quale – grazie ad un accordo con la Cecchi Gori Group –  crea la joint-venture Penta Film con cui produsse  ‘Johnny Stecchino’ di Benigni, ‘io speriamo che me la cavo’ di Lina Wertmuller, ‘Volere Volare’ di Maurizio Nichetti, ‘il silenzio dei prosciutti’ di Ezio Greggio fino al successo con ‘Mediterraneo’ di Gabriele Salvatores, vincitore del Premio Oscar 1992 nella categoria miglior film straniero. Quindi si, se ve lo steste chiedendo il Cavaliere, almeno teoricamente, possiede un Oscar nel suo palmares. Interessante fu anche il suo ruolo da distributore cinematografico, grazie all’accordo con studios hollywoodiani come Paramount, CBS e Metro-Goldwyn-Mayer (MGM) con cui portò in Italia successi del calibro di ‘Atto di forza’, ‘Terminator 2’ e ‘Basic Instict’. Nel 1994 la Medusa e Reteitalia vennero sciolte e al loro posto la Fininvest provò a mettersi in proprio con il nome Mediaset Distribuzione, portando nelle sale film come ‘Il Corvo’ & ‘Nightmare’. Ma durò poco prima che la Medusa tornasse nuovamente sul mercato, questa volta lasciando un segno importante nell’industria riuscendo a produrre – tra le altre cose – ‘To Rome with love’ di Woody Allen, la maggior parte dei film di Checco Zalone, fino al Premio Oscar miglior film straniero 2014 ‘La Grande Bellezza’ di Paolo Sorrentino.

Giusto per fare chiarezza: Berlusconi ha fondato ed acquisito le sopracitate case di produzione e distribuzione e quindi ne era a capo ma, secondo il sito IMDb, ha ricoperto il ruolo di produttore solamente in cinque occasioni; due film per la televisione e tre volte per film usciti in sala, tra cui ‘Mediterraneo’, ‘Guai in famiglia’ e  ‘La gatta e la volpe’ con Jack Nicholson protagonista.

Berlusconi al cinema

Da un leader tanto carismatico quanto divisorio, il cinema non poteva esserne indifferente; nel corso degli anni sono stati in molti gli autori che hanno provato a delinearne tutti gli aspetti che lo mostrassero umano, ma senza mai abbandonare l’idea di mostrare il suo lato potente, controverso ed a tratti surreale.

Di seguito alcuni film memorabili dedicati al Cavaliere:

Aprile

Il primo della lista venne diretto da quello stesso Nanni Moretti che nell’82 aveva realizzato ‘Bianca’ proprio con la Reteitalia di Berlusconi. Il film si chiamava ‘Aprile’, uscì nel 1998 e si apriva con Emilio Fede che al TG4 annunciava la vittoria del Cavaliere alle elezioni politiche del ’94. Moretti, protagonista che interpretava se stesso, sconcertato dalla situazione, decide di realizzare un documentario proprio su Silvio Berlusconi e i suoi conflitti d’interesse, per poi accantonare il progetto e girare un musical.

Il Caimano

Che Moretti non provasse simpatie politiche per Berlusconi è cosa risaputa, ma nel 2006 ci arrivò anche un’altra conferma: l’ossessione per la figura del Cavaliere, tanto da dedicargli un intero film. Interpretato da Elio Capitani, uscì nel 2006 posticipandone l’uscita in vista delle elezioni politiche di aprile per timore che il film avrebbe potuto influenzare l’elettorato. Il film racconta la storia di Bruno Bonomo, un regista caduto in disgrazia che per risollevarsi accetta di girare una pellicola sulla vita di Berlusconi e della sua contrapposizione con la magistratura. Famosa la scena del Palazzo Della Giustizia in fiamme assaltato dai suoi sostenitori.

Videocracy

Diretto nel 2009 da Erik Gandini, il documentario analizza come la televisione italiana di inizio secolo avesse influenzato la popolazione portando avanti la tesi secondo cui il possesso di alcune reti tv, sia stata la fonte principale del consenso nei suoi confronti.

Loro 1 & 2 Anche il premio Oscar Paolo Sorrentino si aggiunge alla lista con questo film diviso in due parti del 2018 con Toni Servillo nella parte del protagonista. Il regista partenopeo cerca di ritrarre l’ex premier come un uomo solo armato solo delle sue qualità, del suo istinto e del suo carisma. Operazione riuscita solo parzialmente.

a cura di Domenico La Marca

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Redazione StreetNews.it
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