“Volevo uccidermi a 9 anni”. Il regista Giuseppe Sciarra racconta il suo calvario.

Giuseppe Sciarra oppure Giuseppe Vincenzo Sciarra nasce a San Giovanni Rotondo in provincia di foggia nel 1983. Regista sceneggiatore, scrittore. Prima di diventare regista di alcuni cortometraggi di successo, muove i primi passi come giornalista all’ interno del mondo dello spettacolo. Nel 2013 si trasferisce a Roma per inseguire il sogno di diventare regista. Oggi Giuseppe Sciarra vanta diversi lavori di spessore: Santità, Ikos, Il terzo Occhio, Iesus Martyr, Apocalittica, Venere è un ragazzo. E grazie al suo lavoro è riuscito a scacciare il demone che fin dall’età di 8 anni lo perseguitava.

Queste le parole pronunciate dal regista durante un dibattito pubblico: “Tutti mi davano addosso. Tutti mi odiavano. Non avevo amici e i miei coetanei mi tenevano alla larga perché era sconveniente farsi vedere in giro con me. Era una situazione insostenibile e drammatica. Subivo violenza ogni giorno. Fu così che un giorno provai a lanciarmi dal balcone, desistetti dal mio proposito solo perché il caso ha voluto che in quel frangente mia madre e mio padre stessero tornando a casa e ció mi frenò da buttarmi di sotto.”

Un adolescenza davvero drammatica, fatta di abusi, violenze, emarginazione e bullismo. Esperienze queste che hanno portato Sciarra da bambino a tentare il suicidio per sfuggire alla persecuzione dei suoi coetanei: “Mio padre aveva una pistola…avrei voluto usarla per uccidermi di fronte ai miei compagni di classe…per punirli“. Giuseppe Sciarra ha tentato varie volte di farla finita; a sedici anni tenta di farla finita ingerendo una grossa dose di farmaci salvandosi per miracolo.

Giuseppe Sciarra oggi è un uomo adulto ed ha sconfitto il demone che lo perseguitava. Nei suoi lavori è sempre presente il messaggio chiaro contro ogni forma di violenza e bullismo. Nel Docufilm “IKOS” Il regista di origine Pugliese descrive drammaticamente le umiliazioni e le violenze che ha subito nel suo paese natale (Rodi Garganico) quando era bambino.

Di Salvatore Cocchio