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VICTIM BLAMING: quando la colpa ricade sulla vittima

Con il termine Victim Blaming si intende quel fenomeno che in italiano è chiamato “colpevolizzazione della vittima” e che si verifica quando la vittima viene ritenuta parzialmente o completamente responsabile di un crimine sessuale o una violenza domestica che ha subito. In genere il victim blaming viene utilizzato per incolpare le vittime di stupro più che le vittime di rapine. “Se l’è cercata”, “Lo ha provocato”, sono alcune delle frasi che vengono usate per colpevolizzare le vittime di violenze e minimizzare così l’accaduto.

La donna vittima di stupro viene così ancora stigmatizzata dal contesto culturale, in genere è comune fare commenti sull’abbigliamento indossato dalla vittima di stupro o di molestie per cercare elementi per scagionare in qualche modo l’aggressore, ultimamente come attenuanti vengono usate anche l’abuso di alcool o droghe come nel caso di Genovese, cui stiamo assistendo in questi ultimi giorni.

In un contesto maschilista e patriarcale sono spesso le donne stesse a riprodurre la dinamica del victim blaming, riproducono su altre donne quello che hanno subito loro stesse o che hanno appreso con l’educazione.

E purtroppo spesso sono anche gli stessi media a riportare le notizie in modo distorto senza esserne consapevoli, descrivendo magari lo stile di vita della vittima o il suo abbigliamento, e facendo passare il messaggio che “alle persone che si comportano bene certe cose non accadono”. Come se la responsabilità di quello che è accaduto non fosse del tutto colpa dell’aggressore ma in parte anche della vittima che in qualche modo “se l’è cercata perché è andata a quel tipo di festa”.

Chi comunica sui media e non solo, dovrebbe imparare invece ad utilizzare un altro tipo di linguaggio, che spieghi di chi sia la reale responsabilità di quell’aggressione, perché la vittima in questi casi ha avuto solo la sfortuna di capitare nelle grinfie del criminale. Purtroppo questo tipo di aggressioni possono avvenire anche a chi non va a feste e resta chiuso in casa e ha avuto solo la sfortuna di essere cresciuto con un “orco” in famiglia. Solo che queste storie di solito non raggiungono il grande pubblico… e anche in questi casi, sono i familiari stessi a colpevolizzare la vittima invece di proteggerla, anche se la vittima è una moglie o solo una bambina: “Se lui la picchiava perché non lo ha lasciato? Se lui l’abusava da anni perché non l’ha raccontato prima?”.

Poi capita a volte che le vittime stesse si autoconvincano della co-responsabilità dell’aggressione perché si sentono socialmente indotte a farlo. Questa colpevolizzazione viene spesso rafforzata da chi dovrebbe prestare soccorso alla vittima e che invece utilizza un linguaggio inconsapevolmente inappropriato rapportandosi o ponendo domande che sottintendano una sorta di responsabilità della vittima.

Il fenomeno del victim blaming ha un fortissimo impatto sulle vittime di violenza, conoscere queste dinamiche può essere utile a combatterlo.

Articolo a cura della dott.ssa Ilaria La Mura, psicologa.

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Ilaria La Mura
Ilaria La Mura
Psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, mental coach, counselor e formatrice. Si occupa di autostima, ansia e stress, comunicazione efficace per migliorare le relazioni affettive, sentimentali e professionali. . Giornalista di Streetnews.it, da anni è autrice e conduttrice televisiva dei programmi "Alto Profilo" su Capri Event canale 271 e “Parliamone insieme” su RtnTv canale 607.
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