VALLO DI LAURO, RITI E TRADIZIONI DELLA SETTIMANA SANTA: ANCHE QUEST’ANNO RICORRIAMO AI RICORDI.

L’emergenza Covid ci tiene ancora costretti in casa e questa del 2021 sarà un’altra Pasqua senza alcune
particolari celebrazioni che hanno, oltre un valore religioso, un forte legame con la tradizione. Si tratta di
riti che servono a rinnovare la secolare partecipazione alla vita sociale delle piccole comunità. Facciamo
tesoro anche quest’anno, quindi, di quanto abbiamo conservato nel nostro baule dei ricordi. Nel vallo di
Lauro, i riti della Settimana Santa sono particolarmente sentiti. A Quindici, la Domenica delle Palme, un
corteo di figuranti stende dei mantelli ai piedi del celebrante che si sta recando presso l’altare maggiore
della magnifica chiesa di Maria SS delle Grazie: come Gesù fu accolto in trionfo, così la comunità
Quindicese accompagna il parroco, che incede sul tappeto di stoffe multicolori, fino a quando non varca
il portale artistico della Chiesa Madre. Nel Lunedì Santo, giorno di meditazione, le Confraternite dei
Biancovestiti si radunano per il corteo Decanale, una Via Crucis accompagnata dai canti dei Sepolcri. Il
Decanale non vanta una tradizione antica: proposto da Don Leonardo Falco, ha visto la sua prima
realizzazione nel 2008 e da allora viene concelebrato da tutti i paesi Valligiani che, a rotazione, ospitano
il corteo. In questa cerimonia esordiscono i Biancovestiti, che saranno presenti in tutti gli eventi
successivi. Questa dei Biancovestiti è, probabilmente, la tradizione più antica: i cantori delle
Confraternite aggregano intere comunità con il loro canto denso di fervore e passione. Il Giovedì Santo,
dopo il tramonto, si celebra la liturgia “In coena Domini”, caratteristica per la rappresentazione della
Lavanda dei piedi, con la presenza dei 12 apostoli, scelti tra i fedeli delle proprie parrocchie. E’ una
tradizione che si tramanda solitamente di padre in figlio. Nella piccola frazione lauretana di
Fontenovella, al termine della celebrazione, i Biancovestiti intonano i canti della Passione e
accompagnano il Sacramento che viene riposto nel Sepolcro della chiesa madre, davanti al quale la
mattina del Venerdì si ritrova di nuovo tutto il Vallo, quando i camici bianchi rendono solenne omaggio
al Cristo deposto. I gruppi di cantori effettuano dalle prime ore dell’alba un giro per le chiese maggiori
del territorio da essi rappresentato: Pago, Marzano, Quindici, Moschiano, Taurano, alcune frazioni ed
infine Lauro. I versi dei Sepolcri, simili nei testi, vengono intonati in maniera diversa, cosa che consente
agli spettatori più appassionati di identificarne la provenienza. Taurano, Pago e Quindici impreziosiscono
le processioni con rappresentazioni sceniche e costumi. Quando ormai è già pomeriggio, nel Vallo cala
un suggestivo silenzio: il popolo si ritira dalle piazze, è il momento del lutto. Al tramonto, le comunità si
riuniscono davanti alle chiese, con in mano una candela, per accompagnare Gesù morto nell’ultimo
corteo della sua natura umana. Al termine dei cortei funebri, si ritirano nelle proprie dimore: sarà lo
scampanío del Gloria, simbolo della Resurrezione, a chiudere i giorni della passione e morte di Gesù.

Di Clemente Scafuro