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Un cantante che ama le sfide e il suo nome è tutt’un programma: Rubik

Rubik è il progetto musicale di Stefano Campagna, un giovane cantautore di Firenze. La sua musica ha molte sfaccettature e sonorità diverse tra loro, come le persone che conosce, come i luoghi che visita, come le storie che legge e come i film che guarda. Nel maggio del 2020 lancia il suo primo singolo da indipendente “Tradi Noi” premiato da RDS 100% grandi successi per il concorso MyMusic del Myllennium Award. Nel novembre dello stesso anno pubblica il suo primo EP “Scirocco” contenente cinque brani. Nel 2021 Rubik entra a far parte della neonata SuperSugo Dischi e inizia un nuovo percorso affiancato dai produttori Marco Carnesecchi e Alex Marton.

Conosciamo ora meglio questo artista in erba.

Ciao Rubik, cosa ti ha spinto a scrivere e cantare “Accanto”?
Ciao ragazzi! Ho scritto “Accanto” per restituire il giusto valore all’idea che ho dei sentimenti, per abbattere quelle mura che avevo costruito per difendermi dopo alcune esperienze pregresse. Ed è bello che una persona possa essere uno dei motivi per tornare a vivere una relazione in un modo spensierato; mi piace pensare che possa essere un desiderio universale e le canzoni è proprio questo che fanno: rendere universali le emozioni.

La pandemia ci ha forse insegnato a ricercare il vero valore delle persone che ci sono accanto?
Assolutamente si! Poco prima che iniziasse il lockdown avevo vuotato il sacco con una ragazza, dicendole ciò che provavo e lo avevo fatto perché era da tempo che non provavo emozioni simili. Dopo la “chiusura” avevo paura che la situazione fosse d’intralcio, lo avevo vissuto quasi come un “segnale”. Non mi sono arreso però ed anzi, il sentimento è cresciuto sempre più. Questo è stato un ottimo contrasto con ciò che stava succedendo e ne ho voluto parlare.

Quanto, secondo te, la pandemia ha inciso definitivamente sulle vite degli italiani?
Questo ce lo dirà in definitiva il tempo, per il momento direi abbastanza: se pensavamo di avere una routine, adesso abbiamo compreso cosa significhi davvero, lo dico in modo ironico ma è la verità. Quel che c’è di buono però una grande volontà di ripartire, di vivere e forse è questa la cosa più importante. Se si ha voglia di costruire quando tutto sembra possa crollare, allora si è quasi invincibili.

Ultimamente molti artisti stanno lanciando l’idea di concerti in streaming. Cosa ne pensi?
Il mio progetto è cominciato quasi un anno fa e non ho avuto modo di esprimermi in un concerto live. È chiaro però che sono un grandissimo fan dei concerti, di ciò che trasmettono a livello emotivo, dello stacco e della “realtà” che offrono rispetto ad un disco in studio. Lo vedo come un modo per non perdere il filo, per esprimere una volontà ma un concerto è un concerto: si urla dalla felicità e dall’emozione, ci si abbraccia e si suda, si viene illuminati da luci di colore diversi e percepiamo la musica in tutta la sua totalità.

Come mai il nome Rubik? Immagino che abbia un riferimento al cubo dell’omonimo inventore?
Il nome Rubik è una sfida: ho sempre odiato i numeri, in matematica facevo davvero pena. Quindi mi piaceva far riferimento ad un qualcosa di logico, dove avrei messo poca logicità e tanto cuore. Poi amo i colori, le sfaccettature, le diversità; il cubo rappresentava in parte la mia idea di fare musica attraverso sonorità diverse. Qualcosa per cui puoi romperti il capo, ma solo se provi a pensarlo come un qualcosa di “logico” quando invece è tutto istintivo.

Quanto la TV (mi riferisco ai talent show e ai vari programmi televisivi musicali) ha influenzato la musica italiani negli ultimi anni?
Probabilmente molto, la visibilità che offre un talent è comunque alta e se un artista viene apprezzato o apprezzata ha la possibilità di portare in superficie anche qualcosa di “diverso”.

Con chi vorresti collaborare un domani?
Ci sono molti artisti ed artiste meravigliosi/e! Pensare di avere un’opportunità del genere significherebbe molto!

Cosa bolle nella pentola di Rubik oggi e nel futuro?
La voglia di fare musica con totale libertà, la volontà di migliorare me stesso ascoltando qualsiasi tipo di feedback. Sto scrivendo moltissimo con uno dei miei nuovi produttori, Marco Carnesecchi, sto imparando molto da lui. Stanno nascendo canzoni nuove, quindi preparatevi ad ascoltarle 🙂

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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