Tanti momenti raccolti nei “fogli che raccontano”. LaRizzo ci accompagna nel viaggio della sua vita retta da un equilibrio instabile

Alessandra Rizzo, LaRizzo, livornese di nascita ma Catanese di adozione, inizia gli studi musicali giovanissima, ma si dedica totalmente allo studio del canto dopo aver abbandonato gli studi classici da violoncellista.

Amante della contaminazione e curiosa verso tutti i linguaggi musicali, ha lavorato con numerose formazioni cantando pop, rock, blues, jazz, reggae, cubano, ciò le ha permesso di sviluppare versatilità vocale mantenendo però una chiara impronta blues/soul.

Fondamentale l’incontro con Riccardo Samperi (TRPmusic) che, in totale simbiosi con Edoardo e nel totale rispetto verso la scrittura, permette la realizzazione di “Fogli che Raccontano” uscito lo scorso 25 settembre, con il singolo che da il nome all’album, riscontrando un notevole riscontro positivo di critica e pubblico

Ciao LaRizzo, cosa ti ha spinto a scrivere e cantare “Fogli che raccontano”?
La verità è che solo alla fine ho capito che tra i brani c’era un filo conduttore. Osservandoli ho preso coscienza del fatto che erano una vera e propria raccolta di Fogli che, appunto, raccontavano un percorso di vita. Da qui la scelta di inserirli esattamente nell’ordine in cui sono stati scritti e, con Edoardo Musumeci e Riccardo Samperi (TRP music), ci siamo dati un’unica regola: sincerità!

Cosa raccontano i fogli che LaRizzo tiene nel suo cassetto?
Ogni brano nasce dall’esigenza di raccontare un evento o di curare una piccola ferita dell’anima
E’ questo che cerco di raccontare. Chi lo desidera, può percorrere un con me il viaggio, assisterà ad un racconto di una parte della mia vita, senza filtri. Per questo motivo non è stato facile lasciarlo andare. Prima ho dovuto accettare la chiusura di un capitolo e avere la lucidità di iniziare a scriverne un altro, consapevole che il viaggio mi aveva reso diversa o semplicemente aveva contribuito a farmi comprendere chi sono veramente.

Un brano dal ritmo molto soft e calmo. Serve a mantenete l’equilibrio instabile?
Probabilmente serve a dare stabilità al mio mondo un po’ disordinato…

Quanto tempo hai impiegato a scrivere il brano?
Sono molto istintiva nella scrittura. Di solito la versione definitiva assomiglia quasi totalmente alla prima stesura. Equilibrio Instabile è l’eccezione che conferma la regola…è stata la somma di frasi appuntate su un quaderno che hanno preso forma con il tempo…non so quantificare quanto.

Qual è la canzone, tra quelle composte e cantate fino ad oggi, che ti rappresenta maggiormente e ti ha dato più soddisfazioni?
Questa domanda è veramente difficile. Sarebbe come chiedere ad una madre qual è il figlio preferito…ma se devo proprio rispondere…direi Sgualcito dal tempo, solo perché rispetto alle altre racconta uno stato ancora presente. Continuo a sentirmi un po’ “sgualcita” dagli eventi, forte abbastanza per raccogliere le foglie che ogni autunno cadono e pronta a godere della nuova primavera.

Quanto la TV (mi riferisco ai talent show e ai vari programmi televisivi musicali) ha influenzato la musica italiana negli ultimi anni?
Credo moltissimo. Io che, come tanti della mia generazione, sono figlia della gavetta…mi sento un po’ lontana da quel mondo, un mondo che, a mio avviso, rispecchia molto l’attuale società. Una società che corre veloce, che ci insegna che tutto può essere sostituito velocemente e dove tutti si arrogano il diritto dire la propria.

Chi è l’artista che hai come riferimento musicale?
Sono tanti gli artisti che hanno contribuito alla mia crescita. I Beatles, Pino Daniele, Stevie Wonder, Sting, Damien Rice, Niccolò Fabi…

Da chi ti piacerebbe ricevere una proposta di collaborazione?
Sicuramente da Niccolò Fabi, per il modo unico che ha di raccontare e raccontarsi, ma soprattutto perché reputo sia un’artista ed un uomo sincero…ed il palco si condivide prima di tutto con persone così.

Alessandro Testa