SQUID GAME: “TU TI FIDI ANCORA DELLE PERSONE?”

Cosa saresti disposto a fare pur di diventare milionario? Non è strano se qualcuno sarebbe disposto anche ad affrontare grandi rischi per poter smettere di preoccuparsi dei soldi. La serie Squid Game, al primo posto nella top 10 su Netflix e, prima serie sudcoreana sulla piattaforma streaming negli USA, si basa proprio su questo quesito. Diretta da Hwang-Hyuk è composta da 9 episodi, ciascuno dei quali dura circa un’ora.

Ambientata nella Corea del Sud, corre l’anno 2020, quando Seon Gi-Hun, padre divorziato e con un grosso ammontare di debiti, viene invitato a giocare ad una serie di giochi per bambini, per vincere una grossa somma di denaro (45.600.000.000 Won, pari a circa 33 milioni di euro). Addormentati e, spogliati di ogni loro effetto personale, 456 persone si ritrovano in un edificio dai colori pastello nel quale dovranno affrontare 6 prove. L’unico problema? Se non vinci, muori.

Con milioni di visualizzazioni, Squid Game è una serie distopica, con un susseguirsi di scene forti e violente. Le persone decidono di partecipare al gioco perchè ormai portate al loro limite estremo di negatività. Non hanno più nulla da perdere e questa, può essere solo la loro ultima possibilità per riscattarsi. Il cosiddetto Front Man, ovvero il supervisore di tutto il gioco è solo un’altra pedina di codesti VIP (gruppo di uomini col volto coperto con maschere oro), i veri e propri organizzatori dell’intera competizione. La serie, che apparentemente risulta essere un gioco paragonabile ad un videogame, cela un discorso molto più grande relativo al capitalismo, dove il potere dei soldi riduce ai minimi termini i più deboli.

Qual’è la cosa che accomuna una persona che ha tanti soldi a una persona che non ne ha? Per entrambi vivere non è divertente. Quando hai tutto, qualsiasi cosa diventa noioso. Mi auguro che ogni spettatore della serie non si lasci affascinare solo dal montepremi e dalle maschere oro, perchè la vita non è un gioco e spesso i troppi soldi ti portano a giocare sporco.

A cura di Nicole Scarcelli